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 San Demetrio di Tessalonica “A  Sirmio in Pannonia,  ricordo di San  Demetrio, martire”: così il  nuovo  Martyrologium  Romanum ricorda al 9  aprile uno dei santi più  venerati ma  al contempo  più controversi  dell’Oriente cristiano. Quanto  al culto  tributatogli  San Demetrio è  innegabilmente secondo solo a San  Giorgio,  ma  inesistenti sono invece  purtroppo notizie storiche al suo  riguardo.   Molteplici sono sia i  luoghi che le date in cui egli è  ricordato. Le   Chiese Ortodosse gli  hanno conferito l’appellativo di  “Megalomartire” e   lo commemorano  prevalentemente al 26 ottobre. La  nuova versione del   martirologio  cattolico non si sbilancia però verso  nessuna delle   leggende popolari  nate nel corso dei secoli ed addirittura  non cita la   città di  Tessalonica, assai legata al culto del santo.  Sirmio,  odierna  Sremska  Mitrovica nella Vojvodina serba, fu dunque assai   probabilmente  il  luogo del martirio di Demetrio, forse diacono locale,   prima del V   secolo. Il culto del santo si diffuse oltre i confini  della  città forse   quando Leonzio, prefetto dell’Illirico, trasferì la  sede   dell’autorità  civile a Tessalonica, attuale Salonicco nella  provincia   greca della  Macedonia. Pare che proprio lui fece edificare  due grandi   chiese in  onore del santo nelle due città suddette. E’  fuori dubbio che   Demetrio  sia stato venerato a Sirmio prima ancora  che la chiesa   tessalonicese  fosse costruita. Ma dopo la distruzione  di Sirmio operata   dagli unni  nel 441, fu proprio Tessalonica a  diventare il nuovo  centro  assoluto  del culto del martire, divenendo  fonte di attrazione  per  numerosi  pellegrini. Si dice che le sue  reliquie avrebbero potuto  essere  state  qui trasferite verso il 418,  ma non sussistono prove   archeologicamente  attendibili dell’esistenza  di un reliquiario. Nel   corso dei secoli  nacque una “passio” relativa  alla presunta storia del   martire, che lo  volle cittadino di  Tessalonica, arrestato per la sua   attività di  predicazione del  Vangelo e giustiziato presso le terme   locali senza lo  svolgimento di  alcun processo. La chiesa, edificata   sulle terme, ne  incorpora una  parte come una cripta, e si narra che nel   Medio Evo le  reliquie del  santo trasudassero un olio profumato e   miracoloso. Il più  antico  documento scritto ancora in nostro possesso   risale solo al IX  secolo  ed attribuisce all’imperatore Massimiano   l’ordine di procedere   all’esecuzione. Racconti successivi, non meno   leggendari, definirono   Dimetri proconsole o guerriero, rendendolo in  tal  modo popolare tra i   crociati che contribuirono ad espanderne il  culto.  Storicamente si  può  però solamente limitare ad affermare, come  per San  Giorgio,  l’esistenza  di un martire cristiano di nome Demetrio e  nulla di  più.  Il giorno  della sua festa è particolarmente  solennizzato dalle  Chiese  orientali  il 26 ottobre ed il suo nome è  citato nella liturgia   bizantina. L’originaria  basilica macedone, distrutta da un incendio nel  1917  era adornata da  preziosi mosaici risalenti al primo millennio,  nei quali  Demetrio era  raffigurato in abiti diaconali, anche se  tradizionalmente  fu sempre  raffigurato come soldato. Quanto alla data  della sua  memoria, se i  sinassari bizantini la menzionano 26 ottobre,  il  Martirologio Romano ha  conservato la data del Martirologio Siriaco,  cioè  il 9 aprile, benchè  la fonte sia un testo corrotto: « Romae  natalis  sanctorum Demetrii,  Concessi. Hilarii et sociorum ». Una  seconda volta  la medesima fonte  commemora all’8 ottobre, data di cui  però non si  comprende bene  l’origine. La stessa fonte commemora, ma a  Tessalonica,  il martirio di  Demetrio. Il Calendario  Palestino-georgiano del  Sinaiticus 34, infine,   commemora Demetrio  insieme con un altro martire,  Foca, il 25 ottobre e  da solo il giorno  seguente.Martire
 
 Autore: Fabio Arduino
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