E arriva il Natale tra i passi della vita, su quelle stelle che brillano tra alberi in festa, tra gli occhi gioiosi di un bimbo che scarta i suoi regali.
Arriva il Natale nel canto della neve che danza tra i rami nudi di un severo inverno.
Arriva il Natale sui marciapiedi della povertà su quegli occhi tristi che ricevono carità solo in questo giorno di bontà.
Arriva il' Natale nelle mense dell'umiltà tra quelle mani che tremano al sorriso della loro nudità.
Arriva il Natale fra i fucili puntati su un nemico che non conosce il sapore delle nostre parole.
Offriamo serenità con le nostre piccole azioni affinchè tra le luci di una città si possa trovare un volto amico, che senza chiedere nulla ci stringa la mano dicendoci grazie.
BUON NATALE A CHI VUOL BENE, BUON NATALE A CHI AMA, BUON NATALE A CHI SOFFRE, BUON NATALE A CHI CONSOLA,
BUON NATALE A ... CHI LAVORA IN MINIERA AI PRETI ED AI MISSIONARI, AI CASELLANTI, AGLI AUTOMOBILISTI, A CHI E' SOLO, AI DISPERATI, A CHI NON ARRIVA ALLA FINE DEL MESE, A CHI SPERA, A CHI DEVE SCONTARE UNA CONDANNA, A CHI E' LIBERO, A CHI SI PENTE, A CHI S'ACCORGE DI SBAGLIARE, A CHI INNOCENTE VIENE INCOLPATO, A CHI PERDONA O SI FA PERDONARE, A CHI RIFUGGE LA VENDETTA. BUON NATALE INFINE A COLUI CHE STA PER NASCERE, A CHI LO ACCOGLIE E LO AMA. BUON NATALE A CHI ABBRACCIA IL FRATELLO... POICHE' CHI RICEVE IL FRATELLO, RICEVE COLUI CHE STA PER NASCERE.
Ti auguro la gioia di avere sempre qualcuno con cui dividere ogni cosa...
Ti auguro di avere dei bei ricordi cui ritornare col pensiero nei brutti momenti...
Ti auguro una tra le migliori piccole gioie quotidiane: aprire un libro che ricordi bene, lasciarne le pagine, leggere le prime parole famigliari…
Ti auguro la primavera e la meraviglia di constatare che è sempre migliore di quanto avevi osato sperare.
Ti auguro la felicità di un regalo da un bambino: - un mazzo di denti di leone appassiti, - una caramella succhiata a metà - una rana - un bacio
Ti auguro che tu possa, anche se solo una volta nella vita, vedere qualcosa di infinitamente raro, strano e bello.
Ti auguro la malinconia di un giardino in inverno e, dopo mesi d’attesa, i piccoli, verdi vegetali della primavera.
Ti auguro di rimanere affascinato dall’infinita varietà della vita animale… Ti auguro la fiducia di una creatura selvatica, conquistata con pazienza e amore.
Ti auguro che tu possa non dover comprare l’amore al prezzo dell’umiliazione.
Ti auguro che tu possa sempre trovare le parole giuste per mantenere al loro posto gli spacconi e avere abbastanza forza nelle ginocchia per camminare con dignità.
Ti auguro che tu possa avere un cuore pieno d’amore e giudizi accorti.
Ti auguro la gioia di essere desiderato, e di trovare il regalo perfetto, sentire il profumo della terra, dal prato aperto.
Ti auguro lettere: con una calligrafia che riconosci immediatamente, con una calligrafia che non vedevi da anni.
Ti auguro lettere piene di elogi, piene di incoraggiamenti: lettere di gratitudine e di amore. Ti auguro lettere sciupate, macchiate di inchiostro, scritte tutte storte coperte di baci.
Ti auguro la felicità di dimenticare il passato e di trovare nuovi inizi.
Ti auguro la felicità delle idee, l’eccitamento della ragione, il trionfo della conoscenza, lo schiarirsi della vista, l’acuirsi dell’udito, il protendersi verso nuove scoperte, il trarre piacere dal passato così come dal presente. Ti auguro la gioia della creatività.
Ti auguro felicità... ma non la felicità che si ottiene chiudendo fuori il mondo. Nemmeno quella di rinnegare il tuo sogno per amor di agiatezza. Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di dare, di correre il rischio d’amare.
Tratta la felicità con gentilezza: è un prestito. (Pam brow)
Meteo del Giorno di Natale: prevista una forte pioggia di baci, e un uragano di abbracci, consigliabile chiudere l'ombrello e aprire il cuore!! Infiniti auguri di Buon Natale!
Per un Natale vero da non dimenticare, quest’anno nella mia casa farò addobbi un po’ speciali. Su la porta d’ingresso ci metterò l’ottimismo e tutte le finestre circonderò d’allegria. Sul mio grande albero, al posto delle luci ci appenderò speranze e piccole coccarde di serenità. Poi anche la cena sarà particolare, come primo piatto porterò la pace. Mentre da bere, invece porterò a tutti, bicchieri colorati e colmi di sorrisi. Per concluder la serata, non può mancare il dolce, naturalmente poi, brinderemo tutti, con coppe di armonia e di solidarietà. Da non dimenticare, una candela accesa, che tutti noi in casa dovremmo sempre avere; per far sì che la sua fiammella, si accenda lentamente, ardendo i nostri cuori, arricchendoli d’amore. Per me Natale è questo: Render grazie a Dio, vivere serenamente, sorridere alla vita e a chi sorrider più non può.
lo so, hai ragione, sono tanti anni che non ti scrivo più una letterina. Ma non è perché mi sono dimenticata di te. Magari è solo perché non volevo disturbarti… con tutto quello che hai da fare in questi periodi.
Solo che stavolta ho pensato a te… Eccomi, dunque. Unisco la mia ai miliardi di letterine che avrai già ricevuto. Porta pazienza, se ce la fai, dunque, e ricordati anche di me, che dopotutto ti ho sempre avuto in simpatia, e vedi se ce la fai a portarmi questi doni che ora ti elenco (porta pazienza, lo so che ti chiedo cose quasi impossibili, ma sei rimasto la nostra ultima speranza…).
Allora, senti, per piacere:
Vedi di lavorare sodo per trasformare ’sto povero mondo in un posto in cui tutti abbiano da mangiare a sufficienza, un tetto sulla testa, e non soffrano più fame e freddo (non so come si possa festeggiare il Natale e sedersi sereni a tavola, quando basta un TG per vedere baracche, miseria nera, topi, bambini affamati e mendicanti e questo non solo nel terzo mondo, ma persino negli Stati Uniti d’America e nel nostro paese…)
Guarda se puoi cambiare qualche testa (tante teste) e far capire alla gente che quello che conta è l’amore e l’armonia, e non il denaro e il profitto. Così magari non dovremo più vedere tutti questi super ricchi che si abbuffano e si avvoltolano nel superfluo e nel lusso, e la disperazione di chi non possiede altro che le proprie braccia per lavorare, e non trova lavoro. Oppure di chi il lavoro l’ha appena perso, o sta per perderlo.
Regala un sorriso e un’amicizia a chi è solo, una speranza a chi non ne ha più, un giorno di vita in più ai malati, un ricordo ai nostri cari che non sono più tra di noi, una risata ai bambini, un poco di calore ai vecchi. E, soprattutto, un futuro ai giovani.
Per me ti chiedo in dono la pazienza… la pazienza di sopportare di vedere andare a rotoli questo mondo e questo paese che amo, e il coraggio di non arrendermi e di continuare a lavorare per cambiare le cose. Anche il coraggio di continuare a sperare, già che ci sei.
Tu pensaci, a quello che ti ho chiesto, d’accordo?
Vorrei fossi al mio fianco per guardarti negli occhi nei prossimi gorni,importanti per tutti e con un fil di voce ,simile a dolci rintocchi a suoni leggeri e vibranti ti augurerei tutto il bene del mondo.
Il Natale è la principale festa dell'anno. Festa che nella tradizione popolare era legata alla chiusura di un ciclo stagionale e alla apertura del nuovo ciclo. La festa appartiene all'anno liturgico cristiano, in cui si ricorda la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre nella Cristianità orientale viene celebrato il 6 gennaio.
La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C. Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana, ma bisogna aspettare l'arrivo del Quarto secolo nell'Impero Romano, e più tardi anche nelle zone dell'Oriente. La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare. Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi. Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano i doni, e si facevano sontuosi banchetti.
Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno. Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro. Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.
E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia di origine pagana che cristiana. Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste. Nelle case viene allestito un presepe (o presepio), specie nei paesi meridionali, o un'albero di tradizione più nordica (vedi simboli del Natale). I festeggiamenti continuano con l'ultimo dell'anno, dove, passata la breve euforia del degli auguridi Natale, siamo a Capodanno, primo giorno dell'anno. E' una festa periodica di rinnovamento, celebrata in tutte le civiltà e caratterizzata da rituali che simbolicamente chiudono un ciclo annuale e inaugurano quello successivo.
E infine arriva l'Epifania, una delle principali feste cristiane la cui celebrazione cade il 6 gennaio. Nata nella regione orientale per commemorare il battesimo di Gesù, fu presto introdotta in occidente dove assunse contenuti religiosi diversi, come il ricordo dell'offerta dei doni dei magi nella grotta di Betlemme, che poi ha determinato il nascere della figura della befana distributrice di doni.
I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati da una stella, arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Successivamente vengono indicati come "re" e che il loro numero viene fissato a tre, con i nomi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. Questa festa da un supplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo di festeggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, a disfare gli addobbi.
Nel dicembre 1914 inglesi e tedeschi si fronteggiavano dalle trincee separate da una striscia di terra brutta e piatta,divisa al centro da filo spinato. Di tanto in tanto alcune sagome si avventuravano nella terra di nessuno, ma la maggior parte dei soldati rimanevano nel fango e nell'acqua che stagnavano nelle trincee, intenti solo ad evitare il fuoco dei nemico. La Vigilia di Natale, l'aria era fredda e piena di nebbia. Improvvisamente alcuni soldati inglesi stupefatti videro delle luci avanzare lungo le trincee nemiche. Poi venne l'incredibile suono di un canto. I soldati tedeschi cantavano Stille Nacht. Quando il canto cessò i soldati inglesi risposero con First Christmas. Il canto da entrambe le parti durò per un'ora. Poi una voce invitò tutti a superare le linee. Un tedesco con grande coraggio uscì dalla trincea, attraversò la terra di nessuno e scese nella trincea inglese. Altri commilitoni lo seguirono con le mani in tasca per dimostrare che erano disarmati. "Io sono un sassone e voi degli anglosassoni. Perché mai ci combattiamo?" chiese. Nell'alba limpida e fredda del giorno di Natale non ci fu nessuna sparatoria. Gli uomini avevano autonomamente stabilito un giorno di pace. "Uno spirito più forte della guerra era all'opera", commentò un osservatore. I comandanti di entrambe le parti non approvarono. Sapevano che l'amicizia fra nemici dichiarati avrebbe impedito la guerra. Ma la tregua continuò. Perfino gli uccelli selvatici, che tanto tempo prima occupavano il rumoroso campo di battaglia, ritornarono e furono nutriti dai soldati. Sarebbero stati salvati 9 milioni di uomini, se quei soldati avessero potuto obbedire al loro desiderio di amicizia e di pace e la tregua non fosse finita subito dopo Natale. Un soldato inglese, che aveva preso parte a quella memorabile pace natalizia, morì all'età di 85 anni. Fino alla fine dei suoi giorni non poteva sentire Stille Nacht senza che le lacrime gli rigassero le guance. Si ricordava degli amici tedeschi che aveva avuto in quel giorno di Natale e che, per quanto ne sapeva, aveva poi ucciso nei giorni che seguirono.
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