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Rispondi  Messaggio 1 di 29 di questo argomento 
Da: ORANGE1  (Messaggio originale) Inviato: 06/12/2010 17:09
Un kg. di costine, due piedini, tre codini, un guanciale con musetto e due balle di verza.
 
Un paro d'ore di cottura a fuoco lento.
 
 
Polenta ed una bottiglia di gutturnio.
 
Sambuca, e fuori cominciava a nevicare.
 
 
(Stamane, a piegarmi, mi fa male il fianco destro. Uno stiramento?)


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Rispondi  Messaggio 2 di 29 di questo argomento 
Da: BelladeTebro Inviato: 06/12/2010 17:11
 ma sicuro che è uno stiramento
 girare la polenta è un bello sforzo

Rispondi  Messaggio 3 di 29 di questo argomento 
Da: ORANGE1 Inviato: 06/12/2010 17:13
Grazie, Bella, non ci avevo pensato!
 
Mi hai tolto un peso!

Rispondi  Messaggio 4 di 29 di questo argomento 
Da: Tebro Inviato: 06/12/2010 17:32
Orange, se mi posso permettere.
 
Un paro d'ore di cottura a fuoco lento.
 
un "paro d'ore" è in perfetto dialetto romanesco.  peccato che il resto me lo hai imbastardito.
 
nel giusto era:
 "un paro d'ore de cottura a foco lento"
 
grazie per averla chiamata: bella! solo bella, evitando: deTebro.
 
ahahahah
 

Rispondi  Messaggio 5 di 29 di questo argomento 
Da: Peterpan® Inviato: 06/12/2010 21:15
O Tebruccio, ma proprio non perdi occasione per mostrare a tutti la tua profonda conoscenza delle italiche parlate.
'Paro' è comune anche al Nord, perlomeno in Veneto ('Ma mìtite un par de braghe, 'sa veto in volta in mudande?', ossia: 'Ma mettiti un paio di pantaloni, cosa vai in giro in mutande?'), e, mi vien da supporre, anche in Lombardia.
In realtà è una conservazione dal latino (parium), o diciamo che è un termine che non ha percorso tutta la strada fonetica per arrivare al toscano (oggi anche italiano ufficiale) 'paio'.
Esempio del tutto analogo è 'denaro', rimasto tale nell'italiano ufficiale che infatti non è che provenga dal toscano al 100%, con la simpatica 'eccezione' di 'salvadanaio', dove il toscanismo non è riuscito a togliere la 'r' al denaro, ma al 'salvadanaro' sì. Ancora cito 'somaro', che per coerenza dovrebbe essere 'somaio' - e invece è Tebro...

Rispondi  Messaggio 6 di 29 di questo argomento 
Da: Claretta Inviato: 07/12/2010 00:13
io non so se in bergamasco si dice "un paro", il bergamasco è una
lingua molto particolare

ma per come la so io in Lombardia si dice "un para" oppure "un par"

ORANGE non lo dice, ma gli ingredienti che ha elencato sono quelli
necessari a preparare la famosissima "cazzeula" gloria della cucina
lombarda invernale

le verze devono rigorosamente essere "gelate" ossia devono avere
preso la brina rimanendo nei campi fino al momento di usarle

e la polenta bergamasca non ha rivali, se preparata con la farina
giusta

Rispondi  Messaggio 7 di 29 di questo argomento 
Da: Peterpan® Inviato: 07/12/2010 00:45
E.C.: L'etimologia di 'paio' è 'paria', acc. plur. di par-paris, neutro della terza decl.
 
A parte questo, in fondo la sincope della 'r' e il mantenimento della 'i' sono solo toscani.

Rispondi  Messaggio 8 di 29 di questo argomento 
Da: ORANGE1 Inviato: 07/12/2010 06:44
Da noi si dice "an pèr", e così, per   licenza poetica, ho scritto 'un paro'.
 
La cassoela richiede, penso, anche le salamelle, non usate nella nostra tradizione.
 
Tradizione che voleva codini invece lessati, guanCiale nella soppressa e musetto alla griglia.
 
Con le verza si cucinava l'oca, ed al limite l'anatra.
 
Imperativo, Clà, che la verza abbia preso il gelo!
 
 

Rispondi  Messaggio 9 di 29 di questo argomento 
Da: la boema Inviato: 07/12/2010 11:01
Ho letto solo ora, e....ho l'acquolina in bocca!
 
Per stasera ho preparato il gulash alla boèma
 
con knedliky: GNAMM
 

Rispondi  Messaggio 10 di 29 di questo argomento 
Da: Peterpan® Inviato: 07/12/2010 11:04
Il bello è che gli Ungheresi per 'gùlash' dicono 'goyàsh', con una 'a' che tende alla 'o'. Siccome pare che sia un loro piatto...

Rispondi  Messaggio 11 di 29 di questo argomento 
Da: la boema Inviato: 07/12/2010 11:42
Sicuramente, l'origine del gulash è nettamente ungherese Peter!
 
Ma siccome la Boèmia, Moràvia, l'Austria e l'Ungheria ancora ieri (ieri, vista la relatività del tempo: 1867-1918) facevano parte dell'impero austro-ungarico, le undici etnie coesistenti dell'impero avevano condiviso oltre le cose negative anche quelle positive - e la cucina è sicuramente l'eredità di quel periodo di cinquant'anni quella più deliziosa!
Noi due siamo i discendenti di coloro, che in passato non tanto remoto appartenevano alla stessa nazione - i miei nonni hanno vissuto la loro infanzia durante l'Impero, perciò è stato veramente ieri.....
 
Del gulash esistono molte varianti, a me non dispiace anche quella del segedinsky: carne di maiale e crauti come base.

Rispondi  Messaggio 12 di 29 di questo argomento 
Da: Peterpan® Inviato: 07/12/2010 14:30
Il SEGEDINSKI GOLAŽ lo preparano anche in Slovenia.
Ma io parlavo della pronuncia, di come s'è modificata.


Rispondi  Messaggio 13 di 29 di questo argomento 
Da: Claretta Inviato: 07/12/2010 14:51
a noi piace quello di manzo, con cipolle e tanta paprika

non so se sia quello ungherese, so che lo preparano così anche
a Trieste e nella Svizzera tedesca

a parte faccio patate bollite o polenta, il purè non va molto d'accordo
con il sapore delle cipolle, almeno secondo me

dalla Boemia ci sarebbe la ricetta dei cetrioli e delle barbabietole con
la panna acida o lo yogurth, però non ne siamo molto entusiasti

invece vorrei proprio sapere dove posso trovare il rafano, che nei
nostri supermercati non c'è, si trova solo in polvere o nelle salse

altra introvabile è la radice di zenzero da grattuggiare

ma c'è anche da dire che i nostri piatti regionali, come lo stracotto
d'asino e il brasato di manzo ci soddisfano in pieno
 

Rispondi  Messaggio 14 di 29 di questo argomento 
Da: Massimo Doriani Inviato: 07/12/2010 15:02

altra introvabile è la radice di zenzero da grattuggiare

 

Io la compro sempre a Rialto...la uso col rombo al forno...una delizia...

 
altra cultura..voi contadina, io marinara...



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