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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 20/10/2022 00:59
Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.
Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 - Marsiglia 10.11.1891
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti, nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.
Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere ma anche leggendo di tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico, rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua dove viveva con la moglie.
 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 
Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini (circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.
 
 
 
 
Henri Fantin Latour  - I poeti maledetti  - (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 
Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles, fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc... ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue "Illuminazioni" nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.
 
 
 
 
 
 
 .
.
.
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto volendo cambiare tutti i canoni preesistenti perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire giunse ad una poesia detta della sensazione ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia.
 
 
 
 .
.
.
 
ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 
SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa con tanti cuscini blu. Sarà dolce. Un nido di baci folli posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri smorfiare l’ombre delle sere, la plebaglia di demoni e di lupi tetri, mostruosità arcigne e nere.  Poi la tua guancia graffiare si sentirà… un piccolo bacio, un ragno matto, ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai: “Cerca!”, chinando a me la testa prenderemo tempo a scovare quella bestia che viaggia così tanto…
 
 
 
 
 
 
 
PRIMA SERATA
  Ella era ben poco vestita E degli alberi grandi e indiscreti Flettevano i rami sui vetri Con malizia, vicino, vicino… Seduta sul mio seggiolone, Seminuda, giungeva le mani. Al suolo fremevano lieti i suoi piccolissimi piedi. Io guardavo, colore di cera, un piccolo raggio di luce sfarfallare nel suo sorriso e sul suo seno, mosca al rosaio. Le baciai le caviglie sottili. Ebbe un ridere dolce e brutale Che si sciolse in un limpido trillo, Un ridere grazioso di cristallo. I suoi piedini sotto la camicia Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”. La prima audacia era stata permessa, Ma ridendo fingeva di punirla! Baciai, palpitanti al mio labbro, I suoi timidissimi occhi; Lei ritrasse la sua testolina Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!… Signore, ho qualcosa da dirvi…” Tutto il resto gettai sul suo seno In un bacio, del quale ella rise D’un riso che fu generoso… Ella era ben poco vestita E degli alberi grandi e indiscreti Flettevano i rami sui vetri Con malizia, vicino, vicino…
 
 
 
Berthe Morisot - Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri, punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera: trasognato sentirò la frescura sotto i piedi e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo. Io non parlerò, non penserò più a nulla: ma l'amore infinito mi salirà nell'anima, e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro, nella Natura, lieto come con una donna.
Ma Boheme - Jean-Paul Surin
LA MIA BOHEME (Fantasia)
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate; E anche il mio cappotto diventava ideale; Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele; Oh! quanti amori splendidi ho sognato! I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio. Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore. Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore; Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre, Come lire tiravo gli elastici Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!
 
 
 
 
F I N E
Frecce (174)
 
 
 
 
 
 
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Orso Tony Enviado: 20/10/2022 01:12
Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.
Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 
 
Charleville 20.10.1854 - Marsiglia 10.11.1891
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
Arthur Rimbaud, il più maledetto dei poeti maledetti, nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.
Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere ma anche leggendo di tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico, rappresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua dove viveva con la moglie.
 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 
Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini (circolo di poeti parnassiani
ed ecco come lo definì tal Léon Valade 
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo 
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.
 
 
 
 
Henri Fantin Latour  - I poeti maledetti  - (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 
Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letterarie frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles, fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti iniziando una vita di avventure e peripezie in giro per il mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc... ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue "Illuminazioni" nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.
 
 
 
 
 
 
 .
.
.
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto volendo cambiare tutti i canoni preesistenti perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire giunse ad una poesia detta della sensazione ovvero delle emozioni totali senza filtri né controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri, odori, musiche e colori 
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico 
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia.
 
 
 
 .
.
.
 
ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 
SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa con tanti cuscini blu. Sarà dolce. Un nido di baci folli posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri smorfiare l’ombre delle sere, la plebaglia di demoni e di lupi tetri, mostruosità arcigne e nere.  Poi la tua guancia graffiare si sentirà… un piccolo bacio, un ragno matto, ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai: “Cerca!”, chinando a me la testa prenderemo tempo a scovare quella bestia che viaggia così tanto…
 
 
 
 
 
 
 
PRIMA SERATA
  Ella era ben poco vestita E degli alberi grandi e indiscreti Flettevano i rami sui vetri Con malizia, vicino, vicino… Seduta sul mio seggiolone, Seminuda, giungeva le mani. Al suolo fremevano lieti i suoi piccolissimi piedi. Io guardavo, colore di cera, un piccolo raggio di luce sfarfallare nel suo sorriso e sul suo seno, mosca al rosaio. Le baciai le caviglie sottili. Ebbe un ridere dolce e brutale Che si sciolse in un limpido trillo, Un ridere grazioso di cristallo. I suoi piedini sotto la camicia Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”. La prima audacia era stata permessa, Ma ridendo fingeva di punirla! Baciai, palpitanti al mio labbro, I suoi timidissimi occhi; Lei ritrasse la sua testolina Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!… Signore, ho qualcosa da dirvi…” Tutto il resto gettai sul suo seno In un bacio, del quale ella rise D’un riso che fu generoso… Ella era ben poco vestita E degli alberi grandi e indiscreti Flettevano i rami sui vetri Con malizia, vicino, vicino…
 
 
 
Berthe Morisot - Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri, punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera: trasognato sentirò la frescura sotto i piedi e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo. Io non parlerò, non penserò più a nulla: ma l'amore infinito mi salirà nell'anima, e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro, nella Natura, lieto come con una donna.
Ma Boheme - Jean-Paul Surin
LA MIA BOHEME (Fantasia)
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate; E anche il mio cappotto diventava ideale; Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele; Oh! quanti amori splendidi ho sognato! I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio. Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore. Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore; Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre, Come lire tiravo gli elastici Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!
 
 
 
 
F I N E
Frecce (174)
 
 
 
 
 
 
 


 
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