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◄ CONSIGLI & CURIOSITA´: PAPA FRANCESCO E´ IL PAPA DELLA GENTE
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Ver@  (Mensaje original) Enviado: 27/05/2013 11:45
Papa Francesco: “Mai negare il battesimo al figlio di una ragazza madre”.

Chi si avvicina alla Chiesa deve, secondo quanto spiegato stamane nel corso della messa di Santa Marta da Papa Francesco, trovare sempre delle porte aperte e non dei “controllori della fede”. Deve sempre trovare un’apertura da parte della Chiesa, non deve essere respinto perché non è quello che vuole il Signore. Papa Francesco, in particolare, nel corso della sua omelia, ha detto che non andrebbe respinta mai “una ragazza madre, che in chiesa dicendo: voglio battezzare il mio bambino”. Può capitare – ha spiegato Bergoglio – che lei si senta rispondere da qualcuno che non può “perché non è sposata”. Ma per Papa Francesco una tale risposta sarebbe assurda da parte della Chiesa.

“Gesù si indigna quando vede queste cose” - è assurdo – dice il Santo Padre – “che questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare il suo figlio al mittente trovi una porta chiusa!”. Questo – dice il Pontefice – non è zelo, “allontana dal Signore, non apre le porte!”. Il Papa ha ancora spiegato che “quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio”. Francesco ha sottolineato che “Gesù si indigna quando vede queste cose perché chi soffre è il suo popolo fedele, la gente che Lui ama tanto”.






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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: Gemmaverde Enviado: 27/05/2013 19:06
La rivoluzione dolce di Papa Francesco

Il modo di agire di Francesco su alcune questioni, e le parole sul ruolo della Cei e la finanza vaticana, sono la più efficace e intelligente riforma della Curia che si potesse immaginare. Tra l’altro, ironia della sorte, realizzata senza fare nulla di rivoluzionario... L'analisi dell'intellettuale Benedetto Ippolito con i raffronti sui ruoli di Segreteria di Stato e Cei nelle gestioni Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio

La Chiesa, come si sa, è immutabile. L’affermazione, senz’altro vera, non può riguardare però ogni aspetto della sua realtà visibile e invisibile. Questo è fin troppo manifesto dal fatto che senza i fedeli la Chiesa non esiste, e questi sono esseri umani come gli altri che nascono, crescono e muoiono. Tuttavia la Chiesa è immutabile, e lo è precisamente in due volti istituzionali, cioè divini: la professione della fede e i sacramenti.

I vantaggi della Chiesa

Tutto il resto non è altro che organizzazione ecclesiastica, la quale, in misura diversa secondo i vari aspetti, è suscettibile di adattamento ai tempi e di cambiamenti. In effetti, non c’è niente di più riformabile di un organismo che sa distinguere in modo netto quanto può essere cambiato da quanto invece non è suscettibile di modifica. E la Chiesa in ciò è avvantaggiata dalla sua origine divina, dalla lunga tradizione e dalla coscienza del peccato.

Il compito diretto del Pontefice

La parte della Chiesa che è suscettibile di continui aggiornamenti è quella che potremmo chiamare la sua governance, ossia il modo in cui è gestito dalla gerarchia il rapporto tra il vertice istituzionale, il Papa, e la base, i laici. Ebbene, questo è il compito diretto del singolo Pontefice, il quale deve appunto stabilire, a partire dalla sua sovranità, le delega che intende attribuire ai vari organi.









Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Rubacuori Enviado: 28/05/2013 07:07

Un uragano ha travolto la Chiesa e la sta scuotendo dalle fondamenta: si chiama papa Francesco. La rivoluzione del papa venuto dalla “fine del mondo” è solo all’inizio ed è anzitutto ua rivoluzione dei gesti e delle parole. Poi arriverà anche il tempo delle decisioni e delle scelte organizzative. I vescovi delle 226 diocesi italiane si sono riuniti dal 20 al 24 maggio a Roma per la l’annuale assemblea generale. Hanno anche incontrato e saluto il Papa, uno ad uno, nella basilica di san Pietro per una solenne “professio fidei”. Nel discorso rivolto alla Cei il pontefice non ha usato mezze misure richiamando i vescovi a non essere “chierici di Stato” , preoccupati solo di se stessi e della propria carriera, ma diventare veri pastori, disposti a camminare “in mezzo e dietro al gregge” se occorre.

Di fronte a questi appelli e soprattutto alla richiesta, fatta da papa Francesco fin dall’inizio del pontificato di costruire una “Chiesa povera” accanto ai poveri, la Cei ha scelto una tattica attendista. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, incontrando i giornalisti al termine dell’assemblea,  ha sottolineato la “totale sintonia” dei vescovi italiani con il papa ma ha subito aggiunto che la Chiesa italiana già fa tantissimo per i poveri e “la storia del cattolicesimo italiano è una storia di grande vicinanza alla gente”.

I vescovi italiani devono però prendere atto della richiesta del pontefice di ridurre il numero delle diocesi italiane, 226 in tutto: un’eccezione nel panorama mondiale. Allo stesso tempo i vescovi incassano la delega del pontefice a trattare con la politica italiana. La decisione di Bergoglio di riaffidare alla Cei i rapporti con i palazzi della politica, come affermato nel discorso a braccio prima della celebrazione della penitenza, risulta un punto a favore della Cei. E’ ancora vivo infatti il ricordo del 2007 quando il cardinale Bertone scrisse ai vescovi italiani rivendicando a sé i rapporti con la politica.

Tuttavia la diminuzione dei fondi dell’otto per mille da 1.140.074 del 2012 e 1.032.667 di oggi, per effetto della riduzione della platea dei contribuenti, impone anche alla Cei drastici tagli al funzionamento delle strutture.



 
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