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IL CASTELLO DI ORSOSOGNANTE
 
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salutebeness: PERDONARE PER STARE BENE IN... SALUTE...
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Respuesta  Mensaje 1 de 10 en el tema 
De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 15/10/2009 16:16

 
Un articolo sul perdono, questo che propongo alla vostra lettura, non da un punto di vista religioso bensì da quello star bene...
 
 
 
 
PERDONARE PER STARE IN... SALUTE...
 I risultati di una recente ricerca americana
 
La scienza ha valorizzato un antico precetto: dimenticare i torti subiti non solo aiuta lo spirito, ma allenta l'ansia, fa passare il mal di testa. E migliora le difese immunitarie.
 
 
 

di Ennio Battista

Perdona che ti fa bene
Dimenticare i rancori, i torti subiti. Dimenticare le ferite provocate da un'offesa o da una grave violenza. Perdonare.
Chi è protagonista di un atto di clemenza verso il suo "carnefice" suscita spesso l'ammirazione dell'opinione pubblica. I familiari di Aldo Moro perdonarono i brigatisti-assassini; il padre di Erika continua a visitare la figlia nonostante il suo terribile delitto contro la madre e il fratellino.
Il fatto nuovo che ha richiamato l'attenzione degli studiosi su questo atteggiamento è che perdonare non è solo un atto nobile, un richiamo a un principo etico-cristiano ("Perdona le nostre offese come noi perdoniamo a chi ci ha offeso", recita la versione moderna del "Padre nostro"). È anche un modo per fare del bene e stare meglio in salute.
Lo sostiene un gruppo di ricercatori americani che ha sperimentato la "terapia del perdono" su genitori di vittime di omicidi nell'Irlanda del nord.
I risultati, presentati al meeting dell'American psychological association di San Francisco, hanno confermato la tesi iniziale dello psicologo Carl Thoresen della Stanford University: perdonare non comporta necessariamente giustificare o dimenticare le offese subite e riconciliarsi con i responsabili, ma rinunciare al diritto di provare esasperazione e irritazione, e di covare un desiderio di vendetta.
La ricerca non si è rivolta solo a persone particolarmente buone. Perché il perdono è una tecnica, e si impara. Insieme alla sua equipe il ricercatore americano ha sviluppato quindi un'apposita terapia: sei sedute di gruppo (vedi box a p. xx) dedicate alla necessità di abbandonare ogni rigida regola di comportamento in favore di "preferenze" di comportamento e di riconoscere la propria impossibilità di controllare il comportamento di altri.
La terapia di gruppo ha interessato 259 pazienti. Tutti hanno notato un notevole abbassamento del livello di stress, rabbia e sintomi psicosomatici come mal di testa e mal di pancia; i valori di pressione arteriosa erano inferiori, con una minore predisposizione all'infarto rispetto a chi non aveva seguito questa particolare cura. Sembra poi che anche il dolore del ricordo dell'offesa o del delitto si sia attenuato, con una maggiore disposizione degli offesi al perdono. Tutto questo ha avuto altri risvolti pratici, come una più rapida capacità di pensare a nuovi progetti lavorativi.
La terapia del perdono non è perciò frutto di movimenti religiosi; in realtà è stata promossa da un gruppo di scienziati, tra cui psicologi e antropologi, che sono così riusciti a dimostrare un assunto apparentemente scontato: perdonare fa bene non solo allo spirito, ma anche alla salute.
 
 

Tra antico e moderno
La terapia del perdono potrebbe sembrare un'assoluta novità. E questo è vero se rimaniamo nell'ambito della ricerca scientifica. Ma se diamo uno sguardo ad altri popoli, scopriamo curiose analogie.
In particolare, nella popolazione hawaiana esiste un termine, ho 'oponopono, che letteralmente significa correggere, e indica una tradizionale terapia di gruppo praticata dagli indigeni e rivolta alla cura di malattie sia di genere patologico che sociale.
La terapia si ispira a credenze molto antiche sul concetto del mondo e della divinità, riviste in una versione moderna, dove si intrecciano pratiche religiose tradizionali e moderni approcci psicoterapeuti. È un metodo che risulta particolarmente adatto per risolvere conflitti di vario genere all'interno di famiglie culturalmente hawaiane e così per prevenire o curare anche disturbi di origine psicosomatica.
Nel numero 3 della rivista "Anthropos & Iatria" (De Ferrari editore), viene riferito come si svolge una seduta di ho 'oponopono.
Innanzitutto essa viene stabilita soltanto se vi è una ragionevole possibilità di riuscita nella risoluzione del problema in questione, sia che si tratti di malattia, di conflitto sociale o di entrambe le cose.
Nei partecipanti deve esserci la reale volontà di venire a capo del problema e di restaurare la qualità positiva di relazioni sociali che hanno assunto una piega indesiderata, ed eventualmente provocato effetti spiacevoli. Ai partecipanti è richiesta lealtà, sincerità e disponibilità a mettere a nudo e in discussione sentimenti e pensieri, cuore e intelletto; è inoltre necessario che, se una parte ha commesso un torto, questa sia favorevole a una qualche forma di restituzione o di risarcimento ed entrambe le parti siano propense al perdono reciproco. Cruciale è inoltre la figura del "mediatore" a cui le parti in causa si rivolgeranno durante la seduta anche per comunicare con l'altra persona, e stemperare così la tensione emotiva.
La procedura che in genere viene seguita si basa sul seguente schema:
- Momento di preghiera.
- Presentazione del problema da trattare.
- Introspezione e discussione.
- Confessione.
- Restituzione.
- Perdono reciproco.
Il più delle volte si decide di intraprendere l'ho'oponopono perché un membro della famiglia è malato e se ne deve ricercare la causa. Ovviamente questo rimedio da solo non sempre può curare la malattia, che potrebbe non dipendere da fattori psicosomatici; tuttavia anche in caso di patologie nelle quali è opportuno ricorrere a cure mediche, l'ho`oponopono risulta un valido supporto psicologico e quindi aiutare la persona ammalata a reagire meglio alle cure.

Divorzi e Aids
I successi della terapia del perdono hanno ispirato nuovi tipi di trattamento anche in altre situazioni. Per esempio, Sandra Thomas, dell'università del Tennessee (Usa), ha lavorato con gruppi di divorziati ancora pieni di rancore nei confronti dell'ex coniuge. La terapia consiste nel fare un'intervista-confessione sui motivi che alimentano questa rabbia e continua con esercizi di scrittura, realizzando finte lettere, e finte telefonate all'ex. Alla fine, una volta superato il rancore, come risultato immediato i genitori iniziavano a costruire un rapporto migliore con i figli.
Le potenzialità del perdono sono tali che le sue applicazioni arrivano fino alle terapie mediche in senso stretto. Nel caso dell'Aids, si parte da alcune considerazioni: "È ormai dimostrato il legame stretto tra rancore e abbassamento delle difese immunitarie", afferma lo psicologo americano Everett Worthington, "E oggi sappiamo anche che perdonare, non solo razionalmente, ma coinvolgendo il livello emotivo, ha effetti benefici sull'organismo umano". Per curare le persone colpite da Aids, nell'università del Maryland il dottor Robert Redfield sta sperimentando quanto il perdono da parte dei malati verso chi ha causato il contagio sia in grado di rallentare l'avanzata della malattia.
Il ricorso al perdono potrebbe diventare allora un rimedio rivoluzionario, non solo per la cura della persona. Un esempio? Immaginiamo cosa succederebbe con la rinuncia alla vendetta nelle zone del pianeta a più alta tensione: si otterrebbero risultati sorprendenti a livello internazionale, interrompendo la spirale di violenza tra razze e religioni diverse.

http://www.vitaesalute.net/articolo.asp?offset=20&idx=19

Ciao da Tony Kospan



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Respuesta  Mensaje 2 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 15/10/2009 19:29
Anche se dare il perdono e' meno facile di quello che si dice,se poi deve creare anche dei problemi di salute,allora e' bene sforzarsi e concederlo senza stare sempre a pensare al male ricevuto!...... Proprio interessante questo articolo. Grazie Tony

Respuesta  Mensaje 3 de 10 en el tema 
De: lori173 Enviado: 15/10/2009 23:56
non bisogna pensare alla religione come a qualcosa di estraneo.mente sana in corpo sano in spirito sano.scienza e religione come dimostra il tuo articolo non sono affatto incompatibili .diciamo che qualcuno si fida da sempre ed altri come s.tommaso vogliono toccare con mano ma credo tutti sappiano dentro di sè che anche se non è facile applicarli i buoni sentimenti facciano bene agli altri e quindi anche a noi. io godo di ottima salute anche se a volte .....non è che non si perdoni è che è come se si rompesse qualcosa e non si potesse più ricostruire soprattutto se dopo fatti gravi si continua la convivenza con chi dovremmo perdonare che tra l'altro a propria volta è di solito convinto di avere fatto bene. è più facile perdonare un estraneo insomma.la lontananza ,separazione aiuta a sdrammatizzare e minimizzare il tutto in alcuni casi.in altri no... vado giù un attimo di psicologia che essendo scienza va spesso a braccetto anche lei con la religione ma come credo si sappia chi fa delle cattiverie cerca la punizione e quindi è in realtà contento di trovare chi prova rancore o medita o applica vendetta.direi che preferisce di gran lunga chi la vendetta la applica tanto che se non lo fa continua a provocare per questo la scelta è sempre tra amare o odiare .stessa cosa applicata diversamente cioè se ami perdoni e risolvi.se odi fai il gioco dell'altro che non può che considerarti come lui in fondo.fai del male a te stesso insomma quindi mentre chi merita la punizione più ...vendetta riceve e più in qualche modo ...sconta la sua pena .purtroppo è così.inutile dire che amore e odio sono la stessa cosa.è un interessarsi all'altro del resto quante persone litigano e se ne dicono di tutti i colori e poi fanno pace o viceversa. se non si riesce a perdonare e non si è del tipo che medita vendetta ma anzi .....diciamo che ti ritrovi in un mare di guai perchè non sei abbastanza bravo ma neanche cattivo e quindi ..... direi che prima di giungere a casi ...irrisolvibili a volte basterebbe una semplice parolina di cinque lettere :scusa .solo che bisogna prima arrivare ad ammettere almeno con sè stessi di aver sbagliato e pochi ci riescono.altri ti portano addirittura a tua volta a sbagliare per poter dire a sè stessi di aver fatto quindi bene .....mal comune mezzo gaudio.... oppure cercano complici per rafforzare la propria convinzione che la persona a cui si fa il torto ...merita. non sono praticante ma anche nella religione cattolica c'è lo scambiarsi la mano in segno di pace che trovo molto bello ed un'occasione

Respuesta  Mensaje 4 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 16/10/2009 03:40

Respuesta  Mensaje 5 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 16/10/2009 03:41

Respuesta  Mensaje 6 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 16/10/2009 03:53

Respuesta  Mensaje 7 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 16/10/2009 14:36

Respuesta  Mensaje 8 de 10 en el tema 
De: lori173 Enviado: 16/10/2009 20:21
faccio un appunto che avrei voluto fare anche in un post letto l'altro giorno,molto bello in cui si narrava la storia di un parroco che disse ai suoi parrocchiani che gesù sarebbe venuto fra loro mascherato e di comportarsi come se chiunque si incontrasse potesse essere lui. ci sono persone inconsapevolmente buone che neppure si rendono conto di avere qualcosa da perdonare oppure se ad un vaffanculo segue un buongiorno neanche si ricordano di essere stati insultati ma purtroppo ad essere ...perdonanti (?) ,in entrambi i casi,si passa spesso per stupidi e se da parte di chi ...va perdonato (perchè obiettivamente ha fatto qualcosa di sbagliato) non c'è volontà ovvero intelligenza si passa la vita a perdonare senza ottenere niente.insomma ...non funziona .io credo in tutte le cose belle che leggo e che riporto a volte a mia volta ma di fatto non funziona niente .però si va avanti .l'importante è essere sempre dall'altra parte.da quella di chi le prende.volevo dire solo questo.

Respuesta  Mensaje 9 de 10 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 17/10/2009 13:34
Per il perdono, basterebbe in effetti una semplice parolina detta alla maniera giusta in un momento giusto. Ma per avere una valenza deva giungere dall'altra parte alla stessa maniera di sincerita' e accettazione,perche' altrimenti rimane un fuoco sotto la cenere che ad ogni momento piu' riattivarsi. Insomma il perdono deve esssere dato e accettato riconoscendo entrambi i torti o le incomprensioni in cui si era caduti..... Ho avuto dei torti da una persona, dovuti al suo carattere e al suo modo di porgersi e di pensare,che nel tempo mi hanno fatto tanto male, seminando peraltro dispiaceri e disagi in seno alla famiglia stessa. In questo caso il lasciar correre non e' un perdono,perche' dall'altra parte rimane la convinzione che era giusto il suo comportamento, e a sua volta non chiedera' mai scusa,perche' non si e' reso mai conto dei danni che creava.........

Respuesta  Mensaje 10 de 10 en el tema 
De: lori173 Enviado: 17/10/2009 19:17
Sicuramente ..funzionano solo le cose fatte con assoluta sincerità di spirito e quindi un chiedere scusa senza essere convinti non ottiene un altrettanto sincero perdono per quanto sia indubbio che per alcune persone sia ritenuta cosa difficile comunque.Non parliamo poi di quelli che obiettivamente sbagliano e non se ne rendono conto o addirittura feriscono e ritengono di essere stati feriti loro.Se la montagna non va a maometto maometto va alla montagna e quindi con alcune persone ci vuole una grande pazienza .certe persone insomma si guariscono solo amandole comunque perchè bisogna entrare nell'ottica che loro sono davvero convinti.La persona senza sentimenti si guarisce mostrando di avere tu sentimenti.(facile amare chi ci ama ,difficile chi non ci ama disse gesù che a me piace molto).l'alchimia insomma è essere noi per cambiare gli altri.non lasciar correre ma avere magari voglia e diritto di ribellarsi,essere a propria volta violenti o offensivi ed invece rispondere a sgarbo con gentilezza.purtroppo funziona così nel senso che applicare non è altrettanto facile quanto l'averlo capito.perchè devi passare sopra a tante cose .soprattutto l'orgoglio di appunto,come dici tu ,passare momentaneamente per imbecilli soprattutto se davvero non puoi fare altro che lasciar correre.le provocazioni vanno viste come richieste di aiuto.brutto ma è così.rispondere con le stesse armi per ...l'altro equivale a dimostrare che sei come lui.è quello che vuole il suo io,la punizione mentre il sè di ciascuno cerca solo qualcuno che ci ami. altrettanto chiaro che evidentemente si tende a fuggire da chi per trovare in sè sentimento abusa di te dove per abuso intendo che a furia di tirare la corda la corda si spezza.si può perdonare anche all'infinito ma se dall'altra parte la consapevolezza ,preludio del sentimento,non arriva mai....... ma anche altrettanto evidente che le situazioni da cui si fugge tendono a tornare perchè più sei e più ti capitano i peggio. per alcuni la vita è una missione che forse non darà mai frutti .di certo è gratificante vedere a volte sprazzi di luce cioè vedere che le teorie diventano realtà .ottenere qualcosa.dopo aver tanto dato.ma se continui a dare ne esci comunque con la coscienza a posto. semplicemente non togliere a tua volta non basta a meno di avere la possibilità di poter vivere da solo anche se finchè in vita qualcuno che ...bussa alla tua porta ci sarà sempre.qualcuno che cioè ...chiede.a prescindere dal modo in cui lo fa.


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