Pali
vestiti di neve
e sopra passeri
ghiacciati giacciono
come sentinelle
d'un tempo
controverso
di occhi sbarrati.

Se sei tu
il peso della mia colpa
il sigillo dell'assoluzione
il tredicesimo giudice
dei miei scandali
scritti sul sangue che bolle
come se il corpo mi fosse fucina
e le tue parole mi divenissero lapilli
nell'incandescenza del comprenderci
Allora, io sono in te.

Non dirmi cos'è il vuoto

Non dirmi cos'è il vuoto
non dirmi cosa c'è dietro
lasciami l'ebbrezza
carezza
d'istanti ripetuti
acchiappati
abbracciati
- maledetti
benedetti -
e sale il mio pudore
si contano le ore
mare
fruscio di vento
sole lento
l'orizzonte stanco
il cielo sembra un ammanco
sfuma la luna
si diradano le stelle
e cantano le onde
profonde
di assenza
l'essenza
senza.