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General: Spazio Verde
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De: botia (Mensagem original) |
Enviado: 01/11/2010 06:31 |
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De: Ramarra |
Enviado: 26/05/2011 09:59 |
Bè in effetti non hai tutti i torti Boema... se sento un tizio che strilla che l'autostrada Alfa è costruita da un mucchio di stronzi e mafiosi non è irrilevante scoprire che quel tizio s'è svegliato la mattina e s'è trovato un pilastro piantato nel soggiorno davanti alla TV, è fondamentale per capire un pò della faccenda. hehehehe |
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De: Ramarra |
Enviado: 26/05/2011 13:06 |
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not in my back yard = non nel mio orto
è una sigla internazionale, vale per tutto il mondo e ha molti milioni
di militanti :)
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De: Ramarra |
Enviado: 26/05/2011 14:06 |
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1 febbraio 2007
Il Nimby e le minoranze territoriali
 Parole chiave: Territorio | Rifiuti | Partecipazione / Diritti
Il fenomeno Nimby, un fenomeno di opposizione localista antico e diffuso in tutte le democrazie sviluppate, ci interroga non banalmente sul rapporto tra interessi locali e interessi generali, tra minoranze e maggioranze “territoriali”.
Il fenomeno Nimby ci mostra limiti e paradossi della decisione democratica.
Le opposizioni localiste nascono generalmente (non sempre, ma spesso) attorno a opere – impianti di rifiuti, centrali elettriche, autostrade ecc. – che comportano un (temuto) danno locale a fronte di un (presunto) beneficio generale. Le opere soddisfano fabbisogni di molte e ampie comunità (il fabbisogno di smaltimento di rifiuti, il fabbisogno energetico ecc.), ma caricano potenziali o reali danni ambientali, sanitari o anche solo di valore immobiliare su una comunità molto ristretta alla quale il rapporto costi-benefici appare immediatamente sfavorevole.
I fabbisogni della comunità ampia possono prevaricare i diritti della comunità ristretta? Quali sono i diritti delle “minoranze territoriali”, cioè di quei territori (una frazione, un comune, una comunità montana ecc.) che diventano “minoranze” rispetto a un territorio più vasto (la provincia, lo Stato o addirittura – ma qui è sempre retorica – l’Europa)?
La compressione degli interessi parziali (cosa diversa e più nobile degli interessi “personali”) in nome di “interessi generali” non ha sempre prodotto comportamenti virtuosi, ma anzi ha spesso generato degenerazioni della democrazia e limitazioni delle libertà.
In molti campi, le democrazie sviluppate hanno raggiunto un consenso sul fatto che i diritti delle maggioranze non possono prevaricare i diritti delle minoranze. Il diritto alla salute è uno di quei diritti non prevaricabili. Ma il diritto alla salute – pur spesso agitato in questi casi – non è il reale diritto in discussione. È piuttosto il diritto sull’organizzazione del proprio territorio, sul proprio ambiente. Il diritto alla qualità dell’ambiente – a quello che liberamente una comunità decide essere la qualità del proprio ambiente – è uno dei diritti non prevaricabili?
Se così fosse noi dovremmo accettare come un normale esercizio di democrazia e convivenza la negoziazione “territoriale”, così come accettiamo la negoziazione dei redditi e delle condizioni di lavoro. E dovremmo ragionare sulle compensazioni territoriali – che non sono solo compensazioni monetarie, ma anche e soprattutto ambientali e sociali.
Queste opposizioni trovano il loro fondamento, in molti casi, non in una contestazione astratta sul merito dell’opera (la necessità di un impianto di smaltimento o di una centrale a ciclo combinato), ma nell’iniquità della distribuzione dei benefici e dei danni che anche inevitabilmente deriva da opere intrinsecamente caratterizzate da un certo grado di accentramento.
Il fenomeno Nimby si caratterizza come una contestazione non dell’utilità o fattibilità teorica di un certo tipo di intervento o di opera, ma della sua localizzazione (per questo motivo la grande protesta della Val di Susa ha poco a che spartire col fenomeno Nimby). È, come dice appunto l’acronimo, il rifiuto di averla nel proprio giardino. Non contesta la necessità della discarica: contesta il fatto che sia accanto alla propria abitazione.
Proprio per questo le opposizioni localiste sono meno ideologiche di come vengono rappresentate e di come, talora, si rappresentano. Il ricorso ad argomenti ideologici, ad affermazioni di principio, appartiene alla tattica negoziale (o all’uso politico delle proteste) piuttosto che riflettere le opinioni profonde delle popolazioni che si oppongono. Per chi ha faticosamente comprato una casa – con un investimento tanto materiale quanto emotivo – il deprezzamento del valore della propria abitazione o la dequalificazione dell’immagine della sua terra ha un significato enorme. C’è la preoccupazione per la propria salute, ma c’è anche la preoccupazione per il valore dei propri (spesso pochi) beni.
E proprio per questo, allora, con un approccio pragmatico e negoziale è possibile affrontare il reale problema delle iniquità sociali e territoriali.
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Tratto da
La gestione dei conflitti ambientali
di Istituto Ambiente Italia , Legambiente
Edizioni Ambiente
,
2007
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...Siamo sempre lì: è un'opera di utilità pubblica, questa TAV, dove per 'pubblica' si intende interesse italiano ed europeo?*
*Perché le abbiamo dato un genere femminile? 'Treno ad alta velocità' è maschile, bo', lazzi della lingua... |
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probabilmente perchè ci si riferisce alla ferrovia, non ai treni
utile...
guarda, l'ultima volta che sono andata a Parigi ho fatto Milano-Losanna
in vagonlit, poi Losanna-Parigi col TGV
sono passati dodici anni, ma sono passati a vuoto, il nodo di
Bardonecchia è sempre lì a fare la differenza
mio figlio da quando c'è il treno ad alta velocità ha smesso di venire
da Roma a Milano con l'auto e non perde più giornate di lavoro
ma tu dici che Kiev è una utopia
lo rimmarrà di certo per noi, però non lo rimarrà per Spagna e
Francia, l'Europa si muove ad Alta Velocità e di certo non si ferma
ad aspettarci
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Vedo che LA DISINFORMAZIONE LA FA DA PADRONA...ci sarebbe da capire, se di semplice disinformazione dei pigri si tratta, oppure di disinformazione voluta, in perfetta MALAFEDE - come ci si può aspettare di chi fa (ancora oggi!) la propaganda leghista.
Parlare di "nimby" mentre si discute della (linea ferroviaria) TAV, è pura pigrizia mentale e voglia di sminuire le gravi conseguenze che tale mega-opera avrebbe per l'economia italiana (e quindi non soltanto per chi vive in Valsusa, me per i calabresi, sardi, siciliani ecc.).
Ma scusate, io sono stanca e discutere con chi non sta cercando la verità, ma vuole soltanto dimostrare di aver ragione denigrando e sottovalutando l'intelligenza di chi la pensa diversamente - basta clickare su Google, scrivendo le parole "NO TAV" e "NIMBY", e poi leggere diversi pareri (vuol dire non limitarsi alle "opinioni" dei vari "La Padania" e "Il Giornale").
SONO STANCA. Stanca di perdere il mio tempo discutendo con chi NON VUOLE CAPIRE, chi contrasta solo per il partito preso, SENZA PENSARE E RIFLETTERE CON SERIETA' sul problema, che non riguarda solamente la Valle di Susa.
Per questo d'ora in poi, quando avrò del tempo, pubbliccherò sull'argomento TAV solo copia-incolla dei testi altrui...tutti ITALIANI, gli autori, tanto per salvaguardare il fegato di quel scemotto di franchino...
p.s.
Claretta, ma tu lo sai o no, che la TAV valsusina NON TRASPORTEREBBE LE PERSONE, MA UNICAMENTE LE MERCI? Visto che parli del figlio che viaggia per andare al lavoro con il treno veloce...TAV valsusina in realtà si dovrebbe chiamare TAC = Treno Alta Capacità...Certi discorsi tu li fai solo per confondere l'opinioni di chi ne sa sulla TAV meno di te (Ramarra per esempio, simpatica ma terribilmente disinformata) - e questo è fare la politica "sporca"...da leghista, appunto! (sempre con stima e simpatia, eh... ) |
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TAV e NIMBY: la Torino-Lione.
Spreco o opportunità
All’approssimarsi del 90° minuto che sancirebbe la perdita dei fondi Europei destinati alla Torino Lione, sono cominciati alcuni carotaggi ma sono riprese le proteste da parte dei comitati NO-Tav della Val di Susa.
la questione, da anni, è stato raccontata accentuando molto l’aspetto del NIMBY (Not in My Backyard Non nel Mio Giardino). Non di solo NIMBY si tratta, come sarebbe stato evidente dando attenzione all’aspetto noto ma sottaciuto: il rapporto costi-benefici di un’opera che costerà miliardi e miliardi di €uro sia pure suddivisi tra Francia ed Italia. Parlare di rapporto costi-benefici di una grande opera pubblica vuol dire misurarne la convenienza economica e sociale ed esaminare opportunità di differente utilizzo dei medesimi fondi. Nel caso della Torino-Lione, parte del corridoio europeo 5 e per questo è suscettibile di finanziamenti europei ai quali vanno aggiunti soldi italiani per circa 6 miliardi.
La polemica dura da anni e vede contrapposti tutti i partiti, la Regione Piemonte, la Provincia ed il Comune di Torino favorevoli all’opera e contrari alcuni Comuni della Val di Susa, diverse associazioni e molti gruppi di cittadini. Contrasti, tempo fa giunti alla soglia della violenza.
Se ampliamo lo sguardo,potremmo osservare che da anni diversi esperti, stanno esprimendo la loro contrarietà all’opera e si tratta di personaggi assolutamente non sospettabili di NIMBY. Alcuni di questi esperti, sono critici anche nei riguardi dell’alta velocità per come è stata concepita e realizzata in Italia. Essi erano e sono contrari alle linee TAV su cui passino le merci. Le ragioni sono molteplici e tutte convalidate dalle scelte altrove compiute. Nel caso della Torino-Lione le merci transiterebbero in Italia ad alta velocità fino a Lione per poi proseguire in Francia su linee ordinarie: la TAV francese è pensata solo per il traffico passeggeri. Già questo spiega in parte le cifre stratosferiche se non folli spese per la TAV de noantri. Il secondo motivo riguarda la sostenibilità economica dell’opera calcolata in base al grado di saturazione della linea attuale, ai flussi di passeggeri e merci attuali, al prevedibile incremento di passeggeri e merci in un certo arco di tempo. Le sentenze delle analisi sono impietose. La Torino-Lione presenta costi enormemente superiori a potenziali ricavi e vantaggi.Non parliamo di oggi. Ad esempio su La Voce Andrea Prat si chiedeva: Torino-Lione 13 miliardi spesi bene? Del 2003 un altro intervento, stavolta di Marco Ponti un’autorità in materia che si pone domande sul favoleggiato corridoio Lisbona Kiev. Ancora più interessante ed istruttiva l’analisi condotta dal Prof. Remi Prud’Homme non solo esperto in materia, ma francese e quindi estraneo al pollaio nostrano. Tanto per completare il quadro, si può ascoltare la puntata di 9 in Punto la Versione di Oscar nella quale Oscar Giannino si occupa da par suo dell’argomento.
L’argomento è di stretta attualità ed oltre alla Torino-Lione,riguarda il nuovo traforo del Brennero ed ancora di più il Ponte sullo Stretto circa il quale le analisi di costo opportunità segnalano esiti infausti. E convenienza ad utilizzare altrimenti le cifre stanziate o da stanziare. In tempi di dura crisi più che mai è stringente il dovere di individuare priorità corrette che per essere tali dovrebbero essere precedute da rigorose analisi di convenienza compiute possibilmente da esperti e/o istituti indipendenti, In quest’ottica, anche proseguire i lavori per i tronchi in completamento dell’alta velocità, dovrebbe indurre a riesaminare la scelta del trasporto merci.
E’ chiaro che a questo punto, quasi al 90°minuto diverrebbe difficile per l’Italia tornare indietro sulla Torino-Lione. Ma se questa scelta dovesse essere confermata e l’opera essere completata con i concreto rischio di spreco di danaro, sarebbe preciso compito dell’informazione darne conto. Altrimenti le contumelie contro le sinistre, i komunisti,i nemici dell’Italia, e via dicendo, le inquadrature televisive ed i servizi giornalistici sui No TAV, divengono ancora di più una foglia di fico fuorviante per non disturbare il manovratore coprendolo per una scelta sballata.
E non ci possiamo proprio più permettere più né informazione men che decente nè tanto meno di sprecare quattrini. Né annunci roboanti che quando non privi di contenuto, sono spreconi ed utili solo alla propagnda che troppa gente è ansiosa di rimbalzare alla bocca buona dell’opinione pubblica.
http://www.gobettiano.com/?p=1139
interessanti da leggere anche i commenti sotto l'articolo del gobettiano.
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320
lascia perdere la stima e la simpatia
posso capire che chi ha ambizioni politiche si senta frustrato
quando viene escluso
deve essere molto bruciante |
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320
lascia perdere la stima e la simpatia
posso capire che chi ha ambizioni politiche si senta frustrato
quando viene escluso
deve essere molto bruciante
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Non lo so io, mai stata esclusa da nessuna parte,
e tantomeno ho mai covato ambizioni politiche:
come potrei sapere come ci si sente?
Apperò....tu, claretta, stai lamentando nell'altro post,
che io la metterei sul piano personale?
Se stavi parlando di me, nel tuo post precedente (n°171)
allora sei tu che la stai mettendo sul personale,
inoltre affermando una falsità (petegolezzo)
Se ti riferivi a qualcun'altro, scrivilo chiaramente...
(lascio da parte la stima e la simpatia, come vuoi tu).
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in Piemonte la Lega ha dovuto chiudere tutte le sezioni e ci sono
voluti dieci anni prima che Cota riuscisse a riscattare il movimento
agli occhi dei piemontesi
le notizie su di te, segretaria di una sezione, le hai messe tu in
questa com, io mi riferisco a ciò che hai detto TU
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Mi sa che la Bresso ne deve aver combinate tante per aver fatto vincere un pirla come Cota
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