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POETI... GRANDI...: FOSCOLO
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 10/09/2022 01:14

.

.

.

 

 

 

Il Foscolo è stato tra i principali letterati italiani

nel periodo a cavallo tra '700 e '800

e nel contempo tra i pochi poeti amati a scuola,

per la sua vena neoclassica e nel contempo romantica.

Mi piace ricordarlo con una breve biografia,

 alcune tra le sue poesie più note

e con un bel video dedicato alla sua opera più importante

I SEPOLCRI.

BREVE BIOGRAFIA

Nato da madre greca e padre veneziano a Zante,

isola ionica della Repubblica di Venezia,

si trasferì con la famiglia in Italia prima a Spoleto,

dove iniziò i suoi studi, e poi a Venezia dopo la morte del padre.

.

.

.

Si riconobbe ben presto negli ideali di libertà e uguaglianza

della Rivoluzione Francese e pertanto visse la difficile,

ma gloriosa, vita dei patrioti risorgimentali per lo più tutti

letterati… artisti ed intellettuali.

Rifugiatosi a Milano, lì conobbe tra gli altri G. Parini e V.zo Monti

e scrisse articoli sul giornale “Il Monitore italiano”.

Combatté nel 1804 nelle armate di Napoleone.

Successivamente fu nominato professore a Pavia per poco tempo

e rifiutò poi, per coerenza, incarichi letterari perché proposti dagli Austriaci

e quindi fu costretto all'esilio vivendo prima in Svizzera e poi a Londra.

Il suo esilio però non fu felice perché rimase solo e povero…

ma nonostante tutto non tradì mai i suoi ideali.

Morì a Londra a soli 49 anni

.

.

LE POESIE

Forse perché della fatal quïete

Tu sei l'immago a me sí cara vieni,

O sera! E quando ti corteggian liete

Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquïete

Tenebre e lunghe all'universo meni

Sempre scendi invocata, e le secrete

Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

Questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;

E mentre io guardo la tua pace, dorme

Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge..

.

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo 

di gente in gente, me vedrai seduto 

su la tua pietra, o fratel mio, gemendo 

il fior de' tuoi gentili anni caduto. 

La Madre or sol suo dì tardo traendo 

parla di me col tuo cenere muto, 

ma io deluse a voi le palme tendo 

e sol da lunge i miei tetti saluto. 

Sento gli avversi numi, e le secrete 

cure che al viver tuo furon tempesta, 

e prego anch'io nel tuo porto quïete. 

Questo di tanta speme oggi mi resta! 

Straniere genti, almen le ossa rendete 

allora al petto della madre mesta.

Né più mai toccherò le sacre sponde

ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell'onde

del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque

le tue limpide nubi e le tue fronde

l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio

per cui bello di fama e di sventura

baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,

o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura.

 

 

.

Oltre ad altre sue belle poesie debbo dire

che anche questo piccolo poema,

nonostante il tema, allora mi piaceva moltissimo.

 

L'opera trae origine dall'importante decreto napoleonico

che vietava la sepoltura nelle chiese per motivi igienici e sanitari

ma lui, con questa opera, andava molto oltre 

proponendo una soluzione davvero più naturale e sognante.

 

 

 

 

 

 

A mio parere, una delle spiegazioni del fatto che

a noi ragazzi il Foscolo piacesse tanto,

 è che appariva, ed ancor appare,

tra i meno pomposi... i meno paludati.

 

Ma ecco il video

 

 

 

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=iiuts_dZrjE&feature=player_embedded]

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

 

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Frecce (174)
 
 
 


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