17/06/2011 - manifestazioni in tutta italia
Specchi rotti e ombrelli aperti
Parte la sfida al "venerdì 17"
Uno specchio frantumato in mille pezzi: porterebbe 7 anni di sfortuna
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Alle 17,17 in Piazza Cln
un percorso ad ostacoli
per dimostrare che la
sfortuna non esiste
torino
Niente cornetti, aglio e amuleti e un no convinto alla credenza popolare del venerdì 17 «porta-iella». Perché «essere superstiziosi? Porta male». Ne è convinto Massimo Polidoro, docente di Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca, promotore e segretario nazionale del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap), che fin dal 2009, organizza, sempre in occasione del giorno più temuto dell’anno, una «Giornata anti-scaramanzia».
«Credere che un oggetto, una persona o una frase abbiano il potere di procurare disastri è una profezia che si auto-avvera», sostiene ancora Polidoro. Oggi, dunque, in nemerose città, tra cui Roma, Brescia, Pisa, Torino, Gorizia, Vicenza, i gruppi locali del Comitato organizzeranno eventi di vario tipo: incontri, conferenze, dibattiti ma anche dimostrazioni all’aperto, happy hour, grigliate e cene, tutte all’insegna del «No alla superstizione».
La novità di quest’anno è «un esperimento nazionale» che mirerà a misurare «se certi riti superstiziosi possano davvero influenzare la sorte», come racconta Marta Annunziata, biotecnologa all’Università di Torino e Coordinatrice dei Gruppi Locali del Cicap. «Proporremo ai partecipanti di lanciare dei dadi prima e dopo aver compiuto un gesto considerato “portasfortuna”. Per caso, qualcuno migliorerà, qualcuno peggiorerà e qualcuno farà lo stesso risultato di prima. Sui grandi numeri, però, contiamo di vedere se questi cambiamenti vanno al di là delle fluttuazioni casuali e se si può notare un effetto del gesto superstizioso».
Alle 17,17 in Piazza Cln sarà proposto un vero e proprio «Percorso a ostacoli per superstiziosi» e una piccola mostra sulle origini. Si chiederà ai passanti di passare sotto una scala aperta, rompere uno specchio, versare a terra del sale, fare in mille pezzi una lettera con la classica catena di sant’Antonio, aprire un ombrello al chiuso e via dicendo. A chi supererà tutte le prove verrà anche consegnato un diploma di «antisuperstizioso». Alle 21, invece, al Mausoleo della Bela Rosin, in Strada Castello di Mirafiori 148/7, si terrà una conferenza dal titolo «Essere superstiziosi porta male», aperta al pubblico e a partecipazione gratuita.
«Si tratta di un modo allegro e simpatico per svelare la pochezza di certi rituali che, se presi troppo sul serio, finiscono per condizionare negativamente la vita delle persone - conclude Polidoro - Da oltre 20 anni, siamo impegnati a combattere l’irrazionalità e il pregiudizio con le armi della scienza e della ragione. Lo facciamo attraverso libri, articoli, interventi radiotelevisivi, esperimenti, indagini, conferenze, convegni, ma anche con esperienze insolite e divertenti come la Giornata anti-superstizione».