Una piccola nuvola che svolazzava sulle Alpi, un giorno decise di staccarsi dalla mamma e di viaggiare per vedere un po’ il mondo. Si rivolse al grande nuvolone e disse “Mamma, mi annoio qui. Sempre e solo montagne ed alberi… Voglio vedere il mondo!”
La mamma, sorridendo, le disse: “Il mondo è uguale dappertutto e vedrai che ti stuferai e vorrai tornare a casa.".
Ma la nuvoletta non si lasciò incantare dai soliti discorsi e pregò il vento del Nord di darle una soffiata verso sud!! Verso le terre calde!
Il vento, dapprima cercò di dissuaderla, ma, vedendo che non c’era verso di farle cambiare idea, prese fiato e la soffiò via.
Volava serena e veloce sulle terre verso sud. L’aria diventava sempre più calda e la faceva sudare. Lasciava dietro di sé, sempre più particelle di vapore e si sentiva più leggera. Durante la notte, però, grazie all’umidità e al fresco, riprendeva la sua grandezza normale e il giorno continuava a fluttuare.
Un bel giorno, arrivò al mare! Che stupore! Si doveva fermare un attimo a guardare! La spiaggia era di un bianco che faceva male agli occhi e il mare era di un azzurro da far venir voglia di tuffarsi! Da lì su poteva vedere tutto. Certo che faceva un caldo però…
Ma cos’era tutto questo frastuono? La gente, di colpo, si era alzata dalle sdraio e con i pugni rivolti al cielo, imprecava contro di lei. Perché? Solo perché stava offuscando il sole per un po’? Non era giusto! Anche lei voleva godere della vista sul mare, della brezza gentile che la dondolava e, perché no, anche del sole che la stava asciugando.
All’inizio si arrabbiò molto, ma poi le venne da piangere. Le sue lacrime cadevano grosse come goccioloni di un temporale estivo e la gente, invece di impietosirsi, imprecava sempre più ad alta voce e scappava verso casa.
La brezza, che era la cugina del vento del nord, le venne incontro e disse: “Su, non piangere, qui non sei la benvenuta. La gente viene al mare per il sole e il bel tempo. Non ne vuole di nuvole, né grandi, né piccole. Conosco un posto un pochino più a sud, dove però sarebbero felici di vederti!”. Così dicendo la soffiò delicatamente verso queste terre calde e secche. La nuvoletta giunse così al deserto del Sahara. Si guardò intorno, ma vedeva solo sabbia. Sentì la solitudine e la tristezza la assalì di nuovo. Cominciò a piangere sempre più forte. Ecco di nuovo il frastuono! Di nuovo la gente! Ma non imprecavano, no, la acclamavano e ridevano di gioia. Alcuni persino ballavano. Erano felici dell’acqua che cadeva su di loro e sulla terra arida. Questo la nuvola però non lo sapeva e dalla felicità smise di piangere.
Certo che qui però faceva proprio caldo! Torrido! Si sentiva sciogliere. Però la gente la accettava! Ma come mai? Perché ora se ne andavano tutti? Perché non erano più felici e non saltavano e ballavano? La piccola nuvola era ormai così debole e piccola che non ce la faceva nemmeno ad essere triste. Stava evaporando velocemente. Con le poche forze rimaste, pregò il vento dell’est di spingerla ad Ovest, ma egli le disse che lì le terre erano anche calde e che rischiava di non arrivarci nemmeno. Allora chiese al vento dell’ovest di soffiarla verso est, ma non ne aveva voglia.
La nuvoletta si era sciolta così tanto, che la sua ombra non copriva nemmeno più la piccola oasi che si era formata grazie al suo pianto.
Aveva paura.
Il vento del sud si impietosì e le chiese se non volesse tornare a casa. “Si, ti prego” rispose la piccola nuvola stremata.
Il vento, allora soffiò più forte che poté e la nuvoletta iniziò il suo volo verso casa. Il vento l’aveva soffiata così veloce ed in alto che riprendeva forma velocemente e cresceva a vista d’occhio.
Non appena arrivò sulle Alpi, vide la sua mamma. Essa le fluttuò in contro così veloce, che quando si abbracciarono, ne nacque un tuono forte e minaccioso. Dalla gioia cominciarono a piangere. Ecco che era nato un temporale!