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MONDO POETICO DI HAIKU: ~ INVITI SUPERFLUI ~
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Respuesta  Mensaje 1 de 7 en el tema 
De: haiku04  (Mensaje original) Enviado: 21/12/2013 13:20

 

                                                                                                                                                                       

 

 

 

  

 

 

INVITI SUPERFLUI  
 
Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate,
ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi,
e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo,
di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava.
 
Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente,
nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento.
Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati.
Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né battesti mai alla porta del castello deserto,
né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d'Oriente,
cullata dalla piroga sacra.
 
Dietro i vetri, nella sera d'inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte,
tu in altre cure a me ignote. Io chiederei "Ti ricordi?"
Ma tu non ricorderesti.....
 
 
Dino Buzzati
 
  
  
 
                                                                                                                                                                                 
 
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 7 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 21/12/2013 16:32
Davvero bellissimo... e forse ancor più bello nell'atmosfera di questi giorni
 
 
Avevo, se non erro, dedicato un post a questo fantastico brano,
di una dolcezza elegante, profonda ma anche quasi rarefatta
ma non so che fine abbia fatto
e però mi vien voglia di cercarlo e se non riesco.. di rifarlo...
se non ti dispiace...
 
Ciaooooo

Respuesta  Mensaje 3 de 7 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 22/12/2013 00:54
Non credo di aver mai visto il tuo post Tony, me lo sarei ricordato perchè mi piace molto
la scrittura di Buzzati. Se ne vuoi fare un nuovo post, ma certo!!!!

Respuesta  Mensaje 4 de 7 en el tema 
De: Ahimsa Enviado: 22/12/2013 11:21


«Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa.
Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo,
che è quello di raccontare delle storie».

Straordinaria la narrativa di Buzzati,

…« quella lunga storia senza fine
che viene da un capo del mondo e chissà dove andrà mai» …

appartiene a quell'universalità dell'anima
che spinge poeti e pittori
… ad impersonificare l'infinito.






Respuesta  Mensaje 5 de 7 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 22/12/2013 13:02
 
 
Ricordavo bene... l'ultimo post sul blog è del 2011
ed il primo del 2009... ma da allora non l'avevo più presentato...
eccolo... (La ricerca sul blog è molto efficace e veloce)
 
 
E' un racconto che una volta letto ti entra dentro e lì resta indelebile.
 
 
Grazie Haiku per avermi consentito la ricerca e la riproposizione
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ho trovato questo racconto nel web… 
 
Mi ha davvero molto entusiasmato… 
e m'è apparso davvero fantastico...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi ha quindi fatto venir il desiderio ed il piacere
 di condividerlo con voi. 
 
Ma non voglio anticipare giudizi…
posso solo dirvi di leggerlo con calma
e di gustarlo con calma e fino in fondo…
 
 
 
 

 
 
 
INVITI SUPERFLUI
Dino Buzzati
 
 
 
Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi.

Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava.Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l’un l’altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento.

 
 
 

 

 

 

Ma tu – ora mi ricordo – non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati. Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né battesti mai alla porta del castello deserto, né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d’Oriente, cullata da piroga sacra. Dietro i vetri, nella sera d’inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote. Io chiederei "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti.

Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell’anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi, e in date ore vaga la poesia congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene.

 
 
 
 

 

 

Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola.

Ma tu – adesso mi ricordo – mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l’anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all’ora giusta l’incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal settentrione. Tu preferisci le luci, la folla, gli uomini che ti guardano, le vie dove dicono si possa incontrar la fortuna. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti di essere stanca; solo questo e nient’altro.

Vorrei anche andare con te d’estate in una valle solitaria, continuamente ridendo per le cose più semplici, ad esplorare i segreti dei boschi, delle strade bianche, di certe case abbandonate. Fermarci sul ponte di legno a guardare l’acqua che passa, ascoltare nei pali del telegrafo quella lunga storia senza fine che viene da un capo del mondo e chissà dove andrà mai. E strappare i fiori dei prati e qui, distesi sull’erba, nel silenzio del sole, contemplare gli abissi del cielo e le bianche nuvolette che passano e le cime delle montagne.

 
 
 

 

 

Tu diresti "Che bello!". Niente altro diresti perché noi saremmo felici; avendo il nostro corpo perduto il peso degli anni, le anime divenute fresche, come se fossero nate allora. Ma tu – ora che ci penso – tu ti guarderesti attorno senza capire, ho paura, e ti fermeresti preoccupata a esaminare una calza, mi chiederesti un’altra sigaretta, impaziente di fare ritorno.

E non diresti "Che bello! ", ma altre povere cose che a me non importano. Perché purtroppo sei fatta così. E non saremmo neppure per un istante felici. Vorrei pure – lasciami dire – vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sé una specie di musica.

Con la candida superbia dei bambini guarderemo le facce degli altri, migliaia e migliaia, che a fiumi ci trascorrono accanto. Noi manderemo senza saperlo luce di gioia e tutti saran costretti a guardarci, non per invidia e malanimo; bensì sorridendo un poco, con sentimento di bontà, per via della sera che guarisce le debolezze dell’uomo. Ma tu – lo capisco bene – invece di guardare il cielo di cristallo e gli aerei colonnati battuti dall’estremo sole, vorrai fermarti a guardare le vetrine, gli ori, le ricchezze, le sete, quelle cose meschine. E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni.

Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d’oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo. è inutile. Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d’estate o d’autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda.

 
 
 
 
 
 
 

Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare – ti prometto – gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all’amore. Ma io ti avrò vicina.

E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo. Ma tu – adesso ci penso – sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.

 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
Sì certo è un racconto…
ma come non accostarlo alle poesie sublimi?
 
Per me è straordinario il modo in cui,
pur non senza darlo a vedere... e quasi in sordina,
il racconto susciti in noi
emozioni… visioni… suggestioni... bellissime...
 
Ciao da Orso Tony 
 
 
 
 
 
 
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Respuesta  Mensaje 6 de 7 en el tema 
De: Miti Enviado: 22/12/2013 16:42

Respuesta  Mensaje 7 de 7 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 22/12/2013 22:58
Ottimo lavoro Tony!
Ma con Buzzati è facile, almeno per me, alcune sue pagine sono così intense che fanno quasi male, e poi invece arriva la favola, il sogno....
 
Un libro che ho tanto apprezzato è il Deserto dei tartari....
 

“Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure per un’occhiata indietro. ‘Ferma, ferma!’ si vorrebbe gridare, ma si capisce che è inutile. Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi; e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai.”

“Il tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare. E per quanto l’orgasmo oscuro delle ore che passano si faccia ogni giorno più grande, Drogo si ostina nella illusione che l’importante sia ancora da incominciare.”



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