Le parole hanno una vita simile a quella degli esseri viventi.
Nascono, vivono, ma poi nel tempo si modificano o scompaiono.
Ogni tanto mi piace approfondire la conoscenza di parole che hanno una storia o una vita particolare.
Stavolta mi occuperò della parola "alieno" che attualmente nell'immaginario collettivo è ormai un sinonimo di extraterrestre, ma che inizialmente aveva ben altro significato.
Inizialmente infatti era una parola latina che significava "di altri" o "altrui".
Acquista però rilevanza, soprattutto legale, da parte dei giuristi bolognesi del '200 con la definizione di oggetto non mio ma appartenente ad altri (secondo la ricerca dell'Opera del Vocabolario Italiano).
Da ciò sorgono i derivati, sempre come termini giuridici, di "alienare" ed "alienazione" (di un bene).
Piano piano però il suo concetto si amplia fino a significare l'estraneo, lo straniero, il diverso sia per cose, che per persone e perfino per noi stessi riguardo a nostri aspetti caratteriali che ci sfuggono.
Da quest'ultimo aspetto, i derivati, "alienato e alienazione" vengono usati in campo psicologico e psichiatrico.
Siamo però ancora in ambito terrestre ed il salto verso della parola verso soggetti o oggetti di altri mondi avviene negli anni '30 in un romanzo di fantascienza di scrittori americani e poi, a partire dal film "Odissea nello spazio" del 2001, il nuovo significato si diffonde dappertutto.
Il termine alieno ormai è diventato sinonimo di extraterrestre sia in Italia che in tutto il mondo.