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From: lucy46 (Original message) |
Sent: 07/11/2014 08:43 |

San Prosdocimo
Sec. II
Etimologia: Prosdocimo = l'atteso, l'aspettato, dal greco Emblema: Bastone pastorale A Padova, san Prosdocimo, che si ritiene sia stato il primo vescovo di questa città. Il nome di Prosdocimo per quanto oggi poco frequente, denunzia immediatamente una provenienza veneta, e in particolare patavina. E questo perché il Santo viene onorato, dalla tradizione, come il primo Vescovo di Padova, Patrono della città euganea, e anche, secondo la opinione di vari studiosi, probabile evangelizzatore di tutta la Venezia occidentale. Anche la più bella immagine di San Prosdocimo venne dipinta da un padovano, il grande quattrocentista Andrea Mantegna. Fa parte di un polittico intitolato a Santa Giustina, altra celebre Martire di Padova, che si trova attualmente nella Pinacoteca di Brera, a Milano. In questo, San Prosdocimo appare con il tipico attributo della brocca, simbolo della sua infaticabile attività di battezzatore. Il significato etimologico del nome di Prosdocimo è molto bello, perché in greco significa " atteso ". Si può dire che San Prosdocimo, primo Vescovo di Padova, fu veramente l'atteso di quella città ancora pagana, nella quale sarebbe stato inviato dallo stesso San Pietro, dopo la consacrazione episcopale. Nella dolce plaga euganea, San Prosdocimo avrebbe compiuto prodigi e miracoli, che una tardiva Leggenda descrisse con evidente libertà d'immaginazione. Chi si occupa di agiografia è abituato a certe letture che, nella pia intenzione degli autori, dovrebbero essere edificanti, ma che, per eccesso di zelo, finiscono con l'essere ingenue. A volte, però, gli scarni documenti sono più eloquenti delle ridondanti leggende. E' il caso di San Prosdocimo, per il quale, dopo la morte, si trova citata, fuor delle mura di Padova, una Ecclesia Sancti Prosdocimi, nota più tardi come basilica di Santa Giustina, una delle più belle della città. La gloria di San Prosdocimo sarebbe stata infatti Santa Giustina, festeggiata il 7 ottobre. San Prosdocimo l'avrebbe convertita, e la donna cristiana seppe mantenere intatta la sua fede, affrontando il martirio nella persecuzione di Nerone. Il Vescovo di Padova, invece, fu risparmiato, non si sa bene né come né perché. Giunse al termine naturale della sua vita, carico di meriti e di anni, amato come padre, venerato come Santo.
Fonte: Archivio Parrocchia |
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Croda di Pelsa e Campanile San Prosdocimo per via normale
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I Cantoni di Pelsa al primo mattino mentre risaliamo la strada che dalla Val Corpassa sale al Rif. Vazzoler |
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Il Dente dell'Henrietta (acuminato) e la Croda di Pelsa dalla Forcella delle Mede. Si nota come la Croda di Pelsa sia solo un piccolo rilievo roccioso sulla cresta della Forcella |
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Dalla Forcella verso gli Aghi, il più alto è l'Ago Amalia. Sullo sfondo si vede il sentiero dell'Alta via in Val Civetta e i pendii di mughi del Monte Alto di Pelsa |
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Tutti gli Aghi visti dalla cima della Croda di Pelsa. A sinistra gli inferiori (Guglia Rudatis, Bocia e Campanile di Brabante) e a destra i superiori (spicca l'Ago Amalia) |
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La cresta che porta fin sotto alla parete del Campanile San prosdocimo (spostato a destra). Più in fondo la Torre di Pelsa e la Torre Venezia |
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Il nostro Campanile. La via di salita lo contorna a sinistra per poi risalire sull'altro versante. |
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Arrivati alla base del campanile si scende, seguendo alcuni ometti, in un canalone ripido finche non si può contornare il Campanile per questa cengia con roccia friabile ma agevole |
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Si risale un canalone con un passo più complicato all'inizio. Arrivati alla forcella con l'anticima ovest si risale il Campanile. Il metodo milgiore per salire è aggirare lo spigolo della forcella ed alternare passi verticali ad attraversamenti (specie verso destra), II |
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In cima al Campanile: c'è una firma risalente all'anno scorso lasciata in un barattolo da pellicole nell'ometto di vetta. Poco più sotto, dove c'era un cordone per doppia, trovo il libro di vetta ufficiale, ma tutto bagnato. La Cima delle Mede a sinistra |
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Ritonati sulla cresta ci concediamo una breve sosta per ammirare "l'Arco", una struttura rocciosa alquanto insolita. Fare attenzione a salire perché la roccia è friabile e dall'altra parte c'è il vuoto |
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L'imponente Torre Trieste, che ci ha accompagnato fin dall'inizio della giornata |
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From: lucy46 |
Sent: 07/11/2021 10:03 |
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Message 4 of 5 on the subject |
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From: lucy46 |
Sent: 07/11/2022 10:33 |
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Message 5 of 5 on the subject |
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From: lucy46 |
Sent: 07/11/2024 08:54 |
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