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Noticias Italia: Settembre ... è tempo di migrare
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: 2158Fenice  (Mensaje original) Enviado: 24/09/2013 06:12
Foto: Settembre andiamo é tempo di migrare ... ( Pastori - G.D'Annunzio )  Lo spettacolo delle migrazioni d’autunno in 70 paradisi naturali d’Italia.   La natura da’ spettacolo in Italia nei paradisi naturali degli uccelli selvatici. I birdwatcher sono avvisati. Il grande evento delle migrazioni sara’ osservabile questo fine settimana in oltre 70 tra parchi, oasi e riserve sul territorio nazionale, in occasione dell’”Eurobirdwatch 2012″, organizzato dalla Lipu-BirdLife Italia, in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato. La manifestazione, che ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare e di Federparchi, sara’ illustrata domattina nel Parco del Ticino (a Lonate Pozzolo, Varese, alle 11,30) dal presidente Lipu Fulvio Mamone Capria, che presentera’ anche in anteprima il ‘BiBiWu’ (Bike Birdwatching), un carrellino per bicicletta utile per trasportare tutto il necessario per il birdwatching, dal capanno mobile all’attrezzatura per l’osservazione degli uccelli. Il vicino aeroporto di Malpensa sara’ il contesto ideale per parlare del progetto della terza pista e delle sue ripercussioni sull’ambiente, in particolare sulla brughiera di Gallarate, una delle piu’ estese e meglio conservate del Sud Europa, dove lo scalo aereo sorge e andrebbe a espandersi ulteriormente a danno dell’habitat e di numerose specie come l’averla piccola e il succiacapre. Sul territorio nazionale, l’Eurobirdwatch 2012 si svolgera’ in 28 oasi e riserve della Lipu (dalla Riserva Palude Brabbia, in provincia di Varese, all’Oasi Ca’ Roman, nella laguna di Venezia, fino all’Oasi di Carloforte, in Sardegna), cui si aggiungono 26 riserve naturali gestite dal Corpo forestale dello Stato e altri 20 aree ideali per il birdwatching, scelte dai volontari delle sezioni. Tra queste alcune tra le piu’ importanti aree in Italia per il birdwatching come la foce dell’Isonzo, in Friuli-Venezia Giulia, le saline di Margherita di Savoia, in Puglia, la Riserva dei Pantani della Sicilia Sud orientale e tante altre zone protette, dove osservare fino a 300 specie di uccelli selvatici (per il programma completo degli eventi consultare il sito www.lipu.it). Staff e volontari Lipu organizzeranno giochi per i piu’ giovani, visite guidate, corsi di fotografia e laboratori fino alla liberazione, nella Riserva Bosco Negri (Pavia), nell’Oasi Celestina (Reggio Emilia) e l’Oasi Castel di Guido (Roma) di rapaci feriti e riabilitati dai centri di recupero dell’associazione animalista. Ai partecipanti piu’ giovani, sempre nella Riserva Bosco Negri (Pv), e’ dedicata la presentazione del libro di Alessandra Sala ‘Dov’e’ finito Carlotto’, storia di un’amicizia tra una bambina e un allocco. Per tutti i partecipanti all’Eurobirdwatch, come ogni anno, vi sara’ la possibilita’ di partecipare direttamente a un grande censimento europeo degli uccelli migratori, che si terra’ negli stessi giorni in oltre 35 Paesi europei della rete di BirdLife International.  ”L’Eurobirdwatch e’ un evento non solo per gli appassionati ornitologi, ma anche per le famiglie che vogliono avere un primo approccio all’osservazione degli uccelli migratori -ricorda Fulvio Mamone Capria- Conoscere la natura vuol dire sensibilizzare alla tutela dell’ambiente e alla necessita’ di un modo di vivere e consumare risorse piu’ sostenibile. In tutta Italia, i nostri volontari sono pronti ad accogliere i cittadini e i tanti bambini che speriamo -conclude Mamone Capria- partecipino numerosi a questo evento internazionale”. Tra le specie piu’ facili da vedere il 6 e 7 sono segnalate nelle zone umide numerose specie di aironi come la garzetta, l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore e la nitticora, rapaci come il falco di palude e lo sparviere. Negli habitat boschivi si potranno vedere molte specie di passeriformi, dai pettirossi, merli, fringuelli e verdoni a quelle piu’ rare come il passero solitario, il basettino e il forapaglie castagnolo. Per facilitare il riconoscimento delle specie e’ possibile scaricare gratis alla pagina della Lipu una “Guida” per il riconoscimento delle 120 specie di uccelli piu’ facili da osservare, suddivise per habitat (zone umide, boschi, citta’, montagne). Settembre andiamo é tempo di migrare ... ( Pastori - G.D'Annunzio - Poeta - Abbruzzo)

Lo spettacolo delle migrazioni d’autunno in 70 paradisi naturali d’Italia.

La natura da’ spettacolo in Italia nei paradisi naturali degli uccelli selvatici.
 
Foto: IL PASSERO SOLITARIO - NOME SCIENTIFICO: Monticola solitarius -  Uccello parzialmente stanziale in Italia dal caratteristico piumaggio blu dei maschi,le femmine marrone scuro.  Catalogata tra le specie protette   Una descrizione soave e dolce del Passero solitario (Monticola solitarius) è quella data da * San Juan de la cruz, mistico, e grandissimo poeta di lingua spagnola, nato in un borgo sperdutissimo nella vecchia Castiglia il 24 giugno 1542.  "Le caratteristiche del Passero solitario (Roquero solitario) sono cinque: la prima che vola verso il punto più alto, la seconda che non sopporta compagni, neppure simili a lui, la terza che mira con il becco ai cieli, la quarta che non ha un colore definito, la quinta che canta molto dolcemente."  * San .Juan de la Cruz, citado por Abilio Reig en Las Aves de Alicante  En sus Dichos de luz y amor ( 1578-80), tenía el pajaro solitario ( Monticola solitarius ), ave a la que tantas veces escuchaba este religioso posada en los tejados de la iglesia, casas y coventos:  - la primera que se va a lo más alto; - la segunda, que no sufre compañia, aunque sea de su naturaleza - la tercera que pone el pico al aire; - la cuarta, que no tiene determinado color ; - la quinta, que canta suavemente.  Lungo circa 20 centimetri, snello ed elegante, il maschio di Monticola solitarius  si riconosce grazie all’inconfondibile colore blu cobalto del corpo ad eccezione delle ali nere che diventa più brillante con l’avvicinarsi della stagione dell’accoppiamento. La femmina ha una tonalità bruno-marrone più opaca. Schivo e timido, è un uccello che passa spesso inosservato; ma in primavera si risveglia in tutta la sua vitalità. È nella stagione degli amori, infatti, che il maschio sceglie e delimita un territorio, del quale farà presto parte una compagna.  Becco lungo e sottile, zampe nere, il Passero solitario ama sostare su posatoi, naturali e artificiali, dai quali si mette in mostra cantando e osservando minuziosamente il suolo alla ricerca di qualche preda: i luoghi prediletti sono rocce a picco su strapiombi, l’angolo spiovente di un alto rudere, o ancora il grosso ramo di un albero. In mancanza di punti fermi, tuttavia, canta in volo con un caratteristico e lento movimento delle ali semichiuse, per poi planare dolcemente sul ramo di un vecchio albero. La sua dieta, estremamente varia, comprende un’eterogenea quantità di invertebrati: ragni, scarafaggi, cavallette, locuste, grilli, lombrichi, lumache e, a dispetto della sua piccola taglia, anche vertebrati dalle dimensioni contenute come gechi, serpentelli, ranocchie e topolini.  L’areale di distribuzione è molto ampio: spazia infatti dal Mediterraneo all’Africa del nord attraverso i Paesi dell’Europa meridionale fino alla penisola arabica, compresi Italia, Balcani, Grecia e Turchia; ancora, la specie è presente anche in India, Tibet e Indocina; quindi in Estremo Oriente fino a Mongolia, Cina e Giappone.   Il Passero solitario si riproduce nel sud dell’Europa e nel nord ovest dell’Africa; dall’Asia centrale alla Cina settentrionale alla Malaysia; sia in zone dai climi caldi temperati e asciutti, sia mediterranei o steppici. Frequenta aree montane rocciose, caratterizzate dalla presenza di scogliere, così come strapiombi e precipizi, vallate rocciose e dirupi.  In Europa occidentale, la specie predilige le aree costiere con falesie marine o coste rocciose, valli e pareti montane, cave di pietra e grandi edifici anche diroccati, come castelli e rovine. In Italia meridionale e in altri contesti strettamente mediterranei frequenta anche luoghi abitati o comunque segnati dalla presenza dell’uomo. Qui la specie è piuttosto abbondante, soprattutto in Sicilia. In inverno, a volte scende anche presso villaggi, paesini o quote più basse. A confermarne l’adattabilità anche a contesti fortemente antropizzati è la nidificazione registrata all’interno di centri urbani di grosse dimensioni, tra cui le città di Bergamo, Genova e Roma. In campagna, la specie predilige invece le pareti scoscese, le cave di tufo vulcanico; sino a costruire nidi anche all’interno di manufatti costruiti dall’uomo e nei macchinari per la frantumazione della pietra fra polveri, rumori assordanti e operai in movimento.  Di solito, il nido del Passero solitario è costruito all’interno cavità rocciose, anfratti naturali, muri di vecchi edifici e ruderi situati nelle periferie delle città, nei palazzi a più piani in fase di costruzione; oppure cimiteri, castelli, chiese, case disabitate e monumenti; mai, tuttavia, su alberi. Sono infatti gli spazi progettati per ospitare finestre, porte e altri anfratti domestici ad attirare l’attenzione della specie in fase riproduttiva. Inizialmente costituito di una base ampia e grossolana, il nido viene man mano completato e rivestito, pazientemente, con fini e sottili radichette e fibre naturali. Condizione fondamentale è che sia posto in una zona di penombra, dove non riceva direttamente la luce del sole e la luminosità sia attenuata o addirittura assente, fino a rasentare il buio. Le uova deposte, solitamente da 3 a 5, sono di colore verde chiaro tendente all’azzurro, prive di macchie; molto simili a quelle dello Storno nero, ma di dimensioni inferiori.  Il magnifico colore blu cobalto del suo mantello lo rende subito riconoscibile tanto al suolo, dove zampetta in gran velocità, quanto nel volo, durante il quale sorveglia zone rocciose alla ricerca di qualche prelibato insetto.  A dispetto di quanto narrato nei versi di due grandi poeti, il Monticola solitarius non è affatto foriero di tristezza e solitudine: al contrario, il suo canto è dolce e melodico. Spesso dimora negli anfratti di vecchi palazzi diroccati, in piccoli e remoti paesi dell’Italia meridionale, da cui domina il territorio sottostante: ecco allora che è possibile intravedere “il Passero solitario” disegnato dalla penna di Giacomo Leopardi …   Passero Solitario - Giacomo Leopardi (Recanati - Marche - )  D'in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finché non more il giorno; Ed erra l'armonia per questa valle. Primavera dintorno Brilla nell'aria, e per li campi esulta, Si' ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli, Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e cosi' trapassi Dell'anno e di tua vita il piu' bel fiore. Oimè, quanto somiglia Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso, Della novella eta' dolce famiglia, E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de' provetti giorni, Non curo, io non so come; anzi da loro Quasi fuggo lontano; Quasi romito, e strano Al mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne, Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventu' del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra. Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventu' vien meno. Tu, solingo augellin, venuto a sera Del viver che daranno a te le stelle, Certo del tuo costume Non ti dorrai; che di natura è frutto Ogni vostra vaghezza. A me, se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impetro, Quando muti questi occhi all'altrui core, E lor fia voto il mondo, e il dì futuro Del di' presente più noioso e tetro, Che parra'di tal voglia? Che di quest'anni miei? Che di me stesso? Ahi pentirommi, e spesso, Ma sconsolato, volgerommi indietro. 
Passero Solitario - con su cria
 
IL PASSERO SOLITARIO - NOME SCIENTIFICO: Monticola solitarius -
Uccello parzialmente stanziale in Italia dal caratteristico piumaggio blu dei maschi,le femmine marrone scuro.

 
alogata tra le specie protette.
 
Una descrizione soave e dolce del Passero solitario (Monticola solitarius) è quella data da * San Juan de la cruz, mistico, e grandissimo poeta di lingua spagnola,
nato in un borgo sperdutissimo nella vecchia Castiglia il 24 giugno 1542.

"Le caratteristiche del Passero solitario (Roquero solitario) sono cinque:
la prima che vola verso il punto più alto,
la seconda che non sopporta compagni, neppure simili a lui,
la terza che mira con il becco ai cieli,
la quarta che non ha un colore definito,
la quinta che canta molto dolcemente."

* San Juan de la Cruz, citado por Abilio Reig en Las Aves de Alicante

En sus Dichos de luz y amor ( 1578-80), tenía el pajaro solitario ( Monticola solitarius ), ave a la que tantas veces escuchaba este religioso
posada en los tejados de la iglesia, casas y coventos:

- la primera que se va a lo más alto;
- la segunda, que no sufre compañia, aunque sea de su naturaleza
- la tercera que pone el pico al aire;
- la cuarta, que no tiene determinado color ;
- la quinta, que canta suavemente.

Lungo circa 20 centimetri, snello ed elegante, il maschio di Monticola solitarius si riconosce grazie all’inconfondibile colore blu cobalto del corpo ad eccezione delle ali nere che diventa più brillante con l’avvicinarsi della stagione dell’accoppiamento. La femmina ha una tonalità bruno-marrone più opaca. Schivo e timido, è un uccello che passa spesso inosservato; ma in primavera si risveglia in tutta la sua vitalità. È nella stagione degli amori, infatti, che il maschio sceglie e delimita un territorio, del quale farà presto parte una compagna.

Becco lungo e sottile, zampe nere, il Passero solitario ama sostare su posatoi, naturali e artificiali, dai quali si mette in mostra cantando e osservando minuziosamente il suolo alla ricerca di qualche preda: i luoghi prediletti sono rocce a picco su strapiombi, l’angolo spiovente di un alto rudere, o ancora il grosso ramo di un albero. In mancanza di punti fermi, tuttavia, canta in volo con un caratteristico e lento movimento delle ali semichiuse, per poi planare dolcemente sul ramo di un vecchio albero. La sua dieta, estremamente varia, comprende un’eterogenea quantità di invertebrati: ragni, scarafaggi, cavallette, locuste, grilli, lombrichi, lumache e, a dispetto della sua piccola taglia, anche vertebrati dalle dimensioni contenute come gechi, serpentelli, ranocchie e topolini.

L’areale di distribuzione è molto ampio: spazia infatti dal Mediterraneo all’Africa del nord attraverso i Paesi dell’Europa meridionale fino alla penisola arabica, compresi Italia, Balcani, Grecia e Turchia; ancora, la specie è presente anche in India, Tibet e Indocina; quindi in Estremo Oriente fino a Mongolia, Cina e Giappone.

Il Passero solitario si riproduce nel sud dell’Europa e nel nord ovest dell’Africa; dall’Asia centrale alla Cina settentrionale alla Malaysia; sia in zone dai climi caldi temperati e asciutti, sia mediterranei o steppici. Frequenta aree montane rocciose, caratterizzate dalla presenza di scogliere, così come strapiombi e precipizi, vallate rocciose e dirupi.

In Europa occidentale, la specie predilige le aree costiere con falesie marine o coste rocciose, valli e pareti montane, cave di pietra e grandi edifici anche diroccati, come castelli e rovine. In Italia meridionale e in altri contesti strettamente mediterranei frequenta anche luoghi abitati o comunque segnati dalla presenza dell’uomo. Qui la specie è piuttosto abbondante, soprattutto in Sicilia. In inverno, a volte scende anche presso villaggi, paesini o quote più basse. A confermarne l’adattabilità anche a contesti fortemente antropizzati è la nidificazione registrata all’interno di centri urbani di grosse dimensioni, tra cui le città di Bergamo, Genova e Roma. In campagna, la specie predilige invece le pareti scoscese, le cave di tufo vulcanico; sino a costruire nidi anche all’interno di manufatti costruiti dall’uomo e nei macchinari per la frantumazione della pietra fra polveri, rumori assordanti e operai in movimento.

Di solito, il nido del Passero solitario è costruito all’interno cavità rocciose, anfratti naturali, muri di vecchi edifici e ruderi situati nelle periferie delle città, nei palazzi a più piani in fase di costruzione; oppure cimiteri, castelli, chiese, case disabitate e monumenti; mai, tuttavia, su alberi. Sono infatti gli spazi progettati per ospitare finestre, porte e altri anfratti domestici ad attirare l’attenzione della specie in fase riproduttiva. Inizialmente costituito di una base ampia e grossolana, il nido viene man mano completato e rivestito, pazientemente, con fini e sottili radichette e fibre naturali. Condizione fondamentale è che sia posto in una zona di penombra, dove non riceva direttamente la luce del sole e la luminosità sia attenuata o addirittura assente, fino a rasentare il buio. Le uova deposte, solitamente da 3 a 5, sono di colore verde chiaro tendente all’azzurro, prive di macchie; molto simili a quelle dello Storno nero, ma di dimensioni inferiori.

Il magnifico colore blu cobalto del suo mantello lo rende subito riconoscibile tanto al suolo, dove zampetta in gran velocità, quanto nel volo, durante il quale sorveglia zone rocciose alla ricerca di qualche prelibato insetto.
A dispetto di quanto narrato nei versi di due grandi poeti, il Monticola solitarius non è affatto foriero di tristezza e solitudine: al contrario, il suo canto è dolce e melodico. Spesso dimora negli anfratti di vecchi palazzi diroccati, in piccoli e remoti paesi dell’Italia meridionale, da cui domina il territorio sottostante: ecco allora che è possibile intravedere “il Passero solitario” disegnato dalla penna di Giacomo Leopardi …

Passero Solitario - Giacomo Leopardi (Recanati - Marche - )

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Si' ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e cosi' trapassi
Dell'anno e di tua vita il piu' bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella eta' dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventu' del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventu' vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del di' presente più noioso e tetro,
Che parra'di tal voglia?
Che di quest'anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
 
 
 
 
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: karmyna Enviado: 27/09/2013 05:12

Gracias querida amiga Fenice
Siempre es un verdadero placer leerte
como siempre compartiendonos
ilustrativos mensajes
 
Feliz fin de semana
karmyna
 



 
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