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✿MARINA✿: AYRTON - Un ricordo....
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Réponse  Message 1 de 3 de ce thème 
De: haiku04  (message original) Envoyé: 21/03/2014 12:49

 

 
 
 Uno sguardo pensoso e forse malinconico, come tutti lo ricordano. Sullo sfondo i colori della bandiera brasiliana e la checkered flag,
ovvero il drappo a scacchi che segna la fine delle gare. Sotto l'auto da corsa che punta al traguardo. Ecco come Google rende omaggio
al pilota di Formula 1 più amato della storia, stroncato da un incidente in pista a Imola, il 1 maggio di 20 anni fa.
Oggi avrebbe quindi compiuto 54 anni Ayrton Senna da Silva, il brasiliano tre volte Campione del Mondo, nel 1988, 1990 e 1991.
Un doodle essenziale, sobrio, quasi fosse una cartolina commemorativa.
 
Ogni giorno vi sono notizie sulle condizioni di Schumacher e il suo imprudente incidente sugli sci, ma di Senna si è sempre
parlato poco, sebbene sia stato uno dei piloti più amati.... forse perchè l'hanno fatto correre su una monoposto inaffidabile,
cose che è meglio dimenticare...
 
****
 
Il suo volto resta, resiste, compare comunque gessato in un tempo già lontano. Ayrton continua a viaggiare nei nostri pensieri,
nelle fantasie e nelle memorie. E’ forse l’unico conforto prodotto da quella morte in pista cruenta e permanente anch’essa,
1 maggio 1994: un evento capace di consegnarci per sempre i tratti della giovinezza, i gesti di un campione dall’incedere furibondo,
i comportamenti di un uomo esposto, attraversato da sentimenti mai scontati, per nulla trascurabili.
Ho avuto il privilegio di lavorare nell’epoca sua, segnata dal suo correre, perdere, vincere, stravincere, dalla sua
determinazione assoluta, dal bisogno di trovare una pace, di combattere anche con qualche avversario interno,
di trovare conforto in Dio, di fare i conti con se stesso in un modo autarchico, manifesto e sconcertante.
Ho cercato di corrergli dietro, in qualche modo, perdendo il passo ma ritrovandolo, in fin dei conti, sempre,
perché perderlo di vista era proprio impossibile. Meravigliato com’ero, come eravamo in molti, quasi tutti,
da un ragazzo preso da una sorta di missione spesso suprema e basta, dalla propria ombra nella quale cercava
un compendio alla luce abbagliante del talento.
Per una serie di circostanze curiose che abbinano coincidenze, vite private, spostamenti, ho avuto la possibilità
di scambiare qualcosa che andava oltre il lavoro, suo e mio, sulle piste del Mondiale. Una vicinanza relativa
ma sufficiente a far scattare una curiosità e poi un interesse e poi qualche inattesa confidenza con
un uomo che per molti versi era capace di gesti lontanissimi dai miei, dai nostri, dettati da un qualche raggio celeste
e poi, all’improvviso protagonista di atti ben più leggibili, vicini, persino somiglianti ad una fatica condivisibile e quotidiana.
Un essere umano, semplicemente, simile ad altri, a ciascuno di noi, pronto addirittura ad offrirsi così.
Preso da un dubbio, da una rabbia, da una preghiera, da una debolezza, mentre in pista sembrava solo formidabile,
un fenomeno, un vero capo.

La morte in pista è parsa, talvolta, come un sigillo così drammatico da rendere ogni resto memorabile a tempo indeterminato.

Non credo si tratti solo del capitolo ultimo e finale quando cerchiamo di spiegare come mai Ayrton Senna resta Ayrton Senna,
una specie di simbolo, una figura leggendaria. Penso ai capitoli di una carriera sempre accompagnata da picchi evidentissimi.
Nei momenti della gioia, così come nei momenti difficili. Qualcosa che ha costretto chiunque a guardare nella sua direzione,
a prendere in mano a prendere atto, a valutare le caratteristiche di un viaggio unico.
Umanamente unico, oltre che agonisticamente strabiliante.
Per i vent’anni dalla morte ho scritto un libro. Per scriverlo ho sentito il bisogno di tornare nella sua camera d’albergo,
la Suite 200 dell’Hotel Castello di Castel San Pietro Terme, dove Ayrton trascorse la sua ultima notte, alle prese
con un lutto primo e fresco da pista, la morte di Roland Ratzenberger, e con un momento decisivo della propria vita,
con molte decisioni da prendere e la necessità di comporre una bilancio urgente.
Mentre mi trovavo là, nel silenzio della stanza, mentre scrivevo, ho ritrovato un patrimonio intatto,
ciò che Ayrton mostrò a suo tempo, come pilota, come persona. Abbastanza per commuovere e rimpiangere
ma anche per ripristinare un conforto profondo. Il valore di un percorso, di uno sforzo spaventoso, persino di un insegnamento.
È questo, credo, che conta, che tiene qui Ayrton, che porta Ayrton anche nel cuore e nella testa di chi non lo vide correre o fare.
Giovani o giovanissimi, pronti anche loro ad incontrare un uomo singolare e modernissimo.
Capace di considerare ciò che aveva ricevuto in dote dal firmamento, in un primo capitolo soltanto,
in una specie di spunto o di debito da accudire con un impegno assoluto, pagando pegno con una sofferenza acuta.
Luce e ombra, uniche e tenere, feroci e rare. Da guardarci dentro, guardando anche dentro noi stessi.
È questa l’eredità. Ed è per questo che Ayrton continua a correre nei nostri pressi come un ragazzo fortissimo,
fragile, meraviglioso.
 
 Giorgio Terruzzi
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 


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Réponse  Message 2 de 3 de ce thème 
De: Butterfy Envoyé: 21/03/2014 13:35
Dino Zoff

Quando ancora ero un giovane che sognava di diventare un giorno un grande portiere, la mia vera passione extra calcio era l’automobilismo. Ricordo l’emozione che provai assistendo ad una Mille Chilometri di Monza riservata ai prototipi: vinse una Ferrari guidata da Mike Parkes e da John Surtees.

Insomma, non ho la pretesa di essere un esperto di velocità: però posso tranquillamente ammettere di aver seguito con attenzione, tra una parata e l’altra!, quanto accadeva sui circuiti di mezzo mondo.

Per questo affermo che un pilota come Ayrton Senna io non l’ho mai visto. La memoria mi spingerebbe a paragonarlo a Jim Clark, ma ai tempi dello scozzese la televisione non era tanto presente negli autodromi, quindi ci dovevamo rifare, noi fans della velocità, a cronache che magari sconfinavano nella leggenda metropolitana.

Invece Senna è stato il protagonista di un’era che non aveva segreti. Tutti potevamo controllare e verificare tutto, tramite le telecamere. E io di Ayrton ho avuto modo di apprezzare imprese strepitose.

Mi viene subito in mente il primo giro sotto il diluvio, a Donington nel 1993: fu un capolavoro di classe e di ardimento, gli avversari rallentavano in mezzo al temporale, lui accelerava. Incredibile e meraviglioso: così come era affascinante la sua assoluta precisione nei secondi finali della caccia al pole il sabato dei Gran Premio. Ayrton aspettava sempre l’ultimo istante utile, poi non sbagliava mai: sintomo di una sensibilità perfetta per le esigenze immediate e estreme del momento. Un po’,se posso permettermi, come la scelta del tempo per un portiere che deve uscire dai pali per abbrancare una palla che spiove dall’alto. Con la differenza che lui, Senna, queste cose le faceva a trecento all’ora, rischiando la pelle!

E poi, lo ammetto, mi piaceva la romantica contrapposizione tra le sue due anime. L’Ayrton pilota aveva qualcosa di sovrumano, per le ragioni che ho appena esposto. Ma senza casco, fuori dalla macchina, il personaggio esprimeva un moto, questo invece umanissimo, di sensibilità verso quanto apparteneva alla vita vera, ai problemi della gente comune, soprattutto c’era in lui una attenzione non superficiale per i drammi del suo paese, il Brasile.

L’1 maggio 1994, quando la sorte gli tagliò la strada a Imola, io stavo in panchina, come allenatore della Lazio, per una partita del campionato di serie A. Non ricordo assolutamente il risultato: in compenso, rammento vivissimo il dolore, come per un lutto personale, che provai quando mi dissero che Ayrton non c’era più. Ed è per questo che anni dopo, trovandomi in Brasile per ragioni legate al mio mondo, al calcio, mi sono recato al cimitero di Morumbi.

Per dedicargli una preghiera.

Felipe Massa

Quando Ayrton se ne è andato,in Brasile ci siamo sentiti tutti orfani. Io ero un ragazzino, avevo da poco compiuto tredici anni quando arrivò la notizia della tragedia di Imola. Fu un lutto collettivo. Piangevamo tutti, ci abbracciavamo per le strade, sconvolti da un vuoto che sapevamo non sarebbe stato mai colmato. Non avevamo perso soltanto un grande campione dell’automobilismo. Con Senna, si congedava un meraviglioso simbolo del nostro immenso paese. Ayrton è stato, nella storia della mia nazione, importante tanto quanto il leggendario Pelè, che con il pallone tra i piedi ha esaltato la passione di un popolo per il calcio, per il gol, per le emozioni figlie di uno stadio.

Sì,Ayrton non è stato semplicemente un asso del volante. La sua sensibilità nei confronti dei problemi del Brasile era qualcosa di meraviglioso. Lui si impegnava concretamente,senza cercare pubblicità gratuita, a beneficio delle fasce più deboli della popolazione, partendo dai bambini. Era un uomo vero e questo la gente lo capiva.

Sul pilota, posso tranquillamente affermare che è stato il migliore di tutti. Aveva una propensione straordinaria per la velocità. Non mi piacciono i paragoni tra protagonisti di epoche diverse, però non ho mai visto, in Formula Uno,  un campione con il suo istinto sul giro secco, con la sua capacità di portare il mezzo meccanico al limite, senza mai smarrirne il controllo. Era animato da una insopprimibile volontà di vittoria: in Brasile lo amavamo anche per questo, ma credo fosse ammirato anche in ogni altro angolo del pianeta.

Nel mio piccolo,sono orgoglioso di aver guidato per anni la Ferrari, la macchina con la quale certamente avrebbe concluso la carriera se il destino non avesse deciso diversamente. E mi commuove l’idea di essere adesso al volante della Williams, quella che è stata la sua ultima scuderia.

Ayrton Senna è nel mio cuore. E ci resterà per sempre.

E resterà anche nel nostro cuore...

Réponse  Message 3 de 3 de ce thème 
De: MOTHERSIXTEN Envoyé: 22/03/2014 19:12
Non pensavo che fossero trascorsi gia' 20 anni da quel fatitico giorno in cui sulla pista di  Imola perdevamo il  grande campione Senna.
Ricordo come fosse oggi il dispiacere che provoco' in tutti coloro che lo avevano tanto amato come campione....
Anche se il tempo vola inesorabilmente,il ricordo pero' e' fermo nel tempo......


 
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