Fino a pochi anni fa conoscevo davvero poco Goya tranne i suoi capolavori più noti.
Poi mi sono imbattuto nell'unico suo dipinto esistente in Italia "Don Luis di Borbone e la sua famiglia" da lui creato in giovane età e che mi colpi subito per la capacità di irridere il potere senza che esso se ne accorgesse.
Per conoscere l'analisi di questo dipinto si può cliccare sull'immagine qui sotto.
Don Luis di Borbone e la sua famiglia
Era per me l'inizio dell'approfondimento della sua conoscenza ma anche l'inizio delle sorprese che la sua pittura mi donava con la stupefacente metamorfosi della sua arte inizialmente classica e successivamente preromantica.
Per conoscere una biografia umana ed artistica di Goya si può cliccare sull'immagine qui sotto.
Ma veniamo alla tesi di cui parlo nel titolo di questo post ed alle opere che la sostanziano.
Innanzitutto ci troviamo all'interno della serie "I disastri delle guerra", 82 incisioni di Francisco Goya, composte tra il 1810 e il 1820 sulle atrocità avvenute durante la guerra di indipendenza spagnola.
Con razon o sin ella
Lì dopo un dipinto intitolato "Con razon o sin ella", cioè "A torto o a ragione" in cui si vede una fucilazione di patrioti spagnoli da parte delle truppe francesi di Napoleone, intitola poi quello successivo, in cui invece i rivoltosi spagnoli massacrano soldati francesi, in un modo che potrebbe sembrare sibillino "Lo mismo" cioè "Il medesimo o la stessa cosa ".
Lo mismo
Eppure egli sa bene chi è l'aggressore e chi è l'aggredito ma, per i soldati che muoiono e le popolazioni che soffrono per la guerra, non c'è differenza, anzi è proprio la stessa cosa (lo mismo) per il grande pittore.
In verità la mia idea di gran nemico della guerra, pur partendo da considerazioni simili, per mie valutazioni storiche è un po' diversa.
Tuttavia qui, nonostante il mio diverso parere sul tema, non posso non cogliere la profondità del pensiero di Goya tanto vicino alla sensibilità moderna.
Altra incisione da "I disastri della guerra"
Tony Kospan
F I N E