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General: il parto del serpente
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De: Claretta  (Mensaje original) Enviado: 09/08/2013 00:02
c'era, ma adesso non c'è più, a una decina di metri dal verduraio dove facevo la spesa io un negozietto con una sola piccola vetrina, lì vendevano
i serpenti, ogni tipo di serpanti, dai piccolissimi e velenosissimi mamba neri, ai piccoli e altrettanto velenosi serpenti corallo, fino agli enormi pitoni
africani e ai giganteschi boa indiani

sono affascinata dai serpenti e dal loro mistero, del resto mi affascinano tutte le forme di vita, nessuna esclusa, neppure quella dei topi, o dei ragni e
degl scarafaggi, se posso osservarla stando ad una distanza di sicurezza

così quando passavo davanti alla vetrina del serpentaio posavo i sacchetti della verdura sul gradino e mi fermavo a guardare i serpenti che vivevano
lì, davanti ai miei occhi la loro pigra vita di animali reclusi, ma sazi e accuditi

quel giorno c'era nella vetrina in boa albino che riposava con le spire avvolte a un grosso e ramificato tronco di vecchio legno nudo

il corpo del boa era quasi del colore di quel legno, un colore chiarissimo, di antica pergamena, sulla quale erano tracciati preziosi disegni color
oro vecchio

più prosaicamente potremmo dire che era un serpente gillo slavato, ma non era quella l'impressione che ne avevo

a occhio poteva essere lungo più di tre metri e il diametro era quello di un muscoloso braccio di camionista o di un campione di lotta grecoromana

lo stavo fissando quando ho notato dei movimenti, come se ci fossero delle contrazioni nevose che facevano fremere il corpo del serpente, che
però rimaneva immobile

rimasi lì, anche io immobile, ad osservarlo mentre le contrazioni diventavano sempre più frequenti ed evidenti, e dopo qualche minuto al centro di
quel corpo comparve una piccola escrescenza rosa, a quel punto si avvicinò alla vetrina il gestore del negozio che teneva in mano un grosso
bastone biforcuto, e con quello, facendo un notevole sforzo, sollevò il serpente dal ramo a cui era avvolto e lo mise in una posizione più distesa
e allora quella piccola escrescenza rosa iniziò ad allungarsi, divenendo un serpentello lungo circa trenta centimetri, che con un guizzo uscì dal
corpo della madre e cadde sulla sabbia chhe ricopriva il fondo della vetrina

il gestore, a mani nude, lo prese e lo posò in una piccola teca di vetro, uguale a quella dove stava il mamba nero, e io finalmente ipresi i miei sacchetti
e mi allontanai sulla via di casa

il giorno dopo il grosso boa riposava sui rami. il mamba nero riposava nella sua teca, ma il piccolo serpentello rosa non c'era più     
    


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