Corot - Lettrice
Non sono un argomento allegro questi strani ma frequenti casi dell'ottocento, ma affrontandoli con senso storico e luce letteraria penso che possano essere letti con serena curiosità.
Parlerò quindi di vicende, per noi oggi del tutto inimmaginabili ma che erano, a quanto pare, non rari all'epoca dato il gran numero di nascite ma anche di morti di bambini.
Penso che pochi ne abbiano mai parlato a fondo ma, dopo aver conosciuto le vicende di van Gogh e del grande pensatore italiano Benedetto Croce unite alla poesia di Victor Hugo, non posso non riandare alle sofferenze che venivano vissute nel chiuso delle famiglie di quel secolo e dunque mi pare doveroso affrontare l'argomento che ha vari risvolti, umani, letterari e non solo.
Una foto di famiglia dell'800
In parole più semplici nell'800 c'erano in Europa moltissime nascite ma anche tantissime morti di bambini in tenera età sia in famiglie povere che in quelle ricche dato che non c'erano le conoscenze e soprattutto le medicine che abbiamo ora.
Succedeva così che le donne avessero spesso, poco dopo la morte di un figlio, nuove gravidanze e dunque nuove nascite.
Spesso poi c'era anche l'usanza di dare al nuovo nato il nome del fratello morto.
E' nota l'incredibile storia del mitico pittore Van Gogh.
Van Gogh
Un anno prima della sua nascita, ed incredibilmente nello stesso mese e nello stesso giorno, era nato un altro bambino col nome Vincent Van Gogh che però era morto poco dopo.
Alla nascita del bambino che diverrà uno dei più grandi pittori di sempre, il 30 marzo 1853 a Zundert (Olanda), gli fu dato quindi lo stesso nome del fratellino morto.
L'accaduto ebbe una notevole influenza sulla sua psiche fin da piccolo per la sua difficoltà a creare una propria identità (si sentiva un duplicato) e poi sulla genesi del suo umore tristissimo che ebbe per tutta la vita.
A questo aspetto del grande pittore ho dedicato il post che, se si vuole, si può leggere cliccando sull'immagine qui giù.
Van Gogh
Simile ma con aspetti molto diversi fu la nascita del filosofo Benedetto Croce a Pescasseroli il 25 febbraio 1866.
Anche a lui fu dato lo stesso nome di Benedetto che aveva il nonno che era stato magistrato del Regno di Napoli.
Benedetto Croce
Di recente però è stato riscoperto nella casa di Croce un quaderno scritto dal padre Pasquale che fa luce, grazie alla corrispondenza tra suo padre ed il senatore e patriota Luigi Spaventa e soprattutto ad una poesia di Victor Hugo, in particolare sugli aspetti più sofferti ed umani della sua nascita anche in rapporto al fratello.
Fratellino omonimo di Benedetto Croce
Ora veniamo al mitico scrittore e poeta francese Victor Hugo nato a Besançon il 26 febbraio 1802.
Anch'egli insieme alla moglie aveva vissuto l'esperienza di un figlio morto nel 1823 e poi di una figlia morta diciannovenne.
In quel poemetto rinvenuto nella casa del filosofo a Napoli e di cui accennavo su, tradotta da suo padre c'è una poesia del grande scrittore francese che quasi certamente deve aver influenzato i genitori di Benedetto.
Vediamo cosa dice e perché poté influenzare positivamente i genitori quando, dopo il loro grave lutto, ebbero un nuovo figlio che diventò poi il noto pensatore.
La poesia è "Le Revenant" (Il redivivo) di Victor Hugo, dal suo libro "Les Contemplations", e parla di una madre che ha partorito un nuovo figlio dopo la morte di un altro.
Georges de la Tour (Illustrazione della poesia Le Revenant)
In essa il poeta immagina genialmente una conversazione tra la madre e il figlio morto e che quest'ultimo dica alla madre, ancora affranta dal dolore, di non soffrire più perché lui non è nella tomba ma vive nel nuovo nato, anzi è il nuovo nato.
La genialità di questa idea di Hugo può dunque aver alleviato il dolore della madre del filosofo che poteva rivedere in lui l'altro che era scomparso.
Victor Hugo
Orbene tutto ciò evidenzia i tanti drammi che si vivevano nelle famiglie europee di quel secolo che, forse anche per questo, immaginiamo triste ed oscuro.
Però ci dice anche quanta importanza abbiano avuto questi aspetti per il grande pensatore se conservò per tutta la vita questo quaderno del padre.
Altra illustrazione della poesia di Hugo "Le Revenant"
Lo stesso Benedetto Croce ebbe poi un figlio morto da piccolo.
Chi volesse approfondire in modo molto più ampio l'argomento in relazione alla biografia di Benedetto Croce c' 'è il libro "Il redivivo" di Emma Giammattei, ed. Hoepli.
Tony Kospan