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IL CASTELLO DI ORSOSOGNANTE
 
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musicheduntempo: SIGNORINELLA PALLIDA... NOTE ED ATMOSFERE D''UN TEMPO...
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Reply  Message 1 of 4 on the subject 
From: liberidivolare  (Original message) Sent: 04/03/2009 17:00

In verità il titolo è solo... SIGNORINELLA...
ma è universalmente conosciutacome
SIGNORINELLA PALLIDA
 

 
Il testo della canzone è Poesia pura...
alta poesia del grande poeta e paroliere Libero Bovio,
Essa a dire degli esperti... è sì scritta in lingua italiana,
ma pensata in lingua Napoletana,
per sintassi e costruzione delle strofe.
 

 
E' una canzone davvero struggente che colpì appena uscì...
 i cuori ... e da allora non ha mai smessso di colpire i cuori... di tutti...
ma ancor di più di coloro che hanno dovuto lasciare
la propria terra d'origine...
 
Personalmente non riesco a non commuovermi 
 ogni volta che l'ascolto...
 

 
Si racconta che la musica fu scritta in una nottata e musicata da un Valente
arrabbiatissimo perché aveva perduto molto giocando a carte
 

 
In un primo momento i discografici l'avevano bocciata perché era...
"un romanzo... non una canzone..."ma mai smentita fu più clamorosa...
 

 
Eccola dunque... testo e video... (e che bel video...!)  cantata da Achille Togliani.

 

 

 
SIGNORINELLA
Libero Bovio - Nicola Valente (1931)
Signorinella pallida,
dolce dirimpettaia del quinto piano,
non v'è una notte ch'io non sogni Napoli,
e son vent'anni che ne sto' lontano!
Al mio paese nevica,
e il campanile della chiesa è bianco,
tutta la legna è diventata cenere,
io ho sempre freddo e sono triste e stanco!
Lenta e lontana,
mentre ti penso suona la campana
della piccola chiesa del Gesù
e nevica, vedessi come nevica ....
ma tu, dove sei tu?
Bei tempi di baldoria,
dolce felicità fatta di niente:
Brindisi coi bicchieri colmi d'acqua
al nostro amore povero e innocente.
Negli occhi tuoi passavano
una speranza, un sogno, una carezza ....
avevi un nome che non si dimentica,
un nome lungo e breve: giovinezza!
Amore mio!
Non ti ricordi che, nel dirmi addio,
mi mettesti all'occhiello una pansè
e mi dicesti, con la voce tremula:
"Non ti scordar di me!"
E gli anni e i giorni passano,
uguali e grigi, con monotonia,
le nostre foglie più non rinverdiscono,
signorinella, che malinconia!
Tu innamorata e pallida
più non ricami innanzi al tuo telaio,
io qui son diventato il buon don Cesare,
porto il mantello a ruota e fo' il notaio.
Il mio piccino,
sfogliando un vecchio libro di latino,
ha trovato, indovina, una pansè ....
perchè negli occhi mi spuntò una lacrima?
Chissà, chissà perchè!
Lenta e lontana,
mentre ti penso, suona la campana
della piccola chiesa del Gesù ....
e nevica, vedessi come nevica ....
ma tu .... dove sei tu?
 

 
 il mio Blogghino storico...
 
Barre-papillons


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Reply  Message 2 of 4 on the subject 
From: guazzetto25 Sent: 04/03/2009 17:04
dolce dirimpettaia del quinto piano. quanti ricordi, mia madre la cantava sempre. ciao tony

Reply  Message 3 of 4 on the subject 
From: giove11 Sent: 05/03/2009 08:14
anche i miei genitori, mia madre suonava e mio padre cantava (così si amoreggiava a quei tempi)

Reply  Message 4 of 4 on the subject 
From: antoniotrek Sent: 05/03/2009 16:50
una canzone evergreen


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