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Resposta  Missatge 1 de 699 del tema 
De: botia  (Missatge original) Enviat: 01/11/2010 06:31


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Resposta  Missatge 85 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 18/04/2011 05:42
Ue, via da Roma ma anche da Bruxelles:
il 63% dice no all

Resposta  Missatge 86 de 699 del tema 
De: la boema Enviat: 18/04/2011 06:27

Resposta  Missatge 87 de 699 del tema 
De: tosto41 Enviat: 18/04/2011 13:53
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ci sono almeno 7 pagine :))

Resposta  Missatge 88 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 18/04/2011 14:01
bigul...........io parlo solo del post........il N°86 è tagliato.............ne manca un toc..........

Resposta  Missatge 89 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 18/04/2011 14:02
Ue, via da Roma ma anche da Bruxelles:
il 63% dice no all'Europa dei massoni
Inattesa condivisione della "provocazione" di Maroni: la gente
non ne può più delle imposizioni Ue e delle trame mondialiste

di Redazione. Milàn - La grande maggioranza di padani ed italiani ha capito che il nemico si annida a Bruxelles. Stanto all'esito di un sondaggio di Affaritaliani.it realizzato in collaborazione con Swg, il 63% degli elettori condivide la proposta di uscire dall'Europa lanciata dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Una provocazione, in risposta al disimpegno comunitario di fronte all'invasione dei clandestini, ma la gente l'ha presa molto sul serio.

RIGETTO. Specialmente gli elettori del centrodestra, favorevoli all'83%. In tutto, solo il 37% degli intervistati afferma di non voler mandare l'Europa a quel paese, accettando la servitù alle lobby du Bruxelles. Evidentemente il motivo del rigetto non consiste solo negli obblighi che l'Unione europea ci impone sulla libera circolazione degli stranieri e sulle accoglienze a vario titolo.

NUOVA BATTAGLIA. A pesare è tutta una serie di nefandezze che l'Europa, in mano ai potentati massonici e mondialisti, ci ha imposto o ci vuole imporre: dall'ogm al divieto di tutelare la qualità dei prodotti alimentari, dai soli diritti per gli zingari ai riconoscimenti delle unioni contronatura, dal salasso dell'euro all'invasione dei prodotti cinesi, sino al sistematico annientamento della della cultura e della civiltà. Quella contro i padroni d'Oltralpe (e d'Oltreoceano) si presenta, insomma, come una nuova battaglia in cui potrebbero cimentarsi dei leader identitari lungimiranti e coraggiosi.


Resposta  Missatge 90 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 26/04/2011 08:01
 
 
 
 
Già si era ben capito che quei "poveri" tunisini sbarcati a lampedusa sono soltanto dei clandestini: i veri profughi scappano dai regimi sanguinari, dai massacri bellici, da epidemie e cataclismi ma in Tunisia non c'è niente di tutto questo. Non si capisce, dunque, perchè questi abusivi non vengano bloccati e scacciati indietro, come fanno i francesi che li rispediscono tutti a Ventimiglia. Come se non bastasse, oltre che di irregolari, in buona parte si tratta di delinquenti. Lo si capisce bene dalle loro prime imprese a casa nostra. Dopo aver protestato perchè non trovavano di loro gradimento il vitto (lo stesso rancio dei nostri militari con tutte le accortezze relative alla carne di maiale e altre fisime coraniche), sono cominciate anche le devastazioni.
Il loro odio nei nostri confronti (ci disprezzano per la vigliaccheria buonista di piegarci a tutti i loro voleri) è esploso sulle navi da crociera messe a loro disposizione: centinaia di poltrone tagliate e fatte a pezzi, scagliato in mare l'arredamento delle sale, distrutte le “sataniche” bottiglie di vino e di alcolici trovate nei bar... Un vero macello su navi con a bordo pochissimi poliziotti, forse per non urtare la sensibilità degli stranieri. A farne le spese, soprattutto la nave Excelsior messa a disposizione dei clandestini: una lussuosa imbarcazione da crociera che dispone di centinaia di cabine, ristorante à la carte, bar, negozi, cinema, piscina con lido bar, idromassaggio, sala giochi.
Quello che è accaduto sulle navi che trasportano questa gente da Lampedusa ai centri sulla Penisola (da cui peraltro è facilissmo scappare) corrisponde a quanto avvenuto in molte case di Lampedusa, spesso case di vacanza temporaneamente vuote, dove questa marmaglia è penetrata abbandonandosi a gesti inconsulti di odioso vandalismo: defecazioni in salotto e in cucina, danneggiamenti di ogni tipo.
A ricevere i “ringraziamenti” di questi bei soggetti, anche un'istituzione religiosa: la Casa della Fraternità di don Stefano Nastasi: i minorenni ospitati e coccolati dentro la struttura hanno pensato bene di dimostrare di essere della stessa pasta dei più vecchi, dando fuoco alla struttura.


Resposta  Missatge 91 de 699 del tema 
De: Tebro Enviat: 26/04/2011 09:00
 
botia, quest'ultimo articolo, quest'ultime considerazioni, non sono firmate e quindi, ritengo che sia farina del sacco tuo. Mi sbaglio?
 
 
Di sicuro ci saranno stati atti vandali, la madre dell'imbecilli è sempre incinta, Dovunque.
Ma sappiamo tutti che, non è, non può essere stato, un atteggio generalizzato! Tra quella gente c'erano anche  persone affamate, infreddolite, e salvate da un sicuro annegamento.
Tra quelle persone c'erano, e ci sono, fior di persone per-bene! Gente educata e onesta, gente acculturata, professionisti e lavoratori seri, senza dimenticare che il loro obbiettivo è, in modo particolare, raggiungere la Francia dove, già risiedono i loro parenti. Quindi a che prò
comportarsi in modo barbaro?
Il prò è nella mente di quei pochi disgraziati mentali, figli di un dio minore e di quella madre che ogni sempre e ovunque, è sempre incinta. 
 
botia, ascolta, dammi retta, non bere dall'ampolla! guarda che contiene acqua putrida, dannosa soprattutto per le rotelle mentali. 
 

Resposta  Missatge 92 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 01/05/2011 08:42
cazzo vuoi piscione.............continua a creare versetti e non rompermi i coglioni
romano di merda

Resposta  Missatge 93 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 01/05/2011 08:45

Resposta  Missatge 94 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 06/05/2011 05:57
Obama: “Abbiamo ucciso Bin Laden!”
Ma il cadavere non c'è, la storia traballa
Cresce la rabbia islamica. Maroni: "Può esserci una reazione"
Casa Bianca "delicata": niente foto del morto
(Aggiornamento)

di Redazione. Milàn - Osama Bin Laden, lo sceicco del terrore, il mandante dell'11 settembre, sarebbe stato ucciso in Pakistan, in un residence nei pressi della capitale Islamabad. Lo avrebbe eliminato un commando dei Navy Seals, forze speciali americane. L'annuncio dell'omicidio è stato dato in tv, all'alba, da un raggiante Barack Obama. "Oggi è un grande giorno per l'America", ha detto il presidente. Sull'uccisione di Bin Laden, tuttavia, gravano non pochi dubbi. Quel che proviene dagli Usa non gode di eccelsa credibilità e le circostanze della presunta eliminazione dello sceicco hanno inevitabilmente offerto il destro ai sospetti di una messinscena.

TEST DEL DNA. La foto subito circolante del principe del terrore sfigurato ha avuto poche ore di attendibilità, ben presto riconosciuta come un falso. Soprattutto manca il cadavere di Bin Laden che gli americani hanno sorprendentemente inabissato in mare. Resta, a comprova dell'identità, un test del Dna che attribuisce il riconoscimento "al 99,9%". Bisogna credere che questo esame sia stato fatto realmente, senza contraffazioni, e in poche ore anche se, generalmente, occorre qualche giorno per eseguire tale test in maniera ortodossa. Curioso, poi, che i militari disponessero del necessario per l'esame e, inoltre, non è ben chiaro dove abbiano reperito il campione di controllo. Se poi si considera che Osama sarebbe stato ucciso nel suo appartamento all'interno di un residence fortificato, abitato da militari pachistani, i dubbi non possono che aumentare.

ALLARME TERRORISMO. La notizia della morte di Bin Laden, vera o costruita che sia per scopi al momento solo ipotizzabili, ha comunque scatenato un'ondata di eccitazione negli ambienti islamici esaltati. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha ammesso che "ci può essere una reazione". "Bin Laden - ha detto - era una figura importante, ma negli ultimi anni meno influente: ci sono cellule terroristiche autonome a cui bisogna aggiungere anche il terrorismo fai da te".

DELICATEZZA. Intanto, mentre si attende qualche elemento che confermi l'asserita eliminazione, la Casa Bianca si scopre sorprendentemente delicata: non verranno diffuse le foto di Bin Laden fatto fuori perchè giudicate troppo "crude". Nessun problema, invece, nel divulgare le istantanee dei cadaveri di altre tre persone che sarebbero state uccise nell'operazione: tre cadaveri (due in abito tradizionale pachistano, l'altro in maglietta) in un lago di sangue, e col sangue che esce loro da bocca, naso e orecchie.


Resposta  Missatge 95 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 06/05/2011 06:27
Gli immigrati siano accolti dalla Libia "liberata"

 

“Il regime di Gheddafi sta mettendo in pratica la minaccia che prevede la partenza di migliaia e migliaia di immigrati dalle coste libiche verso il nostro paese. L’unica via per depotenziare e bloccare completamente queste azioni è che i barconi carichi di immigrati, dopo essere intercettati dalle navi Nato, vengano dirottati nel più vicino porto di quella parte della Libia liberata dal giogo di Gheddafi. L’intervento militare della Nato è stato decisivo per salvare gli insorti e quindi il minimo che il Consiglio Nazionale transitorio di Bengasi ci deve è quello di accettare tutti gli immigrati che Gheddafi sta facendo partire dalle sue coste. Questa soluzione è assolutamente in linea con le risoluzioni approvate dall’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, della quale fra l’altro fanno parte tutti i paesi Nato, e non contrasta alcuna norma internazionale che riguarda i rifugiati, in quanto, l’eventuale status di rifugiato potrà essere verificato direttamente in loco e di conseguenza l’assistenza agli eventuali rifugiati potrà essere fornita direttamente sul territorio della nuova Libia”. Questa è stata la richiesta fatta dal deputato leghista Claudio D’amico intervenuto durante la discussione generale sulla mozione ora in discussione presentata dalla Lega Nord.





Resposta  Missatge 96 de 699 del tema 
De: Peterpan® Enviat: 06/05/2011 07:41
Mica sarebbe del tutto sbagliato...

Resposta  Missatge 97 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 07/05/2011 07:52
Ecco Al Qaida in “soccorso” degli Usa:
“È vero, hanno ucciso il nostro capo”
Un comunicato dell'organizzazione islamica conferma la morte
di Bin Laden e tira fuori dagli impacci Obama e la Casa Bianca

di Redazione. Milàn - Proprio mentre la Casa Bianca scivola sulle non poche contraddizioni della presunta eliminazione di Osama Bin Laden, spunta la fantomatica organizzazione terroristica Al Qaida a confermare "ufficialmente" la morte del suo capo. Anche se il cadavere di Osama è finito in fondo al mare, anche se gli americani non faranno vedere le foto del cadavere, i guerriglieri di Allah non hanno alcun dubbio.

ATTENTATI AI TRENI. In un comunicato diffuso su Internet, Al Qaida ammette l'uccisione dello "sceicco del terrore", ma promette che questa esecuzione si trasformerà in "una sventura" per l’America. Intanto, dai documenti trovati nel covo si sarebbe appreso del piano di Bin Laden di compiere azioni di sabotaggio contro alcuni treni negli Stati Uniti.

NUOVE PERPLESSITA'. Stando alle rivelazioni ufficiali statunitensi, Osama intendeva danneggiare i binari in alcuni tratti di ferrovia per causare il deragliamento dei treni. E le perplessità aumentano: sinceramente ci si sarebbe aspettato di peggio da un'organizzazione capace di mettere in piedi qualcosa come l'attacco alle Torri Gemelle

Resposta  Missatge 98 de 699 del tema 
De: botia Enviat: 14/05/2011 06:44
Quei cinque valori
per misurare
la nostra padanità
di Giulio Ferrari.
“Fatta l’Italia, facciamo gli italiani”: tutti conoscono la famosa esortazione del Cavour, che peraltro rivela quanto inconsistente sia sempre stato il senso di appartenenza alla nazione edificata sul progetto massonico di eliminazione dei legittimi Stati della Penisola. In fatto di italianità (drammaticamente dissolta la parentesi del fascismo che pure conferì una provvisoria dignità, anche etico-sociale, a una nazione artificiosa) oggi tutto appare come appariva agli occhi del conte Camillo. O forse anche oltre i suoi incubi peggiori: il “grande tessitore” piemontese mai più avrebbe immaginato l’incredibile circostanza di ministri d’un governo italiano che, almeno a parole, sostengono il buon diritto all’indipendenza e alla libertà del Lombardo-Veneto e degli altri Stati attraversati dal grande fiume o a lui contigui.

STATO VIRTUALE. Sull’Italia Stato virtuale c’è poco da dire: la quotidianità parla da sola. Così come, specularmente, non c’è molto da aggiungere sulla Padania in quanto nazione, se già Cesare Augusto definiva così i territori a nord (Gallia Transpadana) e a sud (Gallia Cispadana) del fiume Po. Al tempo stesso, se conveniamo che da Cavour ad oggi non si è ancora fatto l’italiano, ci sembra più utile sottolineare che una “razza padana”, un popolo sostanzialmente omogeneo per valori, indole e tradizioni è invece sempre esistito e ancora oggi resiste agli insulti dell’annichilente globalizzazione.

STILE DI VITA.
All’alba del 2009, vogliamo ripensare a questa “Weltanschauung padana”, al nobile stile di vita dei nostri padri e che, al giorno d’oggi, rischia di essere ignorato dalle giovani generazioni sconvolte dall’imperante idiotizzazione? Abbiamo in mente una manciata di parole che distinguono il vero padano da ogni altro bipede (e anche da qualche, pur apprezzata, contraffazione): serietà, coraggio, discrezione, parsimonia, abnegazione. I nostri vecchi ce le hanno lasciate in eredità e nella misura in cui sapremo farle nostre potremo dirci davvero figli di questo popolo e di questa terra.

SERIETA’.
Questa è la chiave dello stile padano. Altrove tutto finisce a tarallucci e vino, tutto in qualche modo “s’aggiusta”: qui la parola data conta davvero, anche la puntualità ad un appuntamento diventa una questione d’onore. Per sua natura, il vero padano rifugge le disinvolture, detesta il pressapochismo, aborrisce le furberie, disprezza il doppiogiochismo (a cominciare dagli abituali voltafaccia dei politicanti). Va da sé che l’effetto più rinomato di questa virtù è l’amore per l’onestà.

CORAGGIO.
La gente della nostra terra conserva la propria serena dignità anche sotto il peso delle prove più gravi: non piange, non impreca, non chiede aiuto agli estranei ma si rimbocca le maniche e sopporta con forza d’animo la sorte avversa. Le terre del Po vantano una tradizione guerriera di tutto rispetto, sempre esaltata nei secoli dalle gesta dei padri, che dovrebbe indurre gli eredi di questi fieri popoli a fuggire ogni miserabile opportunismo da leccapiedi e la tentazione della codardia.

DISCREZIONE.
Il vero padano sa stare al suo posto e non si impiccia di quel che non gli compete, tantomeno coltiva inutili curiosità da comari. E’ penoso constatare che, oggi, tanta gente di queste terre sprechi il tempo prezioso davanti a un teleschermo dove logorroici esibizionisti sciorinano al pubblico i loro panni sporchi, riempendo la testa altrui di fatti stupidi e irrilevanti. Al contrario, è tipicamente padano l’atteggiamento di chi, come si suol dire, parla poco e molto fa. Un’attitudine di compostezza morale che si manifesta anche nel comportamento spiccio, refrattario alle chiacchiere e al fracasso, a cominciare da certi frastuoni “musicali” e di voce sguaiata che caratterizzano popolazioni d’altre latitudini.

PARSIMONIA.
In Padania persino il più povero dei contadini o degli operai non ha mai rinunciato a portare “l’abito buono” della Domenica, ma l’esibizionista si è sempre fatto compatire. Ogni ostentazione di ricchezza, peggio ancora se artificiosa, infastidisce il buon padano. Da sempre votata all’umiltà, disposizione d’animo tipica della persona concreta e valorosa, questa gente non ha mai ritenuto necessario spendere e spandere per farsi bella agli occhi altrui. Popolo frugale, i padani sono sempre stati grandi risparmiatori e poco propensi alla cosiddetta “dolce vita” e ai piaceri mondani che infiacchiscono gli animi indebolendo la volontà. Allo stesso modo, il padano commisera il vanaglorioso che si parla addosso, colui che “si loda e si imbroda” per dirla come le nostre nonne.

ABNEGAZIONE
. Il senso del dovere padano è portato sino allo scrupolo, è autentica dedizione. Un attaccamento che diventa spirito di sacrificio sul lavoro come nell’amore per la famiglia e la propria terra. L’autentico sentire della gente del Po rifugge da egoismo e individualismo, si riconosce nella comunità, nel proprio ambito sociale. La Padania è stata nei secoli teatro di guerre, attraversata da eserciti come poche altre terre, e le asprezze degli eventi bellici hanno esaltato il nobile sentimento della fratellanza. Anche il meraviglioso scenario naturale di impervie montagne, fertili pianure e acque spesso temibili sembra pensato per popoli forti, generosi e stretti intorno ai loro campanili. Che sono innumerevoli: difficile camminare per dieci minuti senza trovare, o almeno intravedere, una chiesa. I doveri verso il Creatore certo non sono una preoccupazione secondaria per questa gente che ha dato alla Chiesa santi gloriosi e a Dio una devozione schietta, scevra da melense superstizioni e mondani buonismi.

TEST.
Serietà, coraggio, discrezione, parsimonia, abnegazione: guardiamoci allo specchio amici padani e vediamo se la nostra faccia è ancora quella della nostra gente. Un piccolo test che può essere impiegato anche per misurare la “padanità” dei politici nostrani. Avvertenza prima dell’uso: quest’ultima applicazione, a volte, potrebbe dare esiti sconfortanti.


Resposta  Missatge 99 de 699 del tema 
De: Peterpan® Enviat: 14/05/2011 06:58
Di' a quel Giulio Ferrari che la famosa frase, pare, l'ha pronunciata Massimo d'Azeglio, non Cavour.


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