Leonardo Facco è un libertarian, anzi è il libertarian per antonomasia
ha conosciuto la Lega dal di dentro quando ancora non esisteva il Consiglio Federale e davvero Bossi decideva tutto da solo
dal 1999 Bossi non è più solo, e i risultati si sono visti durante la sua malattia
Facco è un politologo, Bossi un politico
la differenza è la stessa che ha allontanato il professor Miglio dalla Lega di Bossi
il politologo ha un ideale, il politico ha un progetto
l'ideale può rimanere immutabile, il progetto deve trovare i metodi e i modi per venire realizzato
bisogna sapere cogliere le occasioni, bisogna saperle utilizzare al meglio, bisogna saper cambiare strategia quando le tattiche non funzionano
Miglio diceva che era necessaria una sanguinosa battaglia, una guerra civile,e che non era possibile il cambiamento senza spargimento di sangue
Facco sosteneva lo sciopero fiscale portato alle estreme conseguenze, come libertarian voleva il disconoscimento totale della autorità statale, del "leviatano" statale
ma nè Miglio, nè Facco, tenevano conto del fatto che l'Italia non è un paese autonomo
a dire la verità Miglio non ha nemmeno fatto in tempo a toccare con mano qualla che è oggi la perdita di sovranità della nazione Italia, come politologo era più legato alle ideologie ottocentesche che alla realtà contemporanea
quanto a Facco non tiene conto che lo sciopero fiscale non si può fare quando le tasse vengono trattenute in busta paga
la realtà è variegata e ha mille sfaccettature, una guerra civile oggi avrebbe le conseguenze che ha avuto quella in Kosovo
la Lega che vorrebbe Facco, quella delle origini, è un movimento che farebbe la fine delle bierre, ma con molto più spargimento di sangue
il progetto di Bossi è portato avanti con i metodi che le ciecostanze permettono, per cambiare stando dentro alle istituzioni, che è l'unico metodo possibile oggi
d'altra parte i metodi drastici del Terrore giacobino hanno condotto alla Restaurazione
e quelli bolscevichi hanno condotto a una fallimentare e tragica dittatura
io non avrei votato la Lega Lombarda che è quella a cui si riferisce Facco, non ho firmato per la secessione, non ho nemmeno partecipato alla catena umana sul Po, il mio interesse per la Lega è nato nel 1997, quando la Lega Nord Padania aveva già una struttura istituzionale
non amo i politologi, mi fanno paura, ma mi appassiono alla politica quando diventa concretezza
e la politica concreta è quella che si occupa di amministrazione, non di pettinare le bambole, più o meno insanguinate
Ehmm...Claretta, qui hai scritto molte inesattezze, o forse le hai solo trovate su Google...Io invece, conosco di persona Leo, abbiamo discusso molto, e ho la presunzione di saperne di più sia di lui che della Lega di Bossi (e di Bossi, di conosciuto privatamente, così come prof.Miglio). Conosco bene il pensiero dell'autore, e non sempre la pensiamo allo stesso modo (per esempio, il nucleare). L'unico progetto di Umberto Bossi, era di sistemare quel ritardato di suo figlio (che conoscevo da piccolo, era adorabile) e di farsi passare per chi non era: un vergognoso millantatore. Carismatico, esuberante, per certi versi affascinante "animale da palcoscenico"...ma in realtà, un millantatore che non sa cosa sia il rispetto per il prossimo.
Credere ancora oggi agli "ideali della Lega" è, per dirla delicatamente, ingenuo.
ehi, befana, dài, non ti avvilire anzi, non piangere, non disperarti, credendo che sia tua la colpa se la claretta si è presa un periodo sabbatico. Le tue sono ben altre e ben più gravi le colpe. Ma non questa.
non amo i politologi, mi fanno paura, ma mi appassiono alla politica quando diventa concretezza
e la politica concreta è quella che si occupa di amministrazione, non di pettinare le bambole, più o meno insanguinate
è l'inno della massaia, politica=amministrazione e siam tutti amici
l'equivoco di fondo su cui si basa il delirio di una buona parte dei miei connazionali
politica non è amministrazione, cazzo
semmai l'amministrazione è una parte, minoritaria, se vogliamo, della politica
politica è cultura e conoscenza, studio degli eventi per programmare il futuro e non da un anno all'altro
claretta inpersona con estrema efficacia l'italiano medio, quello ke tanto sono tutti uguali, quello ke non osa, ha paura e si rinkiude in confortevoli recinti prefabbricati senza nemmeno domandarsi ki e perkè glieli stia confezionando. claretta rappresenta l'orgoglio della propria ignoranza e l'arroganza di ki non sa, non capisce ma è infarcito di certezze
mi dispiace se smette di scrivere, ma non lo farà, solo perkè io vorrei ke quanta più gente possibile possa constatare cosa si diventa quando si abdica al libero pensiero