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◄ POESIE TONY KOSPAN: SAN FRANCESCO IN UNA VISIONE LAICA
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 04/10/2012 09:40
 
 
 
Oggi che è in corso in tutto il mondo 
 la festa in suo onore desidero dire 2 parole
su questa grandissima personalità ancor oggi amatissima,
dopo quasi mille anni, sia da credenti che non…

 

 

 
 
 
SAN FRANCESCO
IN UNA VISIONE LAICA
Tony Kospan
 
 
 
 
 
San Francesco (Assisi 1182 ca. - Assisi  1226)
 
 
 
 
 
Il suo amore per il creato in genere… gli umili... gli animali... la natura in ogni sua forma… ne fanno un antesignano immenso e geniale del pensiero moderno…
 
 
Ne è la più chiara rappresentazione questa sua famossima poesia…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL CANTICO DELLE CREATURE

 

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne
benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo
Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate. 

 

 

 

 
 
 
 
 
Le celebrazioni per la sua festa costituiscono ogni anno quindi un momento forte, a mio parere,  per ripensare la sua personalità e la sua missione, sia in chiave religiosa che laica nonché il suo lascito in temini d'amore e fratellanza universale... ma anche di libertà di pensiero e di capacità di opporsi a diktat di cieche autorità...
 
 
In tempi difficili come i nostri dobbiamo, se non vogliamo perdere il filo di una vita degna e ragionevole:
- lasciar cadere tanto "vergognoso ciarpame" che ci bombarda da ogni dove…, (soprattutto dai mass media e da chi li guida...)
- cercare di esser vicini alle persone che maggiormente soffrono per la crisi...
- e focalizzare le eterne problematiche veramente essenziali del nostro esser umani...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Queste ultime sono rappresentate principalmente da tre aspetti che non possono, nè potranno, essere messi mai da parte né da chi crede... né da chi non crede:
 
 
 
 
Dio o il Mistero della Vita,
l’Uomo 
e la Natura.
 
 
 
 
 Tony Kospan
 
 

 

 

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De: Futuro2012 Enviado: 05/10/2012 19:10

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Futuro2012 Enviado: 05/10/2012 19:13

San Francesco e il lupo

Angiolo Silvio Novaro
 

Viveva un dì, narra un’antica voce
intorno a Gubbio un lupo assai feroce
che aveva i denti più acuti che i mastini
e divorava uomini e bambini.
Dentro le mura piccole di Gubbio
stavano chiusi i cittadini e in dubbio
ciascuno della vita. La paura
non li lasciava uscire dalle mura.
E San Francesco venne a Gubbio, e intese
del lupo, delle stragi, delle offese;
ed ebbe un riso luminoso e fresco,
e disse: “O frati, incontro al lupo io esco!”.
Le donne avevano lagrime così
grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.
E a mezzo al bosco ritrovò il feroce
ispido lupo, e con amica voce
gli disse: “O lupo, mio fratello lupo,
perché mi guardi così ombroso e cupo?
Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti:
Io so che tu fai molto male a Gubbio
e tieni ognuno della vita in dubbio,
e so che rubi uccidi e non perdoni
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:
Orbene ascolta: come è vero il sole,
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!
Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto
che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto:
ma tu prometti essere onesto e dritto
e non dare la minima molestia:
Essere insomma una tranquilla bestia.
Prometti dunque tutto questo, dì?”.
Il lupo abbassò il capo, e fece: “Si!”.
“Davanti a Dio tu lo prometti?”.
E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede.
Allora il Santo volse allegro il passo
a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso.
In Gubbio fu gran festa, immenso evviva:
scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.
E domestico il lupo entro rimase
le chiuse mura, e andava per le case
im mezzo ai bimbi come un vero agnello,
e leccava la gota a questo e a quello.
E poi morì. E fu da tutti pianto
e seppellito preso il campo santo.



 
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