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Respuesta  Mensaje 1 de 6 en el tema 
De: Nando1  (Mensaje original) Enviado: 17/02/2012 07:01
Il gatto (in particolare quello nero) è da sempre stato considerato un simbolo di sfortuna, e, nel MedioEvo, veniva addirittura visto come la reincarnazione delle streghe e degli spiriti maligni...forse quest'idea può derivare dal fatto che, nonostante sia stato addomesticato da migliaia di anni, il micio conserva pur sempre istinti selvatici, al contrario del cane; o anche dalla sua ben nota capacità di spiccare balzi innaturali e, secondo alcuni, di avere un senso meteorologico e dell'orientamento infallibile.



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Respuesta  Mensaje 2 de 6 en el tema 
De: Nando1 Enviado: 17/02/2012 07:07
Un po' di storia

(Gatti in Europa)

In Europa, dall'anno 1000 fino al 1700, milioni e milioni di gatti (in particolare, come già detto, quelli neri) vennero massacrati perchè ritenute creature demoniache. I gatti, infatti, furono per secoli oggetto di culto da parte dei pagani e, per questo, la Chiesa cristiana pensò, per contrapporsi, di considerarli invece nemici della fede, l'incarnazione del diavolo. In quel periodo nacquero numerose leggende e storie che oggi riterremmo assurde sui gatti, dove però erano sempre visti come mostri malefici e satanici. Persino San Domenico identificò il demonio in un micio nero. Una leggenda molto strana narra che il diavolo costruì un ponte e chiese per sé la prima creatura che lo avesse attraversato, ma un santo, San Cadoco, riuscì ad ingannarlo, dandogli un gatto nero anziché l'essere umano che il demonio avrebbe desiderato possedere. Il papa Gregorio IX, emanò una bolla con la quale autorizzava lo sterminio, a nome di Dio, di tutti i gatti neri e non. Così facendo, ogni "vero cristiano" poteva torturare e uccidere qualsiasi gatto gli capitasse fra le mani. Gli venivano inflitte le torture più terribili: scorticati, bastonati, bruciati vivi, addirittura crocifissi o buttati giù dai campanili delle chiese durante le festività sacre.
Un'altra assurda superstizione di quell'epoca sosteneva che, seppellendo o murando vivo un gatto sotto la porta di una casa, ci si assicurava la solidità delle sue mura (Numerosi gatti sono stati murati vivi anche sotto la Chiesa di Cristo e la Torre di Londra, in Inghilterra); oppure un'altra diceva che uccidere un gatto dopo la mietitura era il sistema migliore per assicurarsi un buon raccolto. Oppure, per salvaguardare il proprio gregge o bestiame dalle malattie, si doveva bruciare vivo un gatto e far passare gli animali sul fumo prodotto. La cenere dei gatti bruciati vivi sulle piazze veniva conservata come portafortuna.


Nel XIV secolo, in una piccola cittadina francese, molte persone vennero colpite da una malattia del sistema nervoso nota come "Ballo di San Vito". Le cause dell'epidemia vennero attribuite ai gatti, e così, tutti quelli che furono trovati in paese vennero arsi vivi nella piazza principale. Da quell'episodio nacque la macabra tradizione di ardere vivi i gatti, che durò fino alla seconda metà del XVIII secolo. Questa tradizione consisteva nel chiudere in gabbiette di ferro, annualmente, tredici gatti e bruciarli vivi, per tutelare la popolazione dalle malattie. Nel XV secolo, il papa Innocenzo VIII dichiarò aperta la caccia alle streghe e, a quei tempi, ogni persona che veniva vista in compagnia di un gatto o nutrire un gatto era accusata di tale crimine. Moltissime persone persero la vita e vennero orrendamente bruciate e condannate per crimini che non avevano commesso. Tempi duri per gli amanti dei gatti.
Si pensava anche che, se sulla pelle dei gattini appena nati non veniva incisa una croce, quando sarebbero cresciuti si sarebbero trasformati in streghe, si pensava anche che le donne anziane, di notte, prendessero le sembianze di gatti neri per succhiare il sangue del bestiame.
I gatti, come già accennato prima con le streghe, venivano condannati nei modi più crudeli: sospesi dentro canestri di vimini sulle fiamme, buttati dalle torri.
Nella cittadina di Ypres, addirittura, una festa annuale consisteva nel gettare vivi gatti da una torre; questa tradizione sopravvive ancora oggi, soltanto che, per fortuna, i gatti sono finti. Con simili follie da parte dell'uomo, è incredibile che i gatti, in Europa, non si siano estinti, anche se probabilmente andarono molto vicino all'estinzione. Riuscirono a sopravvivere soltanto grazie alla loro prolificità e all'aiuto dei contadini, poiché le assurde tradizioni di cui abbiamo parlato prima erano diffuse principalmente nelle città. In campagna i gatti godevano ancora della stima di un tempo, perchè continuavano a cacciare topi e altri parassiti proteggendo i raccolti.

(Gatti in Egitto)

 

Al contrario, ci furono civiltà adoratrici del gatto. Gli Egizi, per esempio, migliaia di anni fa, li veneravano come dei, perchè si credeva che proteggessero i campi di grano dai topi e dalle devastazioni. Li trattavano benissimo: riservavano loro i bocconi più prelibati. Una delle loro feste più importanti vedeva protagonista una divinità egiziana con la testa di gatto e il corpo umano: Bastet, dea della fertilità. A quei tempi, la capitale dell'Egitto era Bubastis, ed era dedicata proprio a questa dea. La sua statua veniva venerata in un tempio enorme, e in suo onore venivano organizzate grandi feste. Bastet veniva sempre rappresentata con una cesta di gattini ai suoi piedi.
Gli Egizi più ricchi, inoltre, quando moriva un gatto lo mummificavano, proprio come per le persone, e tenevano per lui un funerale vero e proprio.

Superstizioni varie

Alcuni comportamenti dei gatti venivano osservati dalle popolazioni, poiché si credeva che potessero segnalare le variazione meteorologiche.

d esempio, se il gatto faceva le capriole, ci sarebbe stato molto vento
Se si strofinava spesso le orecchie, avrebbe piovuto.

Se all'inizio di una nuova situazione si incontrava un gatto,era un segno di disgrazie, liti e cambiamenti di tempo.


Ai giorni nostri, invece, il gatto annuncia una visita e prevede il tempo, ma porta anche fortuna o disgrazia, a seconda delle varie tradizioni.

 Per le visite esistono superstizioni ben precise: se il gatto si pulisce la parte anteriore del corpo verrà un uomo, se invece quella posteriore sarà una vecchietta, se si lecca la coda il visitatore sarà una persona sgradita e antipatica. Se invece si lecca tutto il corpo e si gratta dietro l'orecchio, passando poi una zampa sul naso, ci si aspetta una persona gradita o che non si vedeva da tanto tempo. I miagolii dei gatti, specie quelli che si possono sentire Venerdì notte, possono essere un preannuncio di una lite. Una volta, per far abituare alla casa un gatto ricevuto o comprato, gli si tagliavano alcuni peli e li si mettevano sotto una gamba di un tavolo, oppure si usava uno straccio come filtro per il caffè.
La medicina popolare utilizzava orina, pelle, cenere e sterco di gatto come rimedi per molte malattie, si credeva inoltre che alcune parti del suo corpo rendessero invulnerabili o addirittura invisibili.

E' tutt'ora viva la superstizione che, se un gatto nero ci attraversa la strada (sia in auto, sia a piedi) ci sarà sfortuna. L'incontro di un gatto nero, in certi casi, preannunciava anche fortuna.

Vederne uno come prima cosa di mattina o a Capodanno poteva essere un buon auspicio, ma si credeva anche che il grasso riscaldato di un gatto nero guarisse i dolori delle articolazioni.
In Inghilterra, chi possedeva un micio nero, era ritenuto un uomo molto fortunato. Se invece un gattino nero randagio attraversava la strada, ci si doveva aspettare grandi sventure. Di notte non si doveva mai picchiare un gatto con la mano destra, altrimenti il braccio si sarebbe paralizzato. Per guarire chi aveva la febbre, bisognava ingerire tre gocce di sangue tolte dall'orecchio di un gatto nero, o tormentarne uno finché non moriva.

Ancora al giorno d'oggi, sopravvive l'usanza di sacrificare un gatto prima di un matrimonio Polonia e Transilvania.


Respuesta  Mensaje 3 de 6 en el tema 
De: Nando1 Enviado: 17/02/2012 07:12

 

Il gatto nero porta sfortuna?

I gatti di razza neri più belli sono i Bombay...ma si vedono anche tantissimi meticci completamente neri, altrettanto splendidi. Ma...portano sfortuna? Molti superstiziosi credono ancora a simili sciocchezze...se qualcuno di loro ci stesse leggendo...ecco una storia che gli farà cambiare idea, simile a quella del gatto con gli stivali.

Dick Whittington, nel Trecento, viveva in Inghilterra, a Londra. Apparteneva ad una famiglia poverissima, e ogni giorno che passava tirare avanti diventava sempre più difficile. La sua unica proprietà, comprata per un penny (moneta inglese) era un gattino nero, dal pelo lucidissimo. Questo gatto, formidabile cacciatore di topi, fece la sua fortuna: si infilò nel palazzo Reale, infestato da topi, e riuscì a catturarli tutti. Il Re, per riconoscenza, donò immense ricchezze al proprietario del gatto, e da allora Dick dimenticò miseria e povertà.
Una bella storia, non trovate? Ed è anche vera!


Respuesta  Mensaje 4 de 6 en el tema 
De: Ver@ Enviado: 17/02/2012 08:40

La giornata dedicata al gatto nero è il 17 novembre per due motivi: diciassette perché è il numero che rappresenta, per i superstiziosi, sfortuna e novembre perché è il mese in cui si raggiunge il culmine di uccisioni di mici neri.

La diceria che il gatto nero porta sfortuna ha radici molto antiche: infatti, i gatti neri erano imbarcati sulle navi dei pirati, perché erano considerati più abili nel dare la caccia ai topi; vederne uno per strada significava, dunque, che una nave pirata era nei paraggi; inoltre nel Medioevo, erano considerati compagni diabolici delle streghe sia per il colore nero, che per la loro consuetudine di uscire di notte: per cui chi ne possedeva uno era condannato al rogo, inoltre il gatto nero era poco visibile al buio per via del colore e così faceva imbizzarrire i cavalli, che scaraventavano violentemente i cavalieri a terra.

Il Gatto Nero: Superstizione e Leggenda

Questo perché nell’antico il gatto nero era considerato portatore di .


Respuesta  Mensaje 5 de 6 en el tema 
De: Ver@ Enviado: 17/02/2012 08:51
La superstizione è una gran brutta cosa.
Una delle cose che i superstiziosi temono maggiormente è, si sa, un gatto nero che attraversa la strada e i più fissati aspettano che qualcun altro attraversi la strada prima di loro in modo da “deviare” su di lui la sfortuna lasciata dall’innocente felino.
Una storia di sfortuna e scaramanzia è capitata a Taranto dove un cinquantenne che chiameremo per comodità Arcibaldo, ha portato davanti al giudice della città pugliese un gatto nero e il suo padrone accusandoli di avergli causato, negli ultimi cinque mesi, una serie incredibile di sventure. Arcibaldo ha spiegato che tutto ha avuto inizio, appunto, qualche mese fa quando il gatto nero del vicino gli ha tagliato la strada per la prima volta.
Dopo quel fortuito incontro Arcibaldo ha avuto un brutto incidente stradale dove ha distrutto l’auto. Non passano nemmeno venti giorni che Arcibaldo perde il portafoglio con all’interno duecento euro. Il mese dopo, poi, mentre si recava ad una cerimonia tutto ben vestito, un’auto ha preso una pozzanghera schizzandolo tutto. Lo scorso mese una finestra di casa, a causa del vento, ha sbattuto tanto da far rompere il vetro. Ultima disavventura in ordine di tempo settimana scorsa. Arcibaldo stava camminando per strada quando il gatto dal nero mantello è sbucato fuori all’improvviso attraversandogli la strada. Arcibaldo, pochi metri dopo è caduto e ha cominciato ad inveire contro il gatto e il suo padrone. Risultato? il padrone è uscito e l’ha preso a sberle.
La morale che non bisogna essere superstizioni…porta male!
 


Respuesta  Mensaje 6 de 6 en el tema 
De: Lelina Enviado: 17/02/2012 09:15
 
Bellissimo, elegante e misterioso, il gatto nero non se l’è mai passata troppo bene, dal Medioevo in poi: accusati di essere gatti di strega, additati come incarnazioni del demonio, i mici dal nero manto sono stati perseguitati per secoli. Venivano acciuffati e, gettati in sacchi, annegati insieme alle presunte streghe, ad esempio.
Poi gli anni sono passati, l’Inquisizione e la caccia alle streghe sono terminate, una ventata di modernità scosse il mondo e la vita andò avanti. Ma il gatto nero rimase al centro di maldicenze e superstizioni, tanto che ancora oggi c’è chi è convinto che questo animale possa portare sfortuna.
Vittima dell’ignoranza e della superstizione da un lato, dalla becera idolatria dall’altro (sono molti, infatti, i gatti di colore nero che vengono sacrificati nel corso di presunte messe sataniche), i mici dalla pelliccia nera non se la passano per niente bene neppure oggi, in pieno terzo millennio.
Per cercare di riabilitarne la fama e porre un freno all’autentica mattanza che li vede coinvolti, incuranti di ogni superstizione,  venerdì 17 settembre 2010 alle ore 17.00 fu sottoscritto, a Roma, l’atto di fondazione del “Movimento per la riabilitazione sociale del gatto nero”.
L’iniziativa è dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), secondo le cui stime sarebbero ancora oggi oltre quindici milioni gli italiani che, vedendo un gatto nero, si affrettano a toccare amuleti e talismani vari. Lo scopo è quello di salvare i mici dallo sterminio che da anni non conosce sosta e che raggiunge picchi allarmanti soprattutto la notte di Ognissanti, o Halloween, quando vengono celebrati riti pseudo satanici.
 


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