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MISTERI: La Cappella Sansevero ed il suo Principe – Arte e misteri
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 18/10/2013 13:53
 
 
 
 

 

 
La Cappella Sansevero
è uno dei monumenti più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni..
 
 
 
 
 
 
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
 
ARTE E... MISTERI...
 
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
PRESENTAZIONE
 
 
 
 
Perché suscita tanto interesse e tanta curiosità?
 
Perché visitarla è come fare 2 passi... nel mistero.... 2 passi... nella grande arte e 2 passi... nel misterioso mondo di un geniale, enigmatico principe ed alchimista... Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
 
 
 
 

 
 
 
 
Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici... etc... il post dovrà essser diviso in più parti.
 
Inizieremo dunque col parlare in breve della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d'arte, ci soffermeremo sulle diverse stranissime invenzioni del Principe ed anche su alcuni suoi contatti con personaggi altrettanto noti e misteriosi.
 
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo...
 
 
 
 
 
 
 

 
I PARTE
 
 
 
 
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
 
 
 
 
 
 
 
 

Ecco cosa disse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
- Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
 
 
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
 
 
Wikipedia però lo definisce così... semplicemente
"Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30 1 1710 - Napoli 22 3 1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano".
 
 
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?
 
 

 

 

 

LA FAMIGLIA D'ORIGINE DEL PRINCIPE
 
 

I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza borgognona dallo stesso Carlo Magno.
 
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.
 
 
 
 

 

 


Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
 
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.

 

 

 

 

 


Accusato dell'omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.

Scappò di nuovo... stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.
 
 
 
 

 

 

 


BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
 
 

A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un'infanzia un pò disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui potè far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell'epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
 
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
 
Già da studente mostrò le sue capacità inventive. Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò "primi Ingegneri e valentuomini" creando un palco che "coll'aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote" spariva in breve tempo.
 
 
 

 

 
 
 
 
Tornato all'età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di  VII° Principe di Sansevero, per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
 
Per le sue conoscenze dell'arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci.
 
 
 
 

 
 
 
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell'epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
 
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.
 
 
 
 

Cappella Sansevero

 
 
 
Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come "Cappella Sansevero" per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell'epoca come vedremo in seguito.
 
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.
 
 
 
 

 
 
 
Questi sono però anche gli anni un cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
 
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
 
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.
 
 
 
 

Re Carlo III di Borbone

 

 
 
Quest'ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
 
Dopo qualche mese però per le sue importanti ed aristocratiche amicizie fu liberato.
 
 
 
 

La Cappella in una antica stampa

 
 
 
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l'opera di completamento di quella che possiamo definire... la ragione della sua vita....
 
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
 
Morì nel 1771
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

FINE DELLA I PARTE

 

 

continua...

 

 

Fonti: numerosissimi siti web e conoscenza diretta - Copyright: Tony Kospan

 

 

 

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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 04/12/2013 18:59

 

 
 
 
La più importante opera del Principe Raimondo de Sangro è certamente questa Cappella da lui abbellita ed arricchita da eccezionali opere d'arte.
 
 
 
 
LA CAPPELLA DI SANSEVERO
 
 
 
 
Costruita già nel 1590 per ospitare le tombe della famiglia fu del tutto restaurata nel corso del '700 dal Principe.
 
 
 
 

 

 

 

E' situata in pieno centro storico a pochi metri dalla piazza San Domenico Maggiore, ed è accanto al palazzo di famiglia dei Principi di Sansevero, ma divisa da un vicoletto che era però sormontato da un ponticello sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere direttamente alla Cappella.
 
 
 

La piantina della Cappella

 
 
 
 
La prima cosa che stupisce è che nella Cappella sono presenti soprattutto sculture ed infatti gli unici dipinti sono: 
il soffitto affrescato da F. M. Russo nel 1749 con le immagini allegoriche dei Santi della famiglia ed i medaglioni monocromatici con i Santi protettori del Casato.
 
Tutti presentano ancora colori vivissimi grazie all'uso di una cd. pittura «oloidrica» che consisterebbe nell'uso, al posto della colla, di sostanze create dal Principe ed il cui segreto avrebbe portato nella tomba con sé.
 
Questa massiccia preponderanza di sculture e di parti architettoniche rappresenta probabilmente un “unicum” nell'ambito delle Chiese e delle grandi Cappelle (benché questa sia sconsacrata).
 
 
 
 

 
 
 
 
Prima dare un'occhiata alle opere più rappresentative presenti nella Cappella bisogna precisare che essa presenta ben 4 chiavi di lettura:
- La prima è quella religiosa… certo è una Cappella… con statue e qualche dipinto di carattere religioso… eppure forse è la meno importante.
- La seconda è quella della rappresentazione della storia della famiglia del Principe e dei personaggi che più le diedero lustro.
- La terza è quella artistica, per la presenza di fantastiche opere di grandi maestri, inserite in un contesto tutto barocco ed in un trionfo (quasi musicale) di marmi e stucchi.
- La quarta, la più misteriosa e per molti affascinante, è quella esoterica in quanto il Principe 
avrebbe “fatto nascondere ma non troppo” nelle diverse opere i suoi principi e le sue conoscenze ermetiche ed alchemiche e qualcosa di vero certamente c'è se si pensa alla persecuzione che il Principe subì da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
 
 
 
 

 
 
 
Dunque nell'esaminare ciascuna opera cercherò di evidenziare le diverse chiavi apparenti o nascoste… per quanto è a mia conoscenza.
 

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 04/12/2013 18:59
IL CRISTO VELATO
 
 
 
 
 
 
 
 
E' certo l'opera più bella e nel contempo più misteriosa… in quanto è considerata uno dei massimi capolavori dell'arte mondiale e basterebbe da sola a giustificare una visita…
 
Il grande Canova, quando la vide, ne rimase così entusiasta che era pronto a spender qualunque cifra per poterla acquistare… e studiare… ed affermò che avrebbe dato 10 o 20 anni di vita per poter dire d'esserne stato lui l'autore.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Il motivo di tanta stupefacente bellezza?
 
E' soprattutto la presenza di un velo di marmo che lascia incredibilmente visibile sia il corpo sottostante che le ferite ed i buchi fatti dai chiodi sul corpo di Gesù.
 
Molto si è scritto su quest'opera ma, se sono davvero quelle le clausole del contratto d'opera ritrovate nel'Archivio Notarile di Napoli tra il Principe ed il Sammartino (che potremo leggere nelle note in calce), allora appare indubitalmente certo che il “velo trasparente di marmo” fu certamente un composto alchemico fornito dal Principe allo scultore.
 
 
 
 

 

 

 
 
Tuttavia sulla base di altri documenti c'è anche una tesi opposta e cioè che l'opera sia tutta un unico blocco di marmo finemente e favolosamente lavorato dal Sammartino.
 
In ogni caso quando la vidi, qualche anno fa, davvero mi sbalordì e mi sconvolse la trasparenza e l'aderenza del velo di marmo capace di mostrar con estrema e realistica precisione la vena gonfia sulla fronte, i fori dei chiodi sui piedi e sulle mani, il costato scavato e l'aspetto rilassato del Cristo per la sopraggiunta morte liberatrice dal dolore.
 
 
 
 

 
 
 
 
Ma cosa voleva dirci il Principe volendo realizzare quest'opera?
 
Potrebbe aver avuto lo scopo di dimostrare la possibilità di una felice unione tra arte ed alchimia, richiamare l'attenzione sulla Sindone quale simbolo esoterico di perfezione… ma, a mio parere, essa forse vuol soprattutto evidenziare la grandezza della potenza (in tutti i sensi) di un Principe capace di far realizzare un'opera davvero mitica ed unica al mondo.
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
NOTE
Tra le virgolette ecco degli estratti dalle clausole del contratto per la realizzazione del Cristo Velato rinvenute in alcuni siti in cui si afferma che siano state ritrovate nell'Archivio Notarile di Napoli ma delle quali non sono in grado di confermare l'autenticità:
 - Lo scultore s'impegna a realizzare una ” statua raffigurante Nostro Signore Morto al Naturale da porre situata nella cappella Gentilizia del Principe, un Cristo Velato steso sopra un materasso che sta sopra un panneggio e appoggia la testa su due cuscini, apprè del medesimo vi stanno scolpiti una Corona di spine tre chiodi e una tenaglia”.
Il Principe s'impegna a fornire il marmo ed a realizzare una “Sindone, una tela tessuta la quale dovrà essere depositata sovra la scultura,
dopo che il Principe l'haverà lavorata secondo sua propria creazione e cioè una deposizione di strato minutioso di marmo composito in grana finissima sovrapposta al telo; Il quale strato di marmo da usa idea, farà apparire per la sua finezza il sembiante di Nostro Signore dinotante come fosse scolpito di tutto con la statua”.
Lo scultore avrebbe però dovuto mantenere il segreto sulla “maniera escogitata dal Principe per la Sindone ricovrente la statua” e però l'opera sarebbe stata attribuita solo allo scultore.
 


 
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