Tutti dovremmo chiederci ma che significato ha la vita?
Purtroppo la maggior parte degli umani se ne disinteressa e vive come se la vita non avesse mai fine, salvo poi accorgersi, quasi con stupore, che arriva la vecchiaia con i suoi tanti e diversi acciacchi la quale poi preannuncia la fine della nostra esperienza terrestre.
Eppure persone e aziende ricchissime spingono le ricerche al fine di raggiungere l'immortalità come se fosse uno dei tanti possibili successi scientifici raggiungibili.
No, no non mi addentrerò in misteriosi e complessi pensieri filosofici, metafisici, fantascientifici o religiosi.
No, mi limiterò ad un'osservazione che potrebbe sembrare persino banale ma che con tutta evidenza ci dice qual è il programma che la natura ha dato, da sempre, alla flora, alla fauna ed all'umanità.
Venki Ramakrishnan
Non è nemmeno lontanamente un'idea mia, anche se da sempre sono vicino a questa interpretazione del vivere, ma parlerò dello studio di uno scienziato Venki Ramakrishnan, Premio Nobel per le sue ricerche sull'Origine della vita attraverso la nascita delle proteine.
Per evitare confusioni però conviene andare per ordine.
LE RICERCHE SCIENTIFICHE SULL'IMMORTALITA'
Oggi oltre 700 aziende biotech stanno studiando l'estensione della vita attraverso la cura della vecchiaia vista come un problema di ingegneria mentre è un problema tra l'altro complesso ed imprevedibile, ci dice il Premo Nobel, di biologia.
Addirittura alcuni hanno scritto che "La prima persona che vivrà 1000 anni è già nata" e che ciò sarà possibile bloccando l'invecchiamento.
La verità però può apparire brutale ma in fondo è semplice e soprattutto è... naturale.
Una volta superato il limite di età per donare i nostri geni alla generazione successiva il nostro impegno genetico coordinato dalla Natura termina.
Questo ovviamente vale per tutti gli esseri viventi, piante, animali e umani.
Il programma principale per la Natura, dopo la nascita, è dunque portare flora, animali e umani a raggiungere le condizioni per diffondere i propri geni e mantenere così salve le specie, al di là poi della realizzazione concreta che dipende da tantissimi fattori.
Dopo di ciò la Natura non spreca più energie per limitare i danni che la vita, in qualsiasi modo, arreca ai corpi e bisogna anche riflettere che essa non si preoccupa affatto dei singoli corpi, né della loro durata, ma solo del raggiungimento dell'obbiettivo della fertilità per poter trasmettere i geni alle generazioni future.
Come si manifesta in concreto il programma naturale biologico delle specie viventi?
Nelle piante con la loro fioritura e negli animali e negli umani attraverso l'orgasmo.
(Nota T. K.)
Scaduto questo termine in un certo senso possiamo dire che la Natura non si cura più della manutenzione dei corpi ed inoltre alcuni geni, continua lo scienziato, che da giovani sono utilissimi per tenerci in forma, in vecchiaia possono diventare dannosi e perfino favorire malattie anche gravi.
A CHE PUNTO E' IN CONCRETO LA RICERCA OGGI
Allora non si può far nulla?
Beh qualcosa possiamo fare almeno per poter prolungare una accettabile vecchiaia.
Innanzitutto è importante la riduzione di calorie nelle nostre diete e poi, ma questo è per ora solo in fase di studio ancorché promettente, l'eliminazione delle cellule cd. "senescenti".
Tuttavia non sarà possibile eliminarle proprio tutte ed infine appaiono essere molto utili le trasfusioni di sangue giovane in quanto l'esperimento sui topi ha dato ottimi risultati.
In futuro, ma per ora ancora più remoto, sarà anche possibile la cd. "riprogrammazione cellulare".
Questa dunque è la reale situazione dell'impegno scientifico per prolungare una sana vecchiaia, ma non certo per giungere all'immortalità, almeno per ora e per il prossimo futuro.
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia senza indicare blog ed autore del post