San Giosafat Kuncewycz 
Vescovo e martire
 
Wolodymyr in Volynia, Ucraina, 1580 - Vitesbk, Bielorussia, 12 novembre 1623
 
Nasce  a Wolodymyr in  Volynia  (Ucraina) nel 1580 e viene ricordato come il  simbolo di una  Russia  ferita dalle lotte tra ortodossi e uniati. La  diocesi di Polock  si  trovava in Rutenia, regione che dalla Russia era  passata in parte  sotto  il dominio del Re di Polonia, Sigismondo III.  La fede dei  Polacchi era  quella cattolica romana; in Rutenia invece,  come nel resto  della Russia,  i fedeli aderivano alla Chiesa  greco-ortodossa. Si tentò  allora  un'unione della Chiesa greca con  quella latina. Si mantennero  cioè i  riti e i sacerdoti ortodossi, ma  si ristabilì la comunione con  Roma.  Questa Chiesa, detta «uniate»,  incontrò l'approvazione del Re di  Polonia  e del Papa Clemente VIII.  Gli ortodossi, però, accusavano di  tradimento  gli uniati, che non  erano ben accetti nemmeno dai cattolici  di rito  latino. Giovanni  Kuncevitz, che prese il nome di Giosafat, fu  il grande  difensore della  Chiesa uniate. A vent'anni era entrato tra i  monaci  basiliani.  Monaco, priore, abate e finalmente arcivescovo di  Polock,  intraprese  una riforma dei costumi monastici della regione  rutena,  migliorando  così la Chiesa uniate. Ma a causa del suo operato  nel 1623  un gruppo  di ortodossi lo assalì e lo uccise a colpi di spada e  di  moschetto.  
Patronato: Ecumenisti
Emblema: Bastone pastorale, Palma
 Martirologio Romano:   Memoria  della passione di san Giosafat (Giovanni) Kuncewicz, vescovo di   Polotzk  e martire, che spinse con costante zelo il suo gregge   all’unità  cattolica, coltivò con amorevole devozione il rito   bizantino-slavo e, a  Vitebsk in Bielorussia, a quel tempo sotto la   giurisdizione polacca,  crudelmente assalito in un tumulto dalla folla a   lui avversa, morì per  l’unità della Chiesa e per la verità cattolica.