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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: Gemmaverde  (Mensaje original) Enviado: 24/01/2014 00:35

«Ripartire da Cristo significa non aver paura di andare con Lui nelle periferie […] Dio va sempre oltre, Dio non ha paura delle periferie. Dio è sempre fedele, è creativo, non è chiuso, e per questo non è mai rigido, ci accoglie, ci viene incontro, ci comprende». Questo discorso, uno dei tanti dedicati da papa Francesco alle “periferie esistenziali” da riconquistare necessariamente al Vangelo, riflette bene l’idea di fondo del nuovo libro uscito sul suo pontificato, «perfetta antitesi di quella che lui stesso è solito chiamare “psicologia da principi”». A sottolineare questa speciale vocazione pastorale di Bergoglio è un giornalista di Tv 2000, Paolo Fucili che, in “Direzione periferia. I primi passi di Papa Francesco” (Edizioni Elledici), prova a descriverne «il segreto del magnetico feeling, l’attrazione fatale magicamente scattata con gente di ogni risma».

DAI DEVOTI AGLI IPERCRITICI. Si tratta di un agile e spigliato libretto che racconta quanto Francesco ha detto e fatto di «memorabile», per «addetti ai lavori» e non, in questo primo scorcio di pontificato, offrendo uno strumento ideale avere un’idea dell’eccezionale favore che si è conquistato tra la gente. Il giovane vaticanista cerca di descrivere come sia stato possibile che, in meno di un anno, «dai devoti fedeli “casa e chiesa” a quelli via via più freddini, fino agli ipercritici, passando per chi alla Chiesa cattolica non appartiene neppure pro forma, perché non battezzato o magari seguace di un altro credo», siano state rivolte verso papa Bergoglio «disarmate e disarmanti aperture di credito», come scrive nell’Introduzione.

CURIOSO E BELLO. L’autore è giornalista versato, da non pochi anni ormai, nel racconto quotidiano per la televisione satellitare dei vescovi italiani di cosa il Papa fa e dice, dal «tramonto» dell’irripetibile pontificato Wojtyla all’intermezzo del successore Joseph Ratzinger, fino allo scoppiettante esordio del Papa argentino sul soglio di Pietro, dal quale «pressoché ogni giorno, incessantemente, proviene un’ingente messe di notizie, spunti originali di cronaca o pensosi inviti alla riflessione». Da queste traspare un pontificato che sta trasmettendo ai fedeli ed al mondo una visione di Chiesa e di cristianesimo in efficace dialogo «con le enigmatiche realtà della società, dell’economia, della politica oggi; “curioso”, oppure, ai fini di cogliere qualche tratto del poliedrico personaggio Bergoglio, “bello”, semplicemente, perché rende l’idea dell’eccezionale (e non scontato!) favore che si è conquistato presso la gente, non solo entro la ristretta cerchia dei fedeli più devoti».
Una «conclusione» vera e propria, l’autore non la fornisce né poteva fornirla al termine del libro, perché tratta di una “materia” in continuo, magmatico divenire: «ma – scrive comunque Fucili – a lettura conclusa sarebbe bello scoprirsi un po’ meno impauriti di prima dalle “sorprese” di Dio, comprese le tante che la Provvidenza ha in serbo ancora, c’è da scommetterci, per il tramite del neoeletto Papa numero 266 della serie».






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De: Gemmaverde Enviado: 24/01/2014 00:39

Papa Francesco a Torino
entro l’anno prossimo

Sfumata la possibilità di una visita durante il Salone del Libro
Sarà certamente in città nel 2015 per l’ostensione della Sindone

Questa immagine è del 13 aprile 1980 e documenta l’Ostensione privata per Papa Wojtyla, un anno e mezzo dopo la sua elezione



Dopo tanta incertezza, la conferma è arrivata: Papa Francesco purtroppo non verrà a Torino in occasione del Salone del Libro. La nostra città lo accoglierà, invece, sicuramente nel 2015 durante l’Ostensione della Sindone nel bicentenario della nascita di Don Bosco. E questo appuntamento, annunciato all’inizio di dicembre dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, presto avrà una data. In base alla giornata, o a alle giornate, che Francesco trascorrerà a Torino, saranno fissate le date di inizio e di fine dell’Ostensione (che comunque si terrà dopo la Pasqua, tra la primavera e l’estate, come ha spiegato l’arcivescovo).  

L’anno, dunque, dovrebbe trascorrere senza visita papale, anche se ancora c’è chi spera. Magari pensando a Terra Madre, occasione idealmente vicina alla sensibilità del Santo Padre. «Ma per quanto è stato reso noto del calendario 2014 del Papa - osserva Marco Bonatti, responsabile della comunicazione dell’Ostensione - la nostra città al momento non compare. Invece, la data del viaggio in occasione dell’Ostensione speriamo possa arrivare entro qualche settimana». I tempi tecnici per organizzare l’esposizione del Telo, dal momento in cui le date diventano certe, sono di almeno un anno.  

 

Gli impedimenti  

La comunicazione in via Santa Teresa, alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, è arrivata in via ufficiosa dalla Santa Sede. Nessuna lettera autografa di Papa Francesco, ma la sostanza non cambia: «Ci hanno informato che, a causa di impedimenti tecnici, il Santo Padre non potrà venire a Torino a maggio», spiega il presidente Rolando Picchioni. «Sfuma, così, con grande dispiacere, ma possiamo capire le ragioni - aggiunge -, il sogno di noi tutti, dei suoi parenti piemontesi e di tanti concittadini, che vorrebbero vedere Papa Francesco in occasione del Vaticano ospite d’onore al prossimo Salone».  

Già, perché anche i cugini di Papa Francesco avevano sperato di poterlo riabbracciare presto. A loro un saluto del Papa l’ha portato il cardinale Severino Poletto che è stato in Vaticano la settimana scorsa per un impegno della Commissione Affari Economici. «Ho incontrato in udienza privata Benedetto lunedì e ho concelebrato con Papa Francesco alle 7 di martedì, in Santa Marta, la messa alla quale ogni mattina è invitato un gruppo di 25 fedeli delle parrocchie romane. Ci siamo salutati cordialmente, ma non abbiamo parlato di una sua futura visita a Torino né di altro», spiega l’arcivescovo emerito. 

 

Il sogno  

Senza mai confessarlo in pubblico, Picchioni coccolava da mesi il sogno di coronare il suo mandato con la presenza di Bergoglio a Torino e ha fatto il possibile. Numerosi incontri a Roma, inviti ufficiali. Ma non è bastato. «Teniamo ancora vivo il desiderio di poterlo accogliere, ma i suoi impegni - ammette Picchioni - sono tantissimi. Dopo il 20 maggio il Papa sarà in Israele».  

 

Le presenze  

Di certo, comunque, le fila istituzionali vaticane non saranno sguarnite: con il cardinale Tarcisio Bertone ci sarà il nuovo segretario di Stato, monsignor Pietro Parolin. Quanto ai contenuti, la Fondazione per il Libro assicura che «l’edizione di quest’anno sarà un momento importante di confronto e dialogo tra grandi personaggi della cultura laica, religiosa e cattolica».  

Nei prossimi giorni sono previsti incontri al Lingotto per la definizione architettonica del Padiglione Vaticano: una cupola di S. Pietro alta 8 metri. La mostra di tesori vaticani, che affiancherà il Salone, sarà allestita in centro, nei nuovi locali espositivi di Palazzo Chiablese. 


Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: Gemmaverde Enviado: 24/01/2014 00:44

I primi libri di papa Francesco

Il pontefice celebra la messa del mattino con lo staff della Libreria editrice vaticana che ha appena pubblicato la raccolta dei suoi primi interventi
I primi libri di papa Francesco

Lo staff della Lev, la Libreria editrice vaticana, ha partecipato oggi alla messa del mattino celebrata da papa Francesco nella cappella della Domus Sanctae Marthae in Vaticano. Al termine della celebrazione, il pontefice ha salutato tutta l’équipe della Lev, che proprio nei giorni scorsi ha pubblicato gli scritti di papa Bergoglio in tre volumi: due testi preparati quando il papa era cardinale arcivescovo di Buenos Aires, e la raccolta dei suoi primi interventi da pontefice.

Il tre volumi sono stati presentati al papa dal direttore don Giuseppe Costa, che ha parlato anche di futuri progetti editoriali.

I tre titoli sono: Varcare la soglia della fede, lettera all’arcidiocesi di Buenos Aires per l’Anno della fede; Noi come cittadini, noi come popolo. Verso un bicentenario in giustizia e solidarietà (2010-2016), discorso tenuto il 16 ottobre 2010, in vista del secondo centenario dell’Argentina; Vi chiedo di pregare per me, che raccoglie tutti gli interventi di papa Francesco, dal primo saluto alla folla subito dopo l’elezione, il 13 marzo, al Regina Coeli nel Lunedì dell’Angelo.

La messa di stamani nella cappella della Domus Sanctae Marthae è stata concelebrata, oltre che dal direttore Costa, da monsignor Giuseppe Antonio Scotti, presidente del consiglio di sovrintendenza della Libreria editrice vaticana, da padre Edmondo Caruana, responsabile editoriale e da don Giuseppe Merola, redattore editoriale.





Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: Gemmaverde Enviado: 24/01/2014 00:49


La vita, le passioni, la testimonianza, le opere del nuovo pontefice giunto a noi dalla fine del mondo.

«è fondamentale che noi cattolici – sia sacerdoti che laici – andiamo incontro alla gente. Una volta un prete molto saggio mi disse che ci troviamo di fronte a una situazione totalmente opposta a quella prospettata nella parabola del buon pastore, che aveva novantanove pecore nel recinto ma andò a cercare l’unica che si era smarrita: oggi ne abbiamo una nel recinto e novantanove che non andiamo a cercare. Sono sinceramente convinto che, al momento attuale, la scelta fondamentale che la Chiesa deve operare non sia di diminuire o togliere dei precetti, di rendere più facile questo o quello, ma di scendere in strada a cercare la gente, di conoscere le persone per nome. E non unicamente perché andare ad annunciare il Vangelo è la sua missione, ma perché se non lo fa si danneggia da sola».

Il 13 di marzo 2013 il cardinale Jorge Mario Bergoglio è stato eletto successore di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro, con il nome di Francesco. Questo libro è la testimonianza diretta, unica e personalissima del nuovo papa sugli avvenimenti che hanno segnato la sua vita.

In queste pagine, con parole semplici e ispirate, Jorge Bergoglio racconta ai giornalisti Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti l’arrivo della sua famiglia al porto di Buenos Aires nel 1929, gli eventi che hanno accompagnato la sua nascita e la sua infanzia, la grave polmonite che minò il suo fisico ma che allo stesso tempo portò alla luce i primi segni della sua vocazione religiosa. In queste conversazioni, svolte nell’arco di tre anni, papa Francesco ricorda l’età del seminario, la sua esperienza di docente di psicologia e letteratura, il dramma della dittatura in Argentina, il suo lavoro tenace e appassionato che Giovanni Paolo II riconobbe e consacrò con la nomina a cardinale. Ma soprattutto da questo libro emerge la personalità più profonda e autentica del nuovo pontefice: sincero, mite e impavido.

Papa Francesco illustra il suo pensiero con la lucidità e la schiettezza che lo hanno caratterizzato sin dall’inizio, affrontando i temi più caldi: l’esperienza della preghiera, il dialogo interreligioso, il valore della povertà, dell’umiltà e del perdono, il lavoro pastorale della Chiesa fino agli scandali e alla volontà di rinnovamento che animano oggi l’intera comunità cattolica nel mondo.

Jorge Mario Bergoglio, ovvero papa Francesco, è nato a Buenos Aires nel 1936 da genitori italiani. è il 266esimo papa della Chiesa cattolica, e capo di Stato della Città del Vaticano. è stato eletto il 13 marzo 2013 dai membri del Collegio Cardinalizio, dopo la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, nella quinta votazione del secondo giorno di conclave. A ventun anni ha preso gli ordini da sacerdote gesuita, consolidando la sua precoce vocazione religiosa, per la quale ha abbandonato gli studi di ingegneria chimica. Ha insegnato letteratura e psicologia. Dopo una incessante attività come sacerdote e professore di teologia fu consacrato vescovo da Giovanni Paolo II, e successivamente divenne uno dei quattro vescovi ausiliari di Buenos Aires. In pochi anni, da direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù della città di Cordoba, è diventato arcivescovo di Buenos Aires, Primate di Argentina e Presidente della Conferenza episcopale.

Sergio Rubin è nato a Santa Fe. è giornalista ed esperto di temi religiosi per il quotidiano Clarín. Ha seguito Giovanni Paolo II in molti dei suoi viaggi e, tra le molte personalità, ha intervistato Madre Teresa di Calcutta.

Francesca Ambrogetti è nata a Roma. Giornalista storica dell’Ansa e psicologa, collabora con molte testate internazionali, tra cui Radio Vaticana.



Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: Mariellina Enviado: 24/01/2014 04:19
Così Papa Francesco salvò centinaia di dissidenti argentini.

Il libro-verità di Scavo


Così Papa Francesco salvò centinaia di dissidenti argentini. Il libro-verità di Scavo

Erano passate poche ore dall’habemus Papam, quel 13 marzo, che in Rete iniziavano a circolare notizie sul passato oscuro di Jorge Mario Bergoglio. Che faceva l’allora giovane provinciale gesuita mentre l’Argentina era schiacciata dalle giunte militari? Oggi sappiamo, grazie a un piccolo libro edito da Emi," La lista di Bergoglio”, che Bergoglio ebbe un ruolo di primo piano nel salvare dalla morsa dei generali centinaia di giovani ricercati e dissidenti. Cattolici e atei, comunisti e antimilitaristi. Davanti alle supposizioni, alle mezze frasi, ai dubbi, “non restava che cercare. Raggiungere Buenos Aires e poi da lì risalire fino in Uruguay e Paraguay arrivando fino in Italia, percorrendo le strade che, stando ad alcuni racconti, portavano alla salvezza”, scrive l’autore del libro, il cronista di giudiziaria di Avvenire Nello Scavo. Tutto è cominciato dagli articoli di “Horacio Verbitsky, il più accanito accusatore di Papa Francesco, con i suoi articoli usciti in Italia sul Fatto Quotidiano”, spiega Scavo in

un’intervista a Stefano Lorenzetto per Il Giornale.

La lista dei salvati “in gran parte incompleta”
Verbitsky “è il giornalista, ex militante nel movimento Montonero, che ha scoperto i voli della morte: centinaia di oppositori del regime gettati nell’Atlantico, con mani e piedi legati, dagli aerei militari. Ha scritto che Bergoglio è un attore. Mi sono chiesto: e se il Conclave avesse eletto l’uomo sbagliato?”. Invece, anche Verbitsky poi si è dovuto ricredere. Dall’indagine di Scavo emerge una lista (in gran parte incompleta) di persone salvate e sottratte alle camionette blindate con l’astuzia. Bergoglio lo faceva “all’insaputa dei confratelli, li nascondeva nel Colegio Maximo di San Miguel, a circa trenta chilometri dalla capitale. Li spacciava per aspiranti seminaristi o per fedeli in ritiro spirituale. Dopodiché li portava al nord e li faceva entrare clandestinamente in Brasile nei pressi delle cascate di Foz do Iguaçu”. Pochi sapevano, dunque.

La rete clandestina
L’allora provinciale della Compagnia aveva organizzato una rete clandestina di salvataggio a compartimenti stagni. Molti ne facevano parte, ma nessuno sapeva i compiti degli altri. Se uno dei suoi “uomini” fosse caduto nelle mani dei militari e (dopo essere stato torturato) avesse confessato, l’intero piano sarebbe crollato. A tessere i fili della rete era solo Bergoglio. Neppure il suo mentore, il grande teologo Juan Carlos Scannone, conosceva nei dettagli l’intera operazione. Molti sospetti sul passato di quello che decenni più tardi sarebbe diventato Pontefice, si devono ai suoi incontri con Videla e, successivamente con l’ammiraglio Massera. Episodi reali, ma che vanno letti nell’ottica di un doppio gioco necessario per non essere scoperto. Allora, infatti, i cristiani non allineati entravano automaticamente nel mirino. E Bergoglio rischiava. Soprattutto quando a tutta velocità correva per le strade di Buenos Aires con i ricercati da proteggere nascosti nel bagagliaio, mentre i blindati del regime pattugliavano ogni angolo di strada. Per mascherare il fitto via vai di giovani che entravano a San Miguel, il provinciale gesuita diceva che erano lì per gli esercizi spirituali.

L’interrogatorio a Bergoglio del 2010

Colui che sarebbe stato eletto Papa, “si recò due volte da Videla per chiedere la liberazione di due confratelli”, ricorda Scavo, che aggiunge: “Siccome non aveva modo di farsi ricevere, convinse un confratello che celebrava la messa nella residenza del dittatore a darsi malato e prese il suo posto. Dal colloquio con Videla capì che i due (padre Franz Jalics e Orlando Yorio) erano rinchiusi nelle prigioni della marina. Per cui Bergoglio affrontò l’irascibile ammiraglio Massera“. Bergoglio gli disse: “Guardi Massera, io li voglio indietro vivi. Mi alzai e me ne andai”. In Appendice al volume pubblicato da Emi è riportato il verbale integrale dell’interrogatorio al quale fu sottoposto l’allora arcivescovo di Buenos Aires nel novembre del 2010. Tre ore e cinquanta minuti in cui Bergoglio fu sottoposto a domande “serrate, ripetitive e a tratti asfissianti, per concludere uno dei faccia a faccia più attesi da quanti seguivano i processi alla giunta militare”. Al termine, i tre giudici della corte concluderanno che nessuna responsabilità è ascrivibile al cardinale arcivescovo.

La chiesa argentina sotto la dittatura

A mettere un punto fermo è Alfredo Somoza, letterato ateo e non battezzato il cui nome è incluso nella speciale lista: “La chiesa argentina – dice – si divideva tra una piccola minoranza di resistenti, per la maggior parte uccisi dai militari, un importante settore delle gerarchie che si macchiò di complicità diretta, e un’area indefinita, costituita da sacerdoti e ordini religiosi che, pur non condannando pubblicamente il regime dei generali, nemmeno lo approvarono mai, e spesso riuscirono a salvare la vita a molte persone. Bergoglio e la Compagnia di Gesù si  collocavano sicuramente tra questi”.



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