Artemisia Gentileschi - Autoritratto come suonatrice di liuto
La romana Artemisia Gentileschi è la prima a ricoprire davvero un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna nell'arte.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni.
L'autore della violenza fu il maestro di pittura Agostino Tassi a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva.
Collage di sue opere
Nonostante la lunga e controversa querelle, anche giudiziaria, ed il successivo matrimonio riparatore, fu invece la sua scelta di libertà e di emancipazione a renderla una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene presente nei suoi dipinti siano conseguenza dello stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
Ciononostante la sua è stata una vita piena di successi, di storie d'arte sì ma anche d'amore con sorprendenti libertà per l'epoca.
E' vissuta ed ha operato anche a Firenze ed a Napoli dove alla fine si stabilisce.
Allegoria della pace
Intrattenne varie corrispondenze con i grandi dell'epoca, come Galilei, con cui si vantò che:
"Mi sono vista onorata da tutti i Re e governanti d’Europa ed i miei dipinti continueranno a fornire la prova della mia fama."
Abbraccio tra la giustizia e la pace
La sua personalità forte la possiamo anche evincere dalla risposta a un committente che voleva uno sconto per un suo dipinto perché donna come:
"vedrete cosa è capace di fare una donna".
Allegoria della fortuna
La sua è comunque considerata una pittura di notevole livello, forte, passionale e creativa.
E' infine molto significativo il dipinto qui sotto, in cui lei non guarda lo spettatore, perché rivela quanto lei si senta un corpo unico con la pittura.
Tony Kospan
F I N E