La vita ha evidentemente un destino tracciato, una sorta di percorso che ci impone di seguire quel sentiero, che scatena incontri particolari, dal quale nasce l’esistenza futura, ma noi siamo in grado di variare quel percorso, siamo capaci di cambiare rotta? Sicuramente sappiamo fare le nostre scelte, non possiamo essere sempre vittime delle circostanze, in quanto persone pensanti e dotate di un’intelligenza soggettiva, tocca a noi prendere quella decisione che ci vedrà attori della scena della nostra vita.

   Tutto parte dalla nascita, dal luogo d’appartenenza e dalla famiglia che il destino ci riserva, il contesto formativo non lo scegliamo noi, quindi la rappresentazione della vita è collegata anche al luogo e alle persone che fanno parte del nostro universo.

   Nel corso degli anni con la propria maturità intellettiva siamo in grado di fare delle scelte ma quante condizioni di vita sono imposte dalle circostanze? Non tutti hanno la possibilità di ribellarsi al sistema, alcuni riescono e deviano percorso, altri sono impotenti, altri sono riluttanti, altri ancora non prendono posizione. Il tempo passa e quando i danni sono innegabili, giunge il pentimento e allora scatta l’interrogativo: “Se avessi preso quel treno?” Poi ci sono coloro che hanno un’esistenza realizzata, ma ugualmente incapaci d’apprezzarla e si soffermano a pensare come avrebbero vissuto diversamente, quali avvenimenti avrebbero costellato la loro esistenza e quali esperienze avrebbero assaporato? Quando scatta la domanda e i tempi sono giusti, si potrebbe ancora rimediare alla mancata partenza: ci sono treni che si fermano, sta a noi coglierli al volo e riprendere quel percorso che abbiamo scoperto essere quello idoneo alle nostre tendenze. Non serve rimuginare e immalinconirsi l’esistenza versando lacrime: la vita offre altre possibilità.

Il dado è tratto, sosteneva Caio Giulio Cesare, secondo me ci sono decisioni che possono essere ancora mutate quando sono giuste per il nostro benessere.