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Rispondi  Messaggio 1 di 2 di questo argomento 
Da: Serenella  (Messaggio originale) Inviato: 25/07/2014 02:27
 
“SOLTANTO L’AMORE
E’ ALLO STESSO TEMPO
MOVIMENTO E RIPOSO:
 
 IL NOSTRO CUORE VA
PEREGRINANDO CONTINUAMENTE
FINCHE’ NON HA TROVATO L’AMORE
 
.QUESTO STESSO RIPOSO PERO’
E’ UNA FORMA DI INTESA ATTIVITA’
NELLA QUALE UNA GRANDE QUIETE
 
E UN’INCESSANTE ENERGIA
VENGONO A FONDERSI NELL’AMORE.
NELL’AMORE PROCEDONO
 
ARMONICAMENTE LA PERDITA
E IL GUADAGNO,NEL SUO LIBRO DI CASSA
I CREDITI E I DEBITI SONO SEGNATI
 
NELLA STESSA COLONNA
E LE SPESE VENGONO AGGIUNTE
ALLE ENTRATE
 
.NELLA MERAVIGLIOSA FESTA
DELLA CREAZIONE,
IN QUESTA GRANDE CERIMONIA
 
DEL VOLONTARIO SACRIFICIO DI DIO
,COLUI CHE AMA
 
FA COSTANTEMENTE RINUNCIA
DI SE’PER RITROVARE SE’ STESSO
 
IN AMORE
.IN VERITA’ L’AMORE E ‘
CIO’ CHE FA’ COESISTERE,
 
INSEPARABILMENTE UNITE,
LE DUE OPPOSTE AZIONI
DEL DARE E DEL RICEVERE
 
 
( R.TAGORE)


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Rispondi  Messaggio 2 di 2 di questo argomento 
Da: Lelina Inviato: 25/07/2014 03:25
 

Dare e Ricevere nella loro armonia, sono alla base della nostra esistenza, il costante equilibrio nel voler dare e nel dover ricevere  genera il raggiungimento di un bilanciamento: ciò accadequalora chi riceve può dare a sua volta e chi dà riesce a ricevere. Può apparire un meccanismo automatico, ma implica alcuni interessanti livelli percepiti dalla  coscienza:

PRIMO LIVELLO: resta difficile ricevere dagli altri, perché ricevere corrisponde a sentirsi in obbligo di debito; si perde  la propria innocenza , si è obbligati verso il donatore e la libertà da questo vincolo si esprime in noi come dovere nel restituire. E’ più semplice non ricevere niente, in modo da non dover dare niente.

Secondo B. Hellinger il tentativo di mantenere la propria innocenza ci porta però a non immergerci nella vita, mentre la vita richiede impegno e soprattutto partecipazione: chi rimane fuori dal gioco si esclude. Chi attua questa scelta potrebbe sentirsi migliore degli altri, più puro o superiore, ma nello stesso tempo sarà profondamente vuoto ed insoddisfatto.

SECONDO LIVELLO:  Bert Hellinger chiama questa condizione “Sindrome del benefattore”, ed è la situazione di chi vuole dare più di quello che si ha ricevuto.
Questo possono farlo solo due categorie: i genitori verso i figli e tutti coloro che per loro posizione sociale debbono prendersi cura di altri (insegnanti, tutori, etc). Chi, non trovandosi in quetse due categorie, adotta il modo di pensare: “Va meglio quando sei tu a sintirti in obbligo, rispetto a sentirmi in debito io”, induce un forte squilibrio nelle relazioni.
In questi casi il  “benefattore” sarà spesso evitato e potrà sentirsi  solo, considerando gli altri come degli ingrati.

TERZO  LIVELLO:  L’equilibrio e l’armonia risiedono nello scambio, nel dare e nel ricevere reciprocamente , nel bilanciare le forze e la reciproca soddisfazione. Bert Hellinger suggerisce che lo scambio ci dona “una felicità non regalata, ma costruita”. Dopo uno scambio reciproco ci si sente apposto, libero e felice di aver costruito nella pace.

QUARTO Livello: Ed infine quando non possiamo ricambiare abbiamo quella enorme possibilità di compensazione rappresentata dal ringraziare. In molte circostanze dire GRAZIE è l’unica possibilità di chi riceve per compensare. Persone in gravi situazioni di disagio come malattie, handicap, eventi inaspettati ed insormontabili, in condizioni di estremo bisogno hanno la possibilità di riconoscere chi loro da col cuore e ringraziare. La parola Grazie fa scattare in noi profondi e straordinari meccanismi emozionali, i quali uniscono ad un livello superiore.



 
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