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Respuesta  Mensaje 1 de 8 en el tema 
De: Nando1  (Mensaje original) Enviado: 12/04/2013 14:38
Cronaca
12/04/2013 - Tecnologia al servizio della medicina

La calza hi-tech contro il diabete
ha un’impronta “made in Torino”

Nella foto da sinistra Mario Esposito, Maurizio Macagno e Davide Viganò.

La calza a sensore misura e trasmette la mappa del piede, dato utile in campo sia medico sia sportivo

 

Tre giovani ricercatori italiani, cervelli in fuga, hanno conquistato con il loro brevetto il secondo posto all’Ispo di Monaco
marco accossato
TORINO

Ha un’impronta «made in Torino» il brevetto di tre giovani ricercatori italiani - cervelli in fuga dal nostro Paese - che ha conquistato il secondo premio nella categoria «Innovazione» all’ultima edizione dell’Ispo di Monaco, la fiera degli sport invernali più importante d’Europa. L’intuizione del torinese Maurizio Macagno, 42 anni, e dei colleghi Mario Esposito e Davide Viganò - fondatori di una società negli Usa - è il trasferimento delle conoscenze e della tecnologia maturate in campo sportivo per la prevenzione e le terapie in ambito sanitario. 

 

Il progetto che ha conquistato il secondo posto a Monaco è quello di una «calza intelligente» destinata ai pazienti diabetici. «Circa il 70 per cento di loro soffre di danni ai nervi delle estremità corporee - spiega Macagno -. Non sono spesso in grado di sapere se il piede è costretto in una scarpa troppo stretta oppure se si sono create piccole ferite o vesciche. E spesso purtroppo queste degenerano in ulcere, che a loro volta portano sovente all’amputazione». Nel mondo ogni 30 secondi un arto è perso a causa di questa terribile malattia.  

 

La società creata dai tre italiani - la Heapsylon - ha sviluppato un tessuto che agisce da sensore in grado di rilevare i valori fisiologici del corpo: peso, pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione e in futuro potenzialmente persino i livelli di glucosio nel sangue. Una calza in grado di trasmettere a qualsiasi computer la «mappa» del piede, per evidenziare quanti e quali sono ad esempio i punti di attrito e pressione maggiore, quelli anomali, o i più a rischio di ulcere proprio in caso di diabete. 

 

Da sette anni e mezzo negli Usa, Maurizio Macagno ha lavorato per quattordici in Microsoft, come Senior Program Manager nella divisione Xbox/Kinect, ruolo che ha lasciato due anni fa per fondare a Redmond, insieme a Esposito e Viganò, la Heapsylon. 

Spiega Macagno: «Il piede è la parte del corpo con il maggior numero di ossa, legamenti e muscoli, ma è un organo sottovalutato dall’evoluzione tecnologica. Strumenti come le “smart fabrics”, le stoffe intelligenti, consentono non solo di sapere se una persona “sta bene” o “male”, ma quanto, con valori precisi, e differenze misurabili nel tempo. Il che può avere risvolti non solo in ambito medico ma anche sportivo, dove c’è un interesse e uno sviluppo legato più alle possibilità di minimizzare gli infortuni e massimizzare i risultati degli atleti». 

 

Oltre che uno strumento prezioso di allenamento per gli otre 25 milioni di corridori soltanto in America, la calza intelligente può insomma rappresentare una speranza per oltre 340 milioni di diabetici al mondo, la metà circa dei quali non sa di esserlo. «La calza - spiega ancora Macagno - contiene al suo interno una serie di sensori in grado di rivelare la pressione esercitata sul piede, e quindi come lo si appoggia a terra camminando o correndo. I dati raccolti trasmessi dai sensori a una cavigliera, vero cervello elettronico del sistema, vengono inviati poi al computer personale o a quello del medico per essere elaborati con un software dedicato, in modo da avere una situazione sempre aggiornata». 

 

Per comprendere l’utilità di uno strumento che misura i punti di pressione eccessiva sul piede è sufficiente pensare che il 70 per cento di chi corre lo fa in modo scorretto soffrendo traumi più o meno gravi ogni anno. 

è un sistema sofisticatissimo. Sensore e stoffa sono stati testati per diversi ph della pelle. E, garantiscono gli ideatori, «il sensore non dà assolutamente fastidio». Come tutte le calze, anche le smart fabrics si possono lavare, e rimpiazzare quando sono consumate: «Il costo principale dell’intero sistema - garantiscono anche in questo caso i progettisti - non è la calza in sé ma il sistema di trasmissione, cioè la cavigliera, che rimane». 



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De: Serenella Enviado: 13/04/2013 03:00
Ottima notizia

Grazie!

Respuesta  Mensaje 3 de 8 en el tema 
De: Nando1 Enviado: 13/04/2013 05:29
Il diabete

Il diabete è una malattia che causa elevati livelli di glicemia, cioè un'alta concentrazione di glucosio (zucchero) nel sangue. Si tratta di una condizione morbosa caratterizzata da un difetto nella capacità di metabolizzare i carboidrati, a causa dell'insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas. In questo organo si trovano le isole di Langerhans, che hanno il compito di produrre due ormoni, l'insulina e il glucagone, che influiscono sul livello di glucosio nel sangue.

I carboidrati come lo zucchero e l'amido rappresentano una delle principali fonti di energia per l'organismo. Una volta ingeriti con il cibo, vengono scomposti dagli enzimi dell'apparato digerente in zuccheri semplici. Il loro assorbimento produce un innalzamento del livello di glucosio nel sangue: è questo aumento a stimolare le isole di Langerhans a immettere nel sangue l'insulina, cioè l'ormone che permette l'ingresso del glucosio nelle cellule e la sua utilizzazione come "carburante".

Nei malati di diabete, la mancanza di insulina rende impossibile l'utilizzazione del glucosio e determina il suo accumulo nel sangue (iperglicemia) e la sua eliminazione attraverso le urine (glicosuria).



Respuesta  Mensaje 4 de 8 en el tema 
De: Leonardo@ Enviado: 13/04/2013 15:15
La Dieta del Diabetico
Prof. Riccardo Raddino
Professore associato Sezione di Malattie Cardiovascolari Dipartimento Medicina Sperimentale Applicata
Università degli Studi di Brescia


Il Diabete Mellito è una patologia che negli ultimi decenni ha mostrato un notevole incremento in tutto il mondo e si prevede che la prevalenza continuerà a crescere, in relazione alla tendenza della popolazione generale a sviluppare obesità e a seguire una alimentazione ipercalorica. Inoltre non si deve dimenticare che il Diabete Mellito è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare e che uno scarso controllo dei valori glicemici si associa ad un aumentato rischio di malattia coronarica (angina stabile e instabile, infarto miocardico acuto).
Il Diabete Mellito non si associa soltanto alle malattie cardiovascolari, ma comporta gravi complicanze come malattie oculari, renali, dei nervi periferici, suscettibilità alle infezioni e complicanze vascolari periferiche che possono giungere fino all’amputazione degli arti inferiori.
Per questi motivi è di fondamentale importanza un controllo attento della dieta per garantire un equilibrato apporto di zuccheri, che nel diabetico si trovano in elevate concentrazioni nel sangue e talora nelle urine e che rappresentano la causa metabolica della malattia e delle sue complicanze.
L’apporto di zuccheri nell’alimentazione deriva dal comune zucchero (glucosio), dal latte e derivati (lattosio), dalla frutta (fruttosio) e dai carboidrati (pane, pasta, riso e patate). Il glucosio contenuto in tutti questi alimenti determina la secrezione di un ormone da parte del pancreas (insulina) che a sua volta regola la concentrazione di glucosio nel sangue; nel diabetico spesso la produzione di insulina è insufficiente a regolare la glicemia e pertanto in questi pazienti, oltre che ridurre l’apporto di zuccheri con la dieta, è necessario somministrare dei farmaci che riducono la glicemia (ipoglicemizzante orali) o addirittura somministrare l’insulina.
L’assunzione giornaliera degli alimenti nel paziente diabetico dovrebbe essere suddivisa in almeno tre pasti principali e due spuntini; bisogna inoltre precisare che è assolutamente sconsigliato saltare un pasto, perché si corre il temibile rischio dell’ipoglicemia che si manifesta con malessere generale, sudorazione profusa, ipotensione e, nei casi più gravi, perdita di coscienza fino al coma ipoglicemico. Il consumo di verdure quali insalate a foglie verdi, pomodori, spinaci, carote, ecc. è libero, in quanto sono poco caloriche e ricche di fibre e vitamine. E’ sconsigliabile inoltre assumere abitualmente lo zucchero e gli alimenti che lo contengono (miele, marmellate, gelati, bibite zuccherine, ecc.).
I dolci in genere sono da evitare e, solo nelle occasioni particolari, è consentito sostituirli con quelli più semplici (per esempio torte fatte in casa senza creme o cioccolato). Come dolcificante si possono utilizzare sostanze quali l’aspartame, che è di natura proteica. Per quanto riguarda la frutta, è preferibile consumarla negli spuntini fuori pasto, sia cruda che cotta o sotto forma di spremute. Alimenti quali pasta, riso, pane, patate e legumi vanno consumati solo nelle quantità che verranno stabilite per ciascun paziente dallo specialista diabetologo in collaborazione con il dietologo. Bisogna anche prestare particolare attenzione ai condimenti, riducendo le quantità di olio, burro, margarine e panna, mentre si possono usare liberamente spezie ed erbe aromatiche.
Un esempio di giornata alimentare tipo è caratterizzata da colazione a base di latte non zuccherato e fette biscottate o biscotti secchi; a metà mattina e metà pomeriggio è utile uno spuntino con un frutto o un succo di frutta privo di zucchero; a pranzo una porzione di pasta o riso e un secondo piatto a scelta tra carne o pesce con un abbondante contorno di verdura; a cena una fondina di minestra e un secondo con verdura abbondante. La quantità dei singoli cibi va calcolata in grammi e personalizzata per ogni soggetto in base al peso corporeo, ai valori di glicemia e all’attività fisica. Come condimento è consentito un cucchiaio di olio extravergine di oliva per ciascun pasto principale.
Le bevande zuccherine, quali aranciata o gassosa, sono da evitare; mezzo bicchiere di vino a pasto è permesso, tenendo conto del fatto che esso contiene i polifenoli, sostanze dalle benefiche proprietà antiossidanti. La dieta del diabetico con tutte le restrizioni e regole che sono state suggerite può risultare poco gradevole e talora deprimente, al fine di migliorare l’appetibilità e la varietà degli alimenti oggi sono stati introdotti sul mercato una serie di cibi preconfezionati con caratteristiche dietetiche compatibili con la malattia diabetica, per citare alcuni esempi si possono acquistare prodotti di pasticceria, gelati, pizze, paste ed altri ancora.
Spesso i pazienti diabetici sono anziani e non sempre assumono correttamente la terapia farmacologica (ipoglicemizzanti orali o insulina sottocute) con conseguente scarso controllo dei valori glicemici; proprio in quest’ottica diventa ancora più importante una dieta controllata e i semplici consigli precedentemente descritti possono aiutare il paziente a tenere sotto controllo uno dei più temibili fattori di rischio in ambito cardiovascolare.



Respuesta  Mensaje 5 de 8 en el tema 
De: Prediletta Enviado: 13/04/2013 15:37
Ciao Nando,
pensa ho scoperto di avere il diabete casualmente!! Stavo facendo dei controlli per altri problemi di salute e cosa vengo a scoprire? Che ho il diabete.
Per me è stato un fulmine a ciel sereno, considerando che sono ghiotta di dolci, ma non dei soliti dolci, proprio ghiotta di cioccolato. La cosa strana è che dovrei essere cento kg con tutto il cioccolato che ho mangiato, certo qualche chiletto ce l'ho ma nulla di allarmante.
Farla in breve è da circa un mese che mi hanno messo a dieta ferrea, per due mesi non posso mangiare nulla, nemmeno la pasta, il pane. Anche con la frutta devo stare molto attenta, mi hanno concesso un massimo di tre mele al giorno. Credimi sono molto demoralizzata anche perché odio fare le diete, però in questo caso se voglio evitare di arrivare a fare l'insulina devo passare questi due mesi, perdere 10 kg e dopo se ne riparlerà. Potrò ovviamente mangiare la pasta ma con molta moderazione, gli zuccheri li devo eliminare per sempre .
Grazie per questo articolo, davvero molto interessante.
Il mio è un diabete ereditario, purtroppo mia nonna era affetta di questa malattia.
 
Prediletta

Respuesta  Mensaje 6 de 8 en el tema 
De: Ver@ Enviado: 14/04/2013 14:28


In Italia, il consueto appuntamento, è fissato per il 10 e 11 novembre in circa 500 piazze. Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 identifica il diabete come una delle patologie croniche che necessitano di maggiore attenzione. I costi del Diabete per il budget della sanità italiana ammontano al 9 per cento delle risorse*. La maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 può essere prevenuta da un cambiamento degli stili di vita, includendo una dieta sana e almeno trenta minuti di moderato esercizio fisico quotidiano**. Battere il diabete sul tempo è dunque possibile e l’intervento precoce produce significativi risparmi nei costi sanitari a lungo termine.

Respuesta  Mensaje 7 de 8 en el tema 
De: Nando1 Enviado: 15/04/2013 11:28
L' aceto

DA ALIMENTO TUTTOFARE A “FARMACO”

Che l’aceto, oltre a classico condimento, sia il protagonista di mille e un rimedio della nonna, da brillantante ad ammorbidente, da sgrassante a disinfettante… è un fatto ormai risaputo.
Le proprietà antibatteriche di questo condimento sono infatti note dall’antichità.
Meno conosciuto, e di sicuro più sorprendente, il ruolo dell’aceto nel controllo del livello di zucchero nel sangue e della relativa risposta glicemica, come hanno potuto dimostrare diversi studi scientifici condotti negli ultimi decenni.
Già negli anni ’80 era nota la capacità dell’aceto di limitare la risposta glicemica dovuta all’assunzione di saccarosio. In seguito, solo qualche anno più tardi, è giunta la conferma che la somministrazione di 20 ml di aceto di vino contenente il 5% di acido acetico a soggetti normoglicemici, era in grado di ridurre di oltre il 30% la risposta glicemica relativa a un pasto misto contenente 50 g di carboidrati.
DIABETES STUDY 1 – L’aceto e la glicemia postprandiale
Nell’ultimo decennio Carol Johnston e i suoi collaboratori del Department of Nutrition della Arizona State University hanno dimostrato che questa sorprendente proprietà dell’aceto (soprattutto se si tratta di aceto di sidro di mela) vale anche per soggetti con resistenza insulinica e diabete di tipo 2.
Lo studio è stato svolto su 29 soggetti così divisi:
- 10 persone con diabete di tipo 2
- 11 persone con prediabete (resistenza all'insulina)
- 8 soggetti sani di controllo (insulino sensibili)
A tutti è stata somministrata, a digiuno, una bevanda composta di 20 g (circa 4 cucchiaini da tè) di aceto di sidro di mele, 40 g di acqua e 1 cucchiaino di saccarina, oppure una bevanda placebo. Dopo circa 2 minuti ogni soggetto assumeva un “pasto prova” composto da succo d’arancia e un bagel, contenente 87 g di carboidrati.
Il test di crossover veniva eseguito dopo una settimana.
Sia prima sia 30 e 60 minuti dopo il pasto, venivano eseguiti prelievi per calcolare la sensibilità all’insulina in base dall’andamento delle curve glicemica e insulinemica.
Dall’analisi dei risultati è emerso che in tutti e 3 i gruppi, il consumo di aceto di sidro di mele rallentava l'ascesa di zucchero nel sangue dopo il pasto ad alto contenuto di carboidrati.
In particolare, per il gruppo con pre-diabete, i livelli di zucchero nel sangue dopo i pasti è sceso del 34%, mentre per il gruppo con diabete di tipo 2, il livello di zucchero nel sangue è sceso del 19%.
La stessa Johnston ha affermato "L'acido acetico può inibire gli enzimi che digeriscono l'amido in modo che le molecole di carboidrati non siano disponibili per l'assorbimento e vengano così eliminate”. Si tratta di un risultato particolarmente importante… dato che per i prossimi 25 anni è previsto un aumento del 50% nel numero di americani affetti di diabete di tipo 2!

DIABETES STUDY 2- L’aceto prima di coricarsi e la glicemia a digiuno

Ma le sorprese non finiscono qui. Nell’agosto 2007 la stessa Università è stata la culla di un secondo studio finalizzato a determinare quali effetti potrebbe avere lo stesso aceto da sidro di mele sui livelli di zucchero nel sangue (a digiuno) nelle persone con diabete di tipo 2.
La ricerca ha coinvolto 11 persone con questo tipo di diabete, mai trattate con insulina ma solo con farmaci antidiabetici somministrati per via orale. Per 2 giorni, prima di coricarsi, ai soggetti è stata data una dose di formaggio e acqua (gruppo placebo) o formaggio con 2 cucchiai di aceto.
I ricercatori hanno rilevato che i livelli medi di glicemia a digiuno sono diminuiti del 2% con il placebo e del 4% con aceto e formaggio. Un esame più approfondito dei dati ha dimostrato che, nei partecipanti con i più alti livelli di glucosio a digiuno, la dose serale di aceto ha diminuito del 6% il livello glicemico.

COME USARLO?

Pare proprio che basti una sola goccia a pasto di questo derivato del vino (o meglio del sidro di mele) per operare un efficiente controllo glicemico negli individui colpiti da diabete ma anche in quelli che consumano grandi quantità di carboidrati. L’acido acetico agisce infatti sopprimendo le attività della saccarasi, lattasi e maltasi.
A questo punto occorre sottolineare che i risultati, pur sorprendenti e importanti dal punto di vista salutare, non legittimano i diabetici a consumare qualsiasi tipo di carboidrato senza ritegno, ma semplicemente compensando con “qualche cucchiaio” di aceto!
Nonostante ciò, l’aggiunta di questo condimento a uno stile alimentare già attento e bilanciato, non fa che potenziare il controllo glicemico e insulinemico, amplificando gli effetti di un corretto equilibrio alimentare.
Addirittura, nel recentissimo lavoro greco pubblicato su Diabetes Care (Febbraio 2010), gli autori rivelano che l’effetto della riduzione della glicemia postprandiale dovuta al consumo di aceto si evidenzia persino nel diabete di tipo 1.
Ancora una volta è dimostrato come sia possibile usare e dosare il cibo al pari di un vero farmaco che aiuta a combattere problematiche specifiche, rivelandosi l’autentica chiave di un benessere psico-fisico in senso generale.

Dr. Lucio Lorusso
Zone Consultant 

Respuesta  Mensaje 8 de 8 en el tema 
De: Prediletta Enviado: 22/04/2013 16:24


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