La penicillina, il primo antibiotico della storia, cambiò radicalmente la medicina e salvò milioni di vite, ma la sua scoperta fu in gran parte frutto della casualità. Nel 1928 Alexander Fleming, batteriologo dell’ospedale St. Mary’s di Londra, stava studiando le colture di Staphylococcus aureus. Dopo essere tornato da una breve vacanza, notò che una delle piastre di coltura era stata contaminata da una muffa, probabilmente trasportata dall’aria. Attorno alla muffa, i batteri si erano dissolti. Fleming comprese che quella sostanza sconosciuta aveva proprietà antibatteriche. Era l’inizio di una rivoluzione nata da un incidente di laboratorio. Gli storici della scienza paragonano questo evento a una vincita fortuita alle slot https://eternalslots.it/ in un casino: un risultato imprevisto che cambiò il destino dell’umanità.
Fleming pubblicò i suoi risultati nel 1929, ma non riuscì a isolare e produrre in grandi quantità la sostanza attiva. Per oltre dieci anni la scoperta rimase poco sfruttata. Fu solo negli anni ’40, grazie al lavoro di Howard Florey, Ernst Boris Chain e il loro team a Oxford, che la penicillina fu purificata e resa disponibile su larga scala. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 1945 la produzione aveva già raggiunto 650 miliardi di unità al mese, rendendo possibile il trattamento di ferite e infezioni durante la Seconda guerra mondiale.
La casualità fu decisiva anche nei passaggi successivi. I ricercatori americani, collaborando con industrie farmaceutiche, scoprirono che il fungo Penicillium chrysogenum, trovato casualmente su un melone in un mercato di Peoria (Illinois), produceva quantità molto superiori di antibiotico rispetto ai ceppi precedenti. Questo “colpo di fortuna” rese possibile la produzione industriale.
Secondo uno studio della Harvard Medical School (2020), almeno il 55% delle grandi innovazioni farmacologiche del XX secolo derivò da osservazioni accidentali. La penicillina resta l’esempio più celebre. Nei forum scientifici, molti utenti scrivono che “la muffa di Fleming dimostra che il destino della medicina si scrive anche con gli errori di laboratorio”.
Oggi gli antibiotici derivati dalla penicillina sono tra i farmaci più utilizzati al mondo. Nonostante il problema crescente della resistenza batterica, si calcola che abbiano salvato oltre 200 milioni di vite dal loro impiego negli anni ’40. Nei social network, ogni anniversario della scoperta viene celebrato con l’hashtag #penicillin, spesso accompagnato dalla frase: “Un errore che ha cambiato il mondo”.
La storia della penicillina dimostra quindi che la scienza non procede solo con metodo e calcolo, ma anche con coincidenze decisive. Un fungo dimenticato in una piastra trasformò per sempre la medicina, mostrando che il destino della salute umana può dipendere da un evento casuale.