
Santa Silvia Madre di S. Gregorio Magno
VI secolo
Etimologia: Silvia = abitatrice delle selve, donna dei boschi, selvaggia, dal latino
Prima di  tutto una mamma: tenera, affettuosa, premurosissima. E non  lasciamoci  impressionare se da lei ci separano suppergiù 1500 anni,  perché certi  valori e certe qualità sono eterni e sempre attuali. Silvia  nasce  intorno al 520, per alcuni a Roma, per altri a Subiaco o  addirittura in  Sicilia, in una famiglia di condizioni modeste. Verso i  18 anni va  sposa ad un tal Gordiano, membro della gens Anicia: un  personaggio in  vista con rilevanti cariche pubbliche, un patrimonio più  che discreto e  una villa meravigliosa al Celio. Non è un’altra versione  della storia  di Cenerentola, ma la storia di un amore vero e di una  profonda intesa  spirituale che aiutano la coppia a costruire una  famiglia veramente  cristiana, illuminata anche dall’esempio delle due  sorelle di Gordiano,  che vivono in casa una vita ritirata e mortificata,  quasi monastica.,  intessuta di preghiere e di penitenza. Non sappiamo  quanti figli  ebbero, perché la storia ha conservato solo il ricordo di  due figli: il  primogenito, Gregorio, che sarà destinato a diventare  famoso, e un  altro figlio di cui però non conosciamo neppure il nome. Quel   matrimonio funziona egregiamente per più di 30 anni, fino alla morte   del marito, databile intorno al 573. I due figli hanno seguito le orme   del padre, particolarmente Gregorio, che è diventato funzionario   dell’impero bizantino, arrivando a ricoprire la carica di Prefetto di   Roma. In cuore conserva però una profonda esigenza di vita spirituale e   la segreta aspirazione di dedicarsi completamente alla preghiera e alla   meditazione. La morte del padre accelera questa scelta definitiva ed   egli trasforma la splendida villa paterna al Celio in un monastero, in   cui egli entra per primo come semplice monaco, seguito da molti altri   giovani romani. La scelta di  Gregorio fa capire a Silvia che ormai  può considerare esaurita la  dimensione domestica della sua vita e quasi  in punta di piedi,  discretamente, si ritira in una località  dell’Aventino per potersi  dedicare anche lei liberamente alla  meditazione e alla preghiera. Ma  non dimentica di essere mamma: pensando  alla salute gracile del figlio e  alla scarsa mensa monastica, con gesto  di premura squisita che solo  una mamma sa fare, ogni giorno prepara un  piatto di legumi freschi o  altra verdura del suo orto.per farla  recapitare a Gregorio. Che  intanto, per volere del papa, è stato  ordinato diacono e sta servendo  la Chiesa mettendo a frutto la sua vasta  esperienza civile ed  ecclesiastica, fino a che nel settembre 590 viene  eletto papa. La  storia gli attribuirà il titolo di “magno”, la Chiesa  lo canonizzerà e  noi oggi lo conosciamo e veneriamo come San Gregorio  Magno. Sua mamma  fa in tempo a vederlo papa, perché muore un paio d’anni  dopo. Il culto  di Santa Silvia, che nelle varie fasi della sua vita di  sposa, mamma e  vedova sempre aveva saputo dare a Dio il primo posto, si è  andato pian  piano affermando nella Chiesa, che ne celebra la memoria il  3 novembre.
Autore: Gianpiero Pettiti