
Sant' Angelo da Gerusalemme (di Sicilia) 
Martire, carmelitano
Gerusalemme, 1185 – Licata (Agrigento), 5 maggio 1225
 Emblema: Palma, tre corone, spada
Angelo      nacque a Gerusalemme, i suoi genitori erano dei  giudei convertiti,      alla loro morte lui e il fratello gemello Giovanni,  decisero di  entrare     fra i Carmelitani, emettendo poi la professione  religiosa  nelle  mani    del Superiore generale s. Brocardo, nel convento  sul  Monte  Carmelo. Il    Monte  Carmelo in  Palestina segna il confine tra la  Galilea e la    Samaria e  termina con  il promontorio omonimo che forma il  golfo di    Haifa, fu  la culla  dell’antico Ordine monastico contemplativo  d’origine     orientale, che  prese il nome proprio dal monte, i Carmelitani. L’Ordine      si trasformò da contemplativo in Ordine mendicante nel XIII   secolo,     quando fu introdotto in Occidente, secondo la Regola di s.   Alberto  di    Gerusalemme; era il secolo di s. Francesco  d’Assisi e di  s.  Domenico    Guzman e del sorgere ed espandersi degli  Ordini  mendicanti,  che  tanta   rivoluzione spirituale, portarono nella   Chiesa di Cristo. E    in quel  periodo Angelo entrò  nel Carmelo; a 25 anni fu ordinato     sacerdote e  un po’ più tardi nel  1218, gli diedero la missione di     recarsi a  Roma per illustrare ed  ottenere dal papa Onorio III la     conferma  della nuova e definitiva  Regola del Carmelo; il papa, lo stesso     che  approvò l’Ordine  Francescano, la concesse nel 1226. Dopo      aver predicato fruttuosamente in s. Giovanni in Laterano, Angelo fu       inviato in Sicilia per predicare contro i ‘catari’ che infestavano       l’isola. L’eresia catara si propagò dopo il 1000, dall’Oriente       all’Occidente; essa portava a concepire un’antitesi primordiale tra il       Bene e il Male (dal quale procede il mondo) e alla condanna  radicale   di    tutto ciò che è carnale e terreno: condanna del  matrimonio,   negazione    della resurrezione della carne,  vegetarianismo, divieto    dell’esercizio   della giustizia e delle  armi, condanna della proprietà    privata. Fra   gli adepti vi  erano  i  semplici ‘credenti’ ed i ‘perfetti’, che si    distinguevano  per il  loro  ascetismo, per cui si lasciavano morire  anche   di fame. Il movimento   eretico assunse secondo la Nazione in cui si estendeva,     varie   denominazioni: Albigesi, Bulgari, Patarini, Pubblicani e nel     periodo  in  cui visse s. Angelo era particolarmente in fase di    espansione   in tutto  l’Occidente cristiano. A     Licata  (Agrigento) s’imbatté in un signorotto locale, certo      Berengario, che  oltre ad essere un cataro ostinato, viveva     nell’incesto;  Angelo  convinse la compagna di quest’uomo a lasciarlo,     Berengario  infuriato lo  assalì, mentre predicava nella chiesa dei  ss.    Filippo e  Giacomo,  ferendolo mortalmente con cinque colpi di  spada.   Fu  trasportato  in una  casa vicina dai fedeli, dove quattro  giorni   dopo  morì per le  ferite  riportate, era il 5 maggio 1225,  chiedendo   agli  abitanti e fedeli  di  Licata di perdonare l’uccisore. Fu     sepolto nella stessa  chiesa del martirio e il suo sepolcro divenne      subito meta di  pellegrinaggi, il suo culto si diffuse rapidamente. L’Ordine   Carmelitano lo venera come santo almeno dal 1456 e papa Pio II       (1405-1464) ne approvò il culto. Nel 1662 le sue reliquie furono       traslate nella nuova chiesa, edificata nello stesso luogo in seguito       alla liberazione della città dalla peste (1625) per intercessione del       Santo. Nell’arte è raffigurato con la palma del martirio in mano,  tre      corone (verginità, predicazione, martirio) e con una spada che  gli      trapassa il petto. Il  culto     di s. Angelo da Gerusalemme concorse fortemente all’espansione       dell’Ordine Carmelitano in Sicilia e in Italia. La sua festa si  celebra      il 5 maggio.
Autore: Antonio Borrelli