GIOVEDÌ SANTO – CENA DEL SIGNORE
Oggi si  celebra “l’Ultima  Cena” che Gesù tenne insieme ai suoi Apostoli, nella  ricorrenza della  Pasqua ebraica. La Pasqua è la solenne festa ebraica,  che rievoca le  meraviglie che Dio compì nella liberazione degli Ebrei  dalla schiavitù  egiziana. In questa occasione, si consuma l’agnello ed è  permesso  mangiare solo pane senza lievito, il pane “azzimo”. Durante  la Cena,  Gesù con gli Apostoli parlò molto, con parole di commiato, di  profezia,  di promessa, di consacrazione. Col gesto della lavanda diede  loro una  grande lezione d’amore, perché i discepoli lo dovranno seguire  sulla via  della generosità totale nel donarsi a tutti i fratelli  nell’umanità,  anche se considerati, per casta o per cultura, inferiori.  Ma quanti  gesti e parole inusuali, quella sera, forse non subito  compresi. Egli  fece il dono più prezioso all’umanità, il Sacramento  dell’Eucarestia,  che si perpetua in ogni angolo della Terra e come Lui  disse: “fate  questo in memoria di me” (Lc 22,19) e del sacrificio che  ha fatto per la  nostra salvezza. Lo sguardo di Gesù era rivolto oltre  la sua morte  imminente e rassicurava i discepoli: “Ma il Consolatore,  lo Spirito  Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà  ogni cosa...  Vi lascio la pace, vi dò la mia pace… Non sia turbato il  vostro cuore e  non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: vado e  tornerò a voi…”  (Gv 14,26-28). Un colloquio di grande suggestione e  ricco di emozioni,  perché in undici hanno creduto in Lui, veramente  Figli di Dio, lo hanno  seguito in quegli anni, disposti a proseguire il  suo messaggio di  salvezza. Ma il tradimento di Giuda si stava  consumando e Gesù si ritirò  nell’Orto degli Ulivi a pregare. La sua  preghiera fu: “La mia anima è  triste fino alla morte” (Mc 14,34).
 Inizia così la Passione di Gesù:  il rito prevede la reposizione  dell’Eucaristia in una cappella laterale  delle chiese; tutto viene  oscurato in segno di dolore, le campane  tacciono, l’altare diventa  disadorno, il tabernacolo vuoto con la  porticina aperta, i Crocifissi  coperti.