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Attualità: Fuori dalla Europa
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Resposta  Mensagem 1 de 13 no assunto 
De: primaveraestate  (Mensagem original) Enviado: 16/04/2011 18:37
Io sono d'accordo e Voi?
 
 
Gli italiani danno un calcio all'Europa
Il 63% non vuole più stare nell'Unione
Gli italiani vogliono dire addio alla Ue. La maggioranza assoluta è d'accordo con l'affermazione del ministro Maroni: "L'Europa ci aiuti o è meglio dividersi". Sono clamorosi i risultati del sondaggio di Affaritaliani.it realizzato con Swg. Tra gli elettori di centro destra ben l'83% vuole uscire dall'Unione europea. Non solo. Favorevole a questa soluzione anche il 63% di elettori di centro. Ma addirittura il 36% dei sostenitori di centro sinistra pensano che il responsabile del Viminale abbia ragione.
 
 


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Resposta  Mensagem 2 de 13 no assunto 
De: lore luc Enviado: 16/04/2011 18:56
Sarebbe una immensa tragedia.


Resposta  Mensagem 3 de 13 no assunto 
De: clicy21 Enviado: 16/04/2011 20:58
fuori dall'europa senza timore soprattutto dopo l'approvazione dell'allucinante trattato di Lisbona! avremo qualche problema all'inizio per riassestarci ...ma poi ci copierebbero tutti! questa UE e' una dittatura che mira a distruggere i paesi che ne fanno parte e gia' grecia irlanda e portogallo sono gia' in ginocchio! MALEDETTO PRODI  servo di golman sachs e di bildeberger..........che ci ha infilato nell'euro ed in una futura schiavitu'

Resposta  Mensagem 4 de 13 no assunto 
De: primaveraestate Enviado: 17/04/2011 06:00
MALEDETTO PRODI  servo di golman sachs e di bildeberger.......... ognuno di noi ha ogni mese molti denari in meno perchè ha accettato il cambio lira/euro a 1936,27 anzichè a 1500, ovunque è stato ha portato al fallimento (vedi IRI), ed ha sempre pescato nelle nostre tasche. Provo per lui un odio viscerale, al punto che, ero costretta, se lo intervistavano al TG, a spegnere la tv, perchè con la sua voce ansimante ed il suo ghigno falso, mi provocava repulsione. Io vorrei sapere dove e come, il CITTADINO, non il potente, ci ha guadagnato con l'Europa. Stessa cosa della TAV, vorrei sapere quanti CITTADINI italiani e quante volte vanno a Lione nell'arco della loro vita. In ogni caso, sempre più fermamente, "Abbasso l'Europa" che serve solo a mantenere, come sempre a nostre spese, un branco di fannulloni in più, a partire dai figli di Bossi e di Di Pietro, che grazie alla loro carica di funzionari europei percepiscono 21.000€ AL MESE!!! Senza competenza specifica alcuna!

Resposta  Mensagem 5 de 13 no assunto 
De: Butterfy Enviado: 17/04/2011 15:54

Resposta  Mensagem 6 de 13 no assunto 
De: Brinetta Enviado: 17/04/2011 16:34
Si, si ... fuori. Meglio soli che male accompagnati !
 
 

Resposta  Mensagem 7 de 13 no assunto 
De: haiku04 Enviado: 17/04/2011 17:26
Prodi aveva fatto il passo molto più lungo della gamba, su questo non ci sono dubbi, e l'euro è stata una catastrofe.  Certo che oggi pensare all'autarchia è utopistico, ma l'idea di essere autonomi, svincolati dall'Europa, mi sorride molto.... 

Resposta  Mensagem 8 de 13 no assunto 
De: Principe Errante Enviado: 21/04/2011 16:04
All'epoca Prodi era in buona compagnia,non ricordo nessuno che fosse contrario o che prevedsse questa folle speculazione sui prezzi,opposizione d'allora,attuale maggioranza,compresa...

Resposta  Mensagem 9 de 13 no assunto 
De: haiku04 Enviado: 21/04/2011 19:04
Vero, si cita Prodi perchè era il presidente del consiglio, ma erano tutti d'accordo. Stupiscono però le previsioni rosee di allora, mentre doveva essere chiaro che sarebbe stato un disastro... 

Resposta  Mensagem 10 de 13 no assunto 
De: Principe Errante Enviado: 30/04/2011 13:58
Erano gli anni 90,qualche ombra di credibilità i politici l'avevano ancora,se non altro perché qualcosa facevano ottenere...ora é molto più chiaro che per qualunque cosa propongano,cercano il consenso popolare per fare affari...i propri.

Resposta  Mensagem 11 de 13 no assunto 
De: haiku04 Enviado: 30/04/2011 14:10
Anche quando andavo a votare ero convinta che, principalmente, i politici badassero solo ad un lucro personale.... quando mi sono convinta che, fondamentalmente, "lavoravano" solo per il loro interesse mi sono limitata a subirli.... magra consolazione, ma almeno nessuno di loro ha e avrà la mia approvazione, cioè il mio voto... 

Resposta  Mensagem 12 de 13 no assunto 
De: lore luc Enviado: 30/04/2011 15:18
Resto comunque per il primato della Politica.
L'astenersi dai diritti-doveri della vita politica porta alla dittatura.
Qualcuno disse che il fascista aliena ad uno solo i propri diritti e rifugge dai propri doveri.
 
 

Secessione dell'Aventino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Secessione dell'Aventino (disambigua).
Alcuni parlamentari dell'opposizione mentre discutono sulla proposta di secessione detta dell'Aventino.

La secessione dell'Aventino (dal nome del colle Aventino sul quale – secondo la storia romana – si ritiravano i plebei nei periodi di acuto conflitto con i patrizi, vedi Secessio plebis) fu un atto di protesta attuato da alcuni deputati d'opposizione contro il governo fascista, in seguito alla scomparsa di Giacomo Matteotti l'11 giugno 1924: l’iniziativa consisteva nell’astenersi dai lavori parlamentari, riunendosi separatamente.

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[modifica] Storia

Mussolini e i ministri fascisti siedono nei banchi del Governo alla Camera.

Dopo l'acceso discorso di Giacomo Matteotti contro le violenze fasciste durante le elezioni del 1924 ed il suo omicidio successivo, socialisti e comunisti proponevano di mettere in piedi un'azione di rivolta contro il governo, ma al fine di evitare una guerra civile questo proposito non venne attuato. Il 13 giugno Mussolini parlò alla Camera dei deputati, affermando di non essere coinvolto, ma anzi addolorato; al termine il Presidente della Camera Alfredo Rocco aggiornò i lavori parlamentari sine die, annullando di fatto la possibilità di risposta da parte dell'opposizione all'interno del Parlamento.

Il 26 giugno 1924 i parlamentari dell'opposizione si riunirono in una sala di Montecitorio, oggi nota come sala dell'Aventino, decidendo comunemente di abbandonare i lavori parlamentari finché il governo non avesse chiarito la propria posizione a proposito dell'omicidio Matteotti.

Il 16 agosto dello stesso anno fu ritrovato nel bosco della Quartarella il cadavere di Matteotti, aggravando la già complessa crisi del governo.

Dopo accese discussioni all'interno dello stesso Partito Nazionale Fascista (PNF), che vedeva contrapposti gli intransigenti e la frangia accondiscendente, Mussolini parlò alla Camera dei deputati il 3 gennaio 1925, assumendosi la responsabilità politica, morale e storica dei fatti: ricordando l'articolo 47 dello Statuto della Camera, che prevedeva la possibilità d'accusa per i Ministri del Re da parte dei deputati, chiese formalmente al Parlamento un atto d'accusa nei suoi confronti, senza che ciò avvenisse.

Nei due giorni successivi le attività parlamentari furono definitivamente soppresse ed ai prefetti venne imposto di sciogliere qualsiasi organizzazione contraria al fascismo, dando vita così al regime.

L'opposizione dunque non riuscì a reagire, sia per la paura di ritorsioni che per i forti frazionismi interni.

[modifica] La decadenza dal mandato parlamentare

Nel maggio del 1925, in occasione del dibattito sulla riforma della legge di pubblica sicurezza, rimasero dieci parlamentari d'opposizione (Bavaro, Codacci-Pisanelli, Fazio, Orefice, Paratore, Pasqualino-Vassallo, Rubilli, Salandra, Savelli, Pivano).

Il 16 gennaio 1926 alcuni popolari e demosociali entrarono a Montecitorio per assistere alle celebrazioni solenni per la morte della regina Margherita di Savoia, ma poco dopo la violenza repressiva di alcuni parlamentari fascisti li scacciò dall'aula e lo stesso Mussolini il giorno dopo accusò il comportamento dei deputati aggrediti, accusandoli di indelicatezza nei confronti della sovrana.

Il 5 novembre 1926 dodici parlamentari (Pivano, Bavaro, Fazio, Gasparotto, Giovannini, Lanza di Trabia, Musotto, Pasqualino-Vassallo, Poggi, Scotti, Soleri, Viola), richiesta la votazione ad appello nominale, votarono contro la reintroduzione della pena di morte accompagnata da: soppressione di tutti i giornali e periodici antifascisti; istituzione del confino di polizia che comportava la perdita della libertà personale per semplice provvedimento amministrativo e sulla base del solo sospetto; creazione di un Tribunale speciale per la difesa dello Stato.

L'opposizione in aula - cui l'accesso è di fatto inibito, a meno che non si fosse sin dall'inizio scelto di disertare l'Aventino) - era composta dai dieci deputati che sin dall'inizio avevano rifiutato la tecnica aventinista; tra di essi, in teoria, ci sarebbero dovuti essere anche i comunisti (teorizzatori dell'uso delle "libertà borghesi" per usufruire di un diritto di tribuna), ma nel frattempo erano stati costretti alla clandestinità.

Il 9 novembre 1926 la Camera dei deputati, riaperta per approvare le leggi eccezionali, deliberava anche la decadenza dei deputati aventiniani.

In un primo momento la mozione, presentata da Farinacci, aveva parlato solo di aventiniani ed era stata motivata proprio con il fatto della secessione parlamentare: ne restavano perciò esclusi i comunisti che da lunghissimo tempo erano presenti in aula. Ma poi la mozione fu emendata da Augusto Turati ed estesa anche ai comunisti: contro l'ordine del giorno presentato votavano solo i deputati Pivano, Bavaro, Fazio, Gasparotto, Giovannini, Lanza di Trabia, Musotto, Pasqualino-Vassallo, Poggi, Scotti e Soleri.

Come effetto dell'ordine del giorno, gli unici rappresentanti dell'opposizione a Montecitorio rimanevano i 6 deputati appartenenti alla fazione giolittiana; già la sera prima Antonio Gramsci, in violazione dell'immunità parlamentare ancora vigente, era stato arrestato.


Resposta  Mensagem 13 de 13 no assunto 
De: lore luc Enviado: 30/04/2011 15:23

[modifica] La rivolta della plebe del 494 a.C.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Agrippa Menenio Lanato#L'apologo.

Il monte è di grande notorietà per esservisi rifugiati i plebei romani in rivolta (si è parlato di un vero e proprio sciopero), che furono ricondotti all'ordine dal senatore Menenio Agrippa con il famoso apologo pronunciato nel 503 a.C.: il convincente Agrippa spiegò l'ordinamento sociale romano metaforicamente paragonandolo (come in Esopo) ad un corpo umano, nel quale tutte le parti sono essenziali e, brevemente, ammise che se le braccia smettessero di lavorare lo stomaco non si nutrirebbe e proseguì dicendo che ove lo stomaco languisse, le braccia non riceverebbero la loro parte di nutrimento. La situazione fu velocemente ricomposta ed i plebei fecero solerte ritorno alle loro occupazioni. La plebe, rimanendo sulla collina per alcuni giorni e rifiutandosi di dare il solito contributo alla vita della città, ottenne l’istituzione dei tribuni della plebe e degli edili della plebe e l’istituzione di una propria assemblea, il concilium plebis, che eleggeva i tribuni e gli edili plebei. Le delibere dei concilia plebis (plebisciti) avevano valore di legge per i plebei. Sia i tribuni che gli edili della plebe erano inviolabili.

In ricordo dell'evento e a monito per il mantenimento degli accordi pattuiti i plebei eressero sulla cima del monte un'ara dedicata a Giove Terrifico.[6] Forse anche da questo deriva il titolo di "sacro" assegnato al monte.



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