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COME ERAVAMO: Simone Teich Alasia
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Reply  Message 1 of 2 on the subject 
From: lucy46  (Original message) Sent: 29/01/2014 13:04

 

Simone Teich Alasia
(Budapest, 29 /01/ 1915–Torino, 16/01/ 2012)
è stato un medico e partigiano italiano.

Specializzato in chirurgia plastica, contribuì alla nascita dell'Ospedale Traumatologico Ortopedico (CTO) e del primo Centro Grandi Ustionati di Torino. Fautore della nascita dell'Ospedale da campo di Ricchiardi (TO), svolse la sua attività medica durante gli anni della seconda guerra mondiale. Per sfuggire alle leggi razziali, lavorò sotto il falso nome di Tullio Salvi. Simone Teich Alasia nacque a Budapest nel 1915, da una famiglia ebraica. A metà degli anni Trenta giunse a Torino con la volontà di compiere gli studi di medicina. Il 10 giugno 1940 sostenne l’ultimo esame alla Clinica medica "Le Molinette", lo stesso giorno in cui Benito Mussolini lanciò il proclama al popolo italiano con il quale sanciva l’entrata dell’Italia in guerra a fianco della Germania e contro l’Inghilterra e la Francia. Date le sue origini ebraiche, pochi giorni dopo l’inizio della guerra, il 18 giugno 1940, fu arrestato da due agenti di sicurezza e condotto alle Carceri Nuove di Torino, affrontando l’arresto con fierezza. Il 17 luglio dello stesso anno fu trasferito insieme ad altri detenuti politici, al castello di Montechiarugolo di Parma, una fortezza del XIII secolo che divenne campo di internamento ufficialmente operativo nel giugno del 1940 ad opera del Ministero dell'Interno. Le persone internate al castello erano prigionieri di guerra, perché cittadini di paesi nemici alla Germania, oltre che in gran parte ebrei stranieri o italiani, tutti di elevato livello intellettuale. Verso la metà dell’ottobre del 1940 fu trasferito nel campo di internamento a Civitella del Tronto, un paese nei pressi del Gran Sasso. Il campo era dislocato in due sedi: il primo nel convento francescano di Santa Maria dei Lumi, in cui furono radunati professionisti e altri uomini di cultura, e un secondo nell’ospizio “Filippo Alessandrini” riservato agli internati di umili condizioni. In quest’ultimo dovette trascorrere un breve periodo, durante il quale apprezzò moltissimo la convivenza con i frati, che permettevano ai detenuti di ascoltare Radio Londra, all’epoca proibita e molto discussa. Al campo di Civitella era consentito ad alcuni detenuti di svolgere, seppur limitatamente, lavori legati alla loro professione, così ebbe modo di prestare cure ai malati dell’ambulatorio del Comune. Nel gennaio del 1941 gli furono concessi dal Ministero dell’Interno tre mesi di licenza per sostenere l’esame di stato, iniziò dunque il tirocinio ospedaliero all’Università di Perugia fino al superamento dell’esame e all’abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo. Rientrato a Torino ottenne ulteriori sei mesi di licenza per espletare il tirocinio ospedaliero. Così ebbe modo di riprendere il lavoro all'Ospedale San Vito di Torino, dove vi rimase fino al 1944. Nel maggio 1944 fu costretto ad abbandonare la sua attività di medico all’Ospedale di Torino a causa delle sempre crescenti difficoltà a sottrarsi ai controlli delle SS. Alla proposta di espatriare in Svizzera, decise di raggiungere le formazioni partigiane della II Divisione Garibaldi, in cui rimase fino alla Liberazione nell’aprile del 1945, raggiungendo il Comando della Val Grande a Pialpetta (TO). Il 26 giugno 1944 fu eseguito un attacco delle forze partigiane di Valle di Viù, Val d'Ala e Val Grande, contro l’insediamento dei fascisti e nazisti a Lanzo. Il primo ferito che giunse era un giovane che si era lanciato con una bomba a mano contro un carro armato ed era rimasto ferito gravemente da una scheggia di granata. Dopo il ricovero egli notò che la ferita nella parte posteriore della testa era aggravata dalla presenza di una scheggia di granata oltre che dall’infossamento di un frammento dell’osso craniale. Dopo quarantott’ore dal ricovero, durante le quali furono eseguite solo medicazioni superficiali, il paziente mostrava evidenti segni di meningite. Simone Teich Alasia si decise a chiedere un consulto a un illustre clinico dell’Università di Torino, il quale seppur rinunciando ad intervenire chirurgicamente sul malato, mostrò grande orgoglio nell’opera di Teich. Seppure in contrasto con il parere del collega, decise di intervenire adibendo una camera operatoria e con l’utilizzo di uno strumento per narcosi riuscì ad asportare la scheggia di granata e ad installare un drenaggio nella zona infetta. Le medicazioni compiute, anche senza l’ausilio di antibiotici o sulfamidici, consentirono al paziente una rapida ripresa. L’ospedale da campo nell’arco di pochi mesi ospitò feriti con gravi lesioni provocate da proiettili o dallo scoppio di bombe a mano, che furono prontamente medicati. Qui riuscì a compiere interventi importanti, normalmente eseguiti in sale operatorie ben attrezzate. Dopo la guerra decise di specializzarsi in chirurgia estetica all’Università di Torino e a Londra, abbracciando così quel campo della medicina indirizzata a rendere migliore la vita di molte persone con malformazioni dalla nascita o per conseguenza di incidenti o di malattie tumorali. Contribuì alla nascita del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) di Torino, mentre il particolare interesse per le ustioni lo spinse a fondare il primo Centro Grandi Ustionati di Torino nel 1967, in cui furono applicate per la prima volta in Italia metodologie innovative per la cura degli ustionati. Nel 1985, diventato primario emerito, continuò l’attività di ricerca e nel 1983 fondò la Fondazione piemontese per gli studi e le ricerche sulle ustioni. Negli anni di attività la Fondazione ha finanziato ottantacinque progetti di ricerca, sfociati in centosessanta pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali. Nel 1999 si impegnò nella realizzazione della Banca della cute, all’interno del Centro Grandi Ustionati di Torino, dove nel 2000 è stato anche eseguito il primo trapianto italiano di pelle congelata. Simone Teich Alasia morì il 17 gennaio 2012 all’età di novantasei anni a seguito di una crisi respiratoria



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Reply  Message 2 of 2 on the subject 
From: mammaluisella Sent: 30/01/2014 06:37
per esperienza diretta, posso affermare che gli ebrei hanno da sempre una marcia in più


 
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