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Poesie: Poesia del giorno
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Rispondi  Messaggio 1 di 117 di questo argomento 
Da: Enzo Claudio  (Messaggio originale) Inviato: 28/11/2009 16:27

Alda Merini


La fuga

Lasciami alle mie notti
ed ai miei benefici di peccato,
lasciami nell’errore
se decantarmi è compito di Dio!
So che mi assolverai delle mie pene:
ma ora lasciami umana
col cuore róso dalla mia paura.
Quando sarò bassorilievo al tempo
della Tua eternità, non avrò fronti
contro cui capovolgere la faccia.

Alda Merini
Testamento

a cura di Giovanni Raboni
Crocetti Editore 2002




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Rispondi  Messaggio 73 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 06/02/2010 04:26
José Emilio Pacheco


Miseria della poesia

Mi chiedo che posso farmene di te
adesso che sono passati tanti anni,
sono caduti gli imperi,
la piena ha travolto i giardini,
si sono cancellate le foto
e nei luoghi sacri dell’amore
sorgono negozi e uffici
(con nomi in inglese naturalmente).

Mi chiedo che posso farmene di te
e faccio una pseudopoesia
che tu mai leggerai
– o se la leggi,
invece di una fitta di nostalgia,
provocherà il tuo sorrisetto critico.


Traduzione di Emilio Coco



Rispondi  Messaggio 74 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 07/02/2010 04:37

Beppe Salvia


A
bbiamo nel cuore un solitario
amore, nostra vita infinita,
e negli occhi il cielo per nostro vario
cammino. Le spiagge i cieli, la riva
su cui sassi e rovi e il solitario
equisèto, e colli erbosi grassi
rioni, città dispiegate come
belle bandiere, e nude prigioni.
Questa è la nostra vita. Questi nostri
volti vagabondi come musi
di cani ci somigliano. Il vento
il sole le corolle rosse e blu,
i sogni mai sognati i nostri sogni.
Questa è la nostra vita e nulla più.




Rispondi  Messaggio 75 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 08/02/2010 04:11
Ghiorgos Markòpulos

I poeti


La sera i passanti
Tagliano per i parchi per risparmiare
strada.

Noi li vediamo.
O meglio, vediamo l’estremità della loro
sigaretta.


Rispondi  Messaggio 76 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 09/02/2010 04:01
Ivan Fedeli


Non è tempo di scrivere e io non ho
che il solco della penna e sotto il foglio.
Un inchiostro facile, un dire fragile
tra voci che confondono, che vanno.
E questo è un anno che trattiene i giorni
li lega al calendario. I volti stanno
lì, per caso. Ci chiedono un appiglio,
lo scompiglio di un’altra primavera.
Quasi non ci fossero, come se
svanissero. Sistemali per poco
qui, con le parole. In qualche stanza
chiusa, in una nuova sera. Una nicchia,
e poi fermarli, e poi imparare a dirli,
a riconoscerli dagli occhi almeno.
Tu, punto a capo senza corpo. Tu
rimedio dell’assenza, poesia.





Rispondi  Messaggio 77 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 10/02/2010 04:55
Andrew Motion


Sul tavolo

Ci terrei a precisare che ho comprato
questa tovaglia
con il suo semplice disegno ripetitivo
di fiori viola scuro non menzionati
da alcun botanico
perché mi ricorda quel vestito stampato
che indossavi
l’estate che ci siamo conosciuti (un vestito
– hai sempre sostenuto –
che non ti ho mai detto che mi piaceva).
Be’, mi piaceva, sai. Mi piaceva.
Mi piaceva un sacco, che ci fossi tu dentro
oppure no.

Come è potuto uscirsene così in silenzio
dalla nostra vita?
Detesto (proprio detesto) l’idea di qualche
altro sedere
che faccia svolazzare a sinistra e a destra
quelle pesanti corolle.
Detesto ancor più immaginarmelo sgretolarsi
in una discarica
o fatto a brandelli – un pezzo qui che pulisce
un’astina dell’olio
un pezzo là intorno a una crepa in un tubo
di piombo.


è passato tanto tempo ormai, amore mio,
tanto tempo,
ma stanotte proprio come la nostra prima
notte sono qua,
la testa leggera tra le mani e il bicchiere
pieno,
che fisso i grossi petali sonnolenti fino
a quando si mettono in moto,
amandoli ma con il desiderio di sollevarli,
di schiuderli,
persino di farli a pezzi, se questo è quanto
ci vuole per arrivare
alla tua bellissima pelle, desiderosa,
calda, candida come la luna.


Traduzione di Helena Sanson




Rispondi  Messaggio 78 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 11/02/2010 04:04
Alejandra Pizarnik


Presenza

la tua voce
in questo non potersene uscire le cose
dal mio sguardo
mi spossessano
fanno di me un vascello in un fiume di pietre
se non è la tua voce
pioggia sola nel mio silenzio di febbri
tu mi liberi gli occhi
e per favore
parlami
sempre.


Traduzione di Claudio Cinti

Rispondi  Messaggio 79 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 12/02/2010 04:41
Inge Müller



Quando ci incontrammo
In una strada laterale delle nostre vie
Sentivi paura della vita
Sentivo paura della morte
Che era vicina e vedemmo il cielo rosso
Avvolgerci soffice come una coperta di lana
E ci riscaldammo per un attimo

L’attimo
durò sette estati. Quando levammo gli occhi
Il tempo era già trascorso.





Rispondi  Messaggio 80 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 13/02/2010 04:46
Pierluigi Cappello


Da lontano

Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie
di silenzio,
e non c’è più posto per le parole,
e a poco a poco si raddensa una dolcezza
intorno
come una perla intorno al singolo grano
di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo
un nome amato
per comporre la sua figura; allora
la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato
un pane caldo, spezzato.




Rispondi  Messaggio 81 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 14/02/2010 04:52
Costantino Kavafis

Lontano

Dire vorrei questo ricordo... Ma
s’è così spento... quasi nulla resta:
lontano, ai primi anni d’adolescenza, posa.

Pelle di gelsomino...
E la sera d’agosto (agosto fu?)...
Ormai ricordo appena gli occhi: azzurri, forse...
Oh, azzurri, sì! come zaffiro azzurri.


(trad. Filippo Maria Pontani)


Rispondi  Messaggio 82 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 15/02/2010 04:44
Nikos Engonòpulos

Poesia 1948

quest’età
della lacerazione civile
non è un’età
per la poesia
e simili:
appena qualcosa sta
per essere scritto
è
come se
fosse scritto
sul retro
di necrologi

per questo anche
le mie poesie
sono così amare
(e quando mai – del resto – non lo
sono state?)
e sono
– soprattutto –
anche
così
poche


(da Eleusi, 1948)


(trad. Filippomaria Pontani)

Rispondi  Messaggio 83 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 16/02/2010 04:44
Nikos-Alexis Aslànoglu

La poesia non ci cambia

La poesia non ci cambia la vita,
identica la stretta, il nodo della pioggia
la bruma della città quando si fa sera

Non ferma l’avanzata marcescenza
non sana i nostri antichi errori

La poesia ritarda la metamorfosi
rende più difficile il nostro agire
quotidiano.

(da Ospedale militare, 1972)


(trad. Filippomaria Pontani)

Rispondi  Messaggio 84 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 17/02/2010 05:01
Wendy Cope

Il mio amante

E ora parlerò del mio amante, che rimarrà senza nome.
Perché a 49 anni sa fare il rumore di cinque diversi tipi
di camion che cambiano le marce in salita.
Perché a volte lo fa sulle scale del posto dove lavora.
Perché poi si vergogna quando gli altri lo sentono.
Perché sa anche imitare almeno tre tipi diversi di treni.
Perché questi includono: la metropolitana di Londra,
il treno a vapore e il trenino elettrico
delle Ferrovie Meridionali.
Perché tifa per il Tottenham Hotspur con gioiosa
e immutabile devozione.
Perché odia l’Arsenal, i cui tifosi sono rozzi e incivili.
Perché spiega che gli Spurs sono magici, mentre l’Arsenal
è noioso e sta sempre in difesa.
Perché io non ne sapevo niente fino a sei mesi fa,
e non mi curavo di saperlo.
Perché ora tutto questo mi affascina.
Perché lui si esibisce per gradi, dieci.
Perché, primo, si presenta come una persona gentile,
seria e mentalmente libera.
Perché, secondo, affronta molti pranzi, discutendo a tavola
della vita e dell’amore senza mai nominare il calcio.
Perché, terzo, sta attento a non rivelare quanto detesti
avere la peggio in una discussione.
Perché, quarto, parla delle donne del suo passato,
riconoscendo che in parte è stata colpa sua.
Perché, quinto, è talmente ragionevole che tendi a dubitarne.
Perché, sesto, si autoinvita per un drink una sera.
Perché, settimo, in due vi scolate due bottiglie di vino.
Perché, ottavo, si ferma per la notte.
Perché, nono, non vedi l’ora di rivederlo.
Perché, decimo, non si fa vivo per giorni.
Perché avendo raggiunto lo scopo ritorna ai suoi interessi.
Perché non salterà nemmeno un’ora del corso serale
o una sola prova di coro a causa di una donna.
Perché è quasi sempre fuori casa.
Perché non riesci nemmeno a trovarlo al telefono.
Perché è il tipo d’uomo che da generazioni fa impazzire
le donne.
Perché, è triste ammetterlo, questo pensiero non basta
a farti rinsavire.
Perché è affascinante.
Perché è buono con gli animali e coi bambini.
Perché la sua voce è rassicurante e sexy allo stesso tempo.
Perché guida una vecchissima Vauxhall Astra station wagon.
Perché va a 130 sull’autostrada.
Perché quando lo supplico di rallentare dice: “Non intendo
andare piú piano di cosí”.
Perché è convinto di conoscere le strade meglio di chiunque
altro sulla terra.
Perché non insiste per avere consigli dai suoi passeggeri.
Perché se mai dovesse perdersi sarebbe un bell’inferno.
Perché qualche volta mi fa dormire dalla parte sbagliata
del mio letto.
Perché non puoi dargli ordini.
Perché ha questa dote, che gli sta bene mangiare
i bastoncini di pesce surgelati o il cibo cinese già pronto
o prepararsi la cena da solo.
Perché sa come cucino ed è realista.
Perché mi prepara tazze di cacao densissimo con le bollicine.
Perché beve e fuma almeno quanto me.
Perché è ossessionato dal sesso.
Perché non direbbe mai che è sopravvalutato.
Perché è cresciuto prima della società permissiva
e si ricorda della sua adolescenza.
Perché non insiste nel ripetere che è sano e naturale,
né mi chiede cosa vorrei che facesse.
Perché ha alcune idee tutte sue.
Perché non è mai stato capace di dormire a lungo
e la notte parla con me fino a tardi.
Perché ci logoriamo a vicenda con la nostra insonnia.
Perché mi fa sentire come una lampadina che non può
spegnersi da sola.
Perché ispira una poesia dopo l’altra.
Perché è pulito e ordinato ma non si preoccupa
troppo del suo aspetto.
Perché permette al barbiere di tagliargli i capelli troppo corti
e per due settimane va in giro che sembra un carcerato.
Perché quando metto una collana e gli chiedo se
mi sta bene risponde: “Sí, se No vuol dire provarne altre tre”.
Perché è rimasto scioccato quando i compagni di squadra
piú giovani hanno cominciato a usare il talco negli spogliatoi.
Perché la sua mascolinità vecchio stile è per me
fonte di continuo divertimento.
Perché la cosa lo rende perplesso.


Traduzione di M. Paola Bartocci



Rispondi  Messaggio 85 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 18/02/2010 04:23

Heiner Müller


Filottete 1950

Filottete, in mano l’arco d’Eracle, con
la lebbra e
con poche vettovaglie abbandonato dai prìncipi
nella deserta Lemno – non mostrava alcun
orgoglio e alla nave
dileguantesi lanciava grida che non riuscivano
a trattenerla.
E si assuefaceva, signore dell’isola e anche
suo schiavo
a lei legato con le catene del flutto circostante,
nutrito d’erbe
per dieci lunghi anni e della caccia d’animali.
Nel decimo inutile anno di guerra i prìncipi
si sovvennero
dell’abbandonato. Di come tendeva l’arco,
foriero di morte
lontana. Navi inviarono a prendere l’eroe
che li coprisse di gloria. Ma ora egli mostrò
il suo volto
più fiero. A soddisfare il suo orgoglio, con forza
dovettero
trascinarlo a bordo: ridivenne allora quel
che s’era dimenticato d’essere .


Traduzione di Gio Batta Bucciol



Rispondi  Messaggio 86 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 19/02/2010 04:21
Eduardo Lizalde


L’assassino conversa col suo gatto

Gatto, rimani lì,
e non miagolare di fronte
al piatto di latte.
Gatto, mi osservi
sai qualcosa di me?
Hai il sospetto di qualche
crimine
compiuto dalla mia mano?
Non ti preoccupare.
Bevi il tuo latte tranquillo;
non ho mai ammazzato
nessuna creatura della
tua specie
Molte altre
della mia?
Questo sì. Lo confesso
e mi dispiace.
Bevi il tuo latte, gattino.


Traduzione di Emilio Coco



Rispondi  Messaggio 87 di 117 di questo argomento 
Da: lore luc Inviato: 20/02/2010 04:37
Donata Berra



E andando lasciava la nave sul liscio
dell’acqua
un nastro a ricciolo largo,
allucciolato d’oro,
ricolmo di liquide stelle
inghiottite dall’onda e sempre riaccese,
e spumiglie e fiocchi di mare
emblemi di specchi ritorti
sparenti e riapparsi poi sciolti
in barbagli, in scaglie di luce;

e lasciava, la nave
il lungo profilo del suo lento passare,
e del nostro, più incerto,
a memoria di mare scritta serrata, ma poi
appena stretta la cima alla bitta, la nave
viene solo richiesta di pronta consegna
del pesce pescato
ai camion del ghiaccio.






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