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IL CASTELLO DI ORSOSOGNANTE
 
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 15/06/2009 14:50

NOI

Un pensiero di Pascal...

"Rendiamoci dunque conto delle nostre possibilità: noi siamo qualcosa, ma non siamo tutto; quel tanto di essere che possediamo ci nasconde la vista dell’infinito. [...] Questa è la nostra vera condizione, la quale ci rende incapaci di sapere con certezza e di ignorare assolutamente. Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti ed instabili, sballottati da un capo all’altro. Qualunque scoglio a cui pensiamo di attaccarci e restare saldi, viene meno e ci abbandona e, se l’inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna. Per noi nulla si ferma. Questa è la nostra naturale condizione, che tuttavia è la più contraria alla nostra inclinazione: desideriamo ardentemente trovare un assetto stabile e una base ultima per edificarvi una torre che si levi fino all’infinito, ma ogni nostro fondamento si squarcia e la terra s’apre in abissi"

(B Pascal)

Che ne pensate?

Ciao da Orso Tony...



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 15/06/2009 16:37
Certo che se un po' di personaggi....megalomani che circolano in giro, leggessero un po' Pascal, si renderebbero conto di quanto precaria e' la condizione dell'uomo. Infatti come giustamente afferma, l'uomo e' una pura contraddizioni posto fra due abissi dell'infinito e del nulla. Fra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo. L'uomo non puo' ne sapere e ne ignorare totalmente. In sostanza egli dice:"....... che cos'e' l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito,un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra il nulla e tutto....." Certo che leggendo Pascal si ridimensionano molti concetti e cadono un po' di certezze perche' egli riporta tutto su un altalenante condizione umana......Egli scrive infatti: « [...] ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. [...] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n'è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e cosí miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente. » (Blaise Pascal, Pensieri, 139) E poi dice ancora: « Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici. » (Blaise Pascal, Pensieri, 168) « L'unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore tra le nostre miserie. » (Blaise Pascal, Pensieri, 171) Insomma Tony,e' interessantissimo leggere Pascal ma anche molto inquietante........

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: wiz132 Enviado: 16/06/2009 00:11
Si può dire, amici, che io non ho mai cessato di leggerlo da quando ero adolescente e lo scoprii per la prima volta; ed ora lo leggo spesso direttamente in francese. Cartesio per esempio è rimasto per me un ricordo scolastico, mentre Pascal è un filosofo e teologo per ogni età della vita ( che per lui fu tanto breve, purtroppo...)

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: smeraldina Enviado: 21/06/2009 05:26
Mi permetto di rispondere alla sua domanda ringraziandola anticipatamente per l'argomento molto interessante. Ecco il mio umile pensiero: Pascal era una persona molto religiosa; pur essendo uno scienziato ed un filosofo aveva il senso della propria finitezza, ma aveva una forte speranza in DIO. Vorrei rispondere con una frase di S. Agostino : il nostro cuore non trova pace finché non riposa in te (Conf. 1,1,1) Noi siamo come in un mare tempestoso e faremmo la fine di S.Pietro, affogheremmo, se non ci fosse Qualcuno, ossia una fede forte che ci tiene a galla, che ci dà una mano per non perire. Con amicizia


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