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◄ INDIANI D´ AMERICA: LA TRISTEZZA DELL´ INCA
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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: Nando1  (Mensaje original) Enviado: 25/06/2011 06:39
Amérindiens ...  belle immagini

 

LA TRISTEZZA DELL´ INCA

 

A Cajamarca iniziò l’agonia.


Il giovane Atahualpa,azzurro stame,

albero insigne, udì che il vento

portava rumori d’acciaio.

Veniva un confuso

sfolgorio e tremore dalla costa,

un galoppo incredibile

-impennate e potenza-

di ferro e ferro tra le erbe.

Arrivarono i dignitari.

L’Inca uscì dalla fanfara

circondato dai signori.


Gli ospiti

dell’altro pianeta, sudati e barbuti,

facevano la riverenza.


Il cappellano

Valverde, cuore infido e, lurido sciacallo,

presenta uno strano oggetto, un pezzo

di canestro, forse un frutto di quel pianeta

di dove vengono i cavalli.

Atahualpa lo prende. Non sa

di che si tratti:non brilla,non suona,

e lo lascia cadere sorridendo.


“Morte,

vendetta, ammazzate, che io vi assolvo”

grida lo sciacallo dalla croce assassina.

Il tuono viene in aiuto ai banditi.

Il nostro sangue nella sua culla è versato.

I principi circondano come un coro

l’Inca, al momento dell’agonia.

 

Diecimila peruviani cadono

sotto le croci e le spade, il sangue

bagna i vestimenti di Atahualpa.

Pizarro, il crudele porco

d’ Estremadura, fa incatenare le delicate braccia

dell’Inca. E la notte è discesa

sopra il Perù come una nera brace.

 

Più tardi sollevò la stanca

mano il monarca, e al di sopra

delle teste dei banditi,

toccò le pareti.


E là tracciarono

la linea rossa.

Tre stanze

bisognava riempire d’oro e d’argento,

fino a quella linea del suo sangue.

Notti e notti girò la ruota dell’oro.

Giorno e notte la ruota del martirio.

 

Rasparono la terra, staccarono

le gemme  fatte con amore e spuma,

strapparono il braccialetto alla sposa,

disertarono i loro dei.

Il villano diede la sua medaglia,

il pescatore la sua goccia d’oro,

e i vomeri tremavano nell’eco

dei messaggi e delle voci su monti

mentre la ruota dell’oro girava.


Allora tigre e tigre si riunirono

e si spartirono il sangue ed il pianto

Atahualpa attendeva, lievemente

triste nello scosceso giorno andino.

Non si dischiusero le porte. Fino all’ultima

gemma si spartirono gli avvoltoi:

i turchesi rituali, il vestito

laminato in argento: le unghie brigantesche

facevano i calcoli, e la risata

del frate, tra i carnefici,

era udita dal Re con gran tristezza.

 

Maturo si sentiva dentro, e la sua pace

disperata era tristezza. Pensò a Huascar.

Erano forse chiamati da lui gli stranieri?

Tutto era enigma, tutto era coltello,

tutto era deserto, solo la linea rossa

vivente palpitava

e ingoiava le viscere gialle

del regno ammutolito che periva.

 

Entrò allora Valverde con la Morte.

“Ti chiamerai Juan”  gli disse,

mentre prepararono il rogo.

E grave gli rispose “Juan,

Juan mi chiamo, per morire”

senza capire ormai neppur la morte.


Lo legarono per il collo, e un uncino

si conficcò nell’anima del Perù.

Pablo Neruda
 

 



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Respuesta  Mensaje 2 de 5 en el tema 
De: Gemmaverde Enviado: 25/06/2011 10:48
In un tempo molto lontano, Inti, il Sole, concedeva la grazia del suo splendore e la signoria dell'Impero solo ai suoi figli prediletti.
Nella capitale dell'Impero di Quosquo regnava un Inca figlio del Sole, la cui rettitudine, generosità e coraggio, gli avevano assicurato l'amore e il rispetto della sua gente. Il suo popolo lo amava incondizionatamente, al punto di dimenticare persino le sue origini divine. Un brutto giorno questo nobile Cacique si ammalò di una grave quanto misteriosa malattia. A nulla valsero le preghiere della sua gente. Gli stregoni chiamati al suo capezzale improvvisarono danze, fecero ogni sorta di esorcismi, provarono tutti i rimedi conosciuti, ma nulla poterono contro il male che inevitabilmente stava conducendo il nobile Cacique verso la fine dei suoi giorni. Il suo popolo era disperato, ormai avevano perso ogni speranza di poter vedere il viso del loro amato capo ritrovare lo splendore del Sole, quando capitò da quelle parti un viandante. Fu trattato subito come ospite di riguardo e giunto il momento di riprendere il suo viaggio, chiese il perchè della tristezza che leggeva nei loro occhi. Saputo il motivo, assicurò che da qualche parte dell'Impero esisteva un rimedio per la malattia dell'Inca. Si trattava di una sorgente dalle acque miracolose, ma per trovarla era necessario attraversare tutta la Cordillera.
 
 

Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: Gemmaverde Enviado: 25/06/2011 10:51

Non c'era tempo per inviare qualcuno a prelevare l'acqua dalla sorgente miracolosa.Allora alcuni tra i più valorosi guerrieri dell'Impero, organizzarono una spedizione attraverso le montagne. A turno portavano in spalla il Cacique, quasi senza concedersi sosta, la vita del loro amato Signore era in pericolo e non c'era tempo da perdere. Qosquo la città Imperiale era ormai lontana, quando videro un fiume che correva impetuoso sotto le cime della montagna. Decisero di segurlo finchè correva nella loro stessa direzione, ma arrivati ad un certo punto, il fiume deviava il suo percorso e si dirigeva verso Est sbarrando loro la strada. Cercarono un passo che permettesse loro di poterlo attraversare, ma invano. Guadare il fiume era impossibile a causa della violenza della corrente che li avrebbero inevitabilmente trascinati via. Il povero Cacique era sempre più debole, ormai non aveva più neanche la forza per aprire gli occhi. I suoi guerrieri con profonda tristezza compresero che ormai nulla potevano per salvare il loro Signore, che l'indomani non avrebbe aperto più gli occhi al Sole. Decisero di accamparsi li e aspettare l'alba. Inti, il Sole, che dal giorno della loro partenza, non aveva mai smesso di segurli durante il loro viaggio, commosso dall'amore, dall'abnegazione e da quella prova di lealtà dimostrata da quei valenti guerrieri nei confronti di quel suo figlio prediletto decise di aiutarli. All'alba quando si svegliarono, furono testimoni di un'autentico prodigio, sul fiume era comparso all'improvviso un grandissimo ponte di pietra dove sotto scorreva l'impetuoso fiume. Attraversarono il ponte, rendendo grazie al magnanimo Sole e dall'altra parte del ponte c'era la sorgente miracolosa. Il Cacique bevve di quell'acqua e guarì all'istante.

 


Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: Marika Enviado: 25/06/2011 18:01
 «La tristezza che invade è la tristezza del tramonto, quando il sole cede il passo a una luna che è malvagia perché giunge a concludere un giorno in cui il lavoro è stato vano, perché la terra si è disseccata, i frutti non hanno risposto alle attese, le fonti si sono prosciugate e nessun abisso si è dischiuso a inghiottire l’uomo, che dunque resta testimone dell’aridità della terra, del niente che ne è nato. Il nichilismo conclude la ‘terra della sera’ e custodisce il senso del tramonto.»

Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: Marika Enviado: 25/06/2011 18:05
 
Il miglior giardiniere
 

Una vecchia signora mi aveva regalato, molto tempo fa, dei fiori molto belli, i gigli degli Incas con le radici, e io li avevo messi a dimora nel mio giardino: li innaffiavo, li curavo e proteggevo dal sole e dalle intemperie.
Ma con mio grande dispiacere dopo alcune fioriture erano finiti con lo sparire.
Nonostante questo avevo continuato a sorvegliare il terreno per vedere se fossero rispuntati... sono passati due anni.
Ho avuto recentemente la gioia di vederli ricrescere, mettere delle foglie e anche fare dei magnifici fiori!
Mi ero talmente presa cura di loro che non potevo credere alla loro scomparsa, infatti, essi erano rimasti sempre là, ben nascosti, ma vivi.

Il Signore è il miglior Giardiniere.
Egli sa esattamente ciò che fa con ognuno di noi, e come farlo.
Non è mai stressato né disperato perché sa attendere il momento giusto.
Non è mai inquieto nel momento in cui scompariamo e tutto sembra perduto.

Egli sa che le cure benevole e nutrienti che ci ha elargito,
ci riporteranno sulla giusta strada.
Egli crede in noi anche quando non ci crediamo più neanche noi...

Signore,
grazie di credere in me nonostante tutto!
Io ti benedico perché Tu non cessi di insufflare la Vita in me
giorno dopo giorno.
Io non voglio pensare che la mia vita, o quella di altri,
sia perduta o senza futuro,
poiché sono prezioso ai Tuoi occhi
e Tu, con infinito amore,  ti prendi cura di me.

dal web



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